Parlare è una delle cose più semplici della vita.
Tutti, bene o male, abbiamo la capacità di aprire bocca e dare spazio ai nostri pensieri.Non tutti però si sentono a loro agio a farlo quando si tratta di dover buttare fuori pensieri o emozioni privati. E quasi nessuno è pronto ad ascoltarti veramente, con interesse e una grande voglia di aiutarti in qualche modo.
Siamo tutti bravi a dare aria alla bocca ma ci fingiamo di essere sordi quando c'è d'ascoltare un grido d'aiuto, se non è una questione che ci ritorni indietro con soddisfazione.
Come se dovessimo ricevere per forza qualcosa per cinque minuti del nostro tempo impiegato ad ascoltare qualcuno che ha bisogno della nostra presenza.Fin da subito avevo capito che Ava fosse un tipo particolare di persona, non perché dimostra di essere stramba agli occhi degli altri ma perché dimostra di essere matura e di avere una sensibilità tutta sua. Si è sempre mostrata per com'è ai miei occhi, pronta a rivolgermi un sorriso nel momento giusto.
E adesso è pronta ad ascoltarmi, senza chiedere nulla in cambio e senza pretendere di sentire tutto.
È qui, davanti a me e aspetta.
Aspetta pazientemente, con occhi guardinghi rivolti verso le poche persone che passeggiando dietro lo stand dei suoi nonni.
Tra le mani ha un bicchiere di cartone con del cappuccino al suo interno, il mio è posato sull'erba ai miei piedi.
Allungo la mano e lo afferro per bere un po' della bevanda ancora calda.
«Grazie per il cappuccino».«Me lo hai già detto» risponde nascondendo un sorriso dietro al suo bicchiere.
Sposto lo sguardo sull'erba che ci circonda e non posso che darmi della stupida.
«Non sei tenuta a dirmi nulla, possiamo rimanere qui senza parlare finché non ti sentirai pronta ad affrontare la folla» mi fa presenta con rassicurazione.
E per quanto il mio cuore sospiri di sollievo a questo pensiero, non posso che sentirmi in debito con lei.
No, non mi sento in debito e che... per la prima volta ho come la sensazione che posso riflettere ad alta voce senza essere giudicata, ma solo ascoltata e capita.
«Ti sei mai sentita in difetto?» sparo la domanda senza pensarci troppo.Un silenzio precipita su di noi senza freni e la paura di aver sbagliato ad aprire bocca si fa strada nella mia mente, ma viene subito ricacciata indietro quando un sospiro rassegnato mi giunge alle orecchie.
«Ogni singolo momento della mia vita» sussurra incrociando le gambe sotto di sé, accomodandosi meglio pronta ad affrontare una lunga e tosta conversazione.
«E non riesci mai a superare questo muro?» domando impaurita dalla risposta che riceverò.
«A volte è più semplice fare finta di nulla che cercare una scappatoia. Ciò però dipende da persona a persona e da situazione a situazione».
Annuisco mentre sorseggio un po' di cappuccino. «Pensi mai che vedrai la vita dall'altro lato del muro? O pensi che quando arrivi difronte ad esso non ci sarà mai la possibilità di andare avanti?»
«Se non ci fosse la possibilità di andare avanti, ritorneresti indietro?» domanda di rimando senza rispondermi apertamente.
Rifletto su questa domanda a lungo.
Ma la risposta è semplice.
«No... non ritornerei indietro» e lo penso veramente. Per quanto fare finta di niente sia semplice e scappare sembra la via più facile da intraprendere, tornare sui propri passi non è un'opzione da considerare.«Neanch'io» rivela con un sorriso triste sulle labbra. «A volte mi chiedo se avrò mai la forza di superare quel muro e quando penso di potercela fare, c'è sempre qualcosa che mi impedisce di afferrare la corda. Però basta trovare la persona giusta che ti aiuti a saltare più in alto per raggiungerla e scalare la parete».
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Sei luce anche se piove
RomanceAGGIORNAMENTI UNA VOLTA A SETTIMANA, OGNI MARTEDÌ. QUESTA VERSIONE È LA BOZZA DEL ROMANZO, SARANNO PRESENTI ALCUNI ERRORI E PICCOLE IMPERFEZIONI. TRAMA: Conoscersi da cima a fondo non è facile. Apprezzarsi con i pregi e difetti ancora meno. E ama...