10. Forse, se avessi più fiducia in me stessa, potrei riuscirci.

5 3 0
                                    

La fiducia è la chiave segreta per mantenere un rapporto saldo e duraturo. La fiducia porta automaticamente alla libertà. Ma cos'è realmente la fiducia? La libertà?

E questo che mi domando mentre mastico un pezzo di crostata ai frutti di bosco nell'unica caffetteria che conosco. Al mio fianco c'è Benjamin, intento anche lui a mangiare la sua parte di dolce.

Osservo la sua mano destra tenere saldamente la forchetta, la stessa mano che fino a qualche minuto fa teneva la mia in una morsa possente e, allo stesso tempo, delicata.
La testa inclinata verso il dolce, le labbra schiuse pronte per divorarne un pezzo e gli occhi blu sorridenti, nascosti per lo più dal grande ciuffo dei suoi capelli biondi.

La notte dove il mio mondo è crollato su sé stesso, dove io sono crollata sulle ceneri e sulle macerie di questa distruzione, ho fatto una ricerca sul cellulare.
Ho chiesto a Google come e dove nasce la fiducia.

Quella sera l'avevo persa completamente, sia nei confronti dei miei genitori che nei miei.
Avevo perso fiducia in me stessa.

E per ore e ore mi sono chiesta come potevo riparare questo strappo, quale filo utilizzare e quale metodo sarebbe stato più duraturo nel tempo. E quando i miei occhi hanno letto ciò che la ricerca mi aveva rivelato, la mia mente non è riuscita ad assimilarle e a capirle.

La fiducia si basa sulla sensazione di essere al sicuro, sulla certezza di poter contare sull'altro o sulle nostre capacità.
È sentirsi comodi in una certa situazione, la sicurezza che - nonostante tutto - ce la faremo ad andare avanti, il coraggio nell'esporsi e nell'affermare le proprie idee.

Ho stritolato il telefono in mano per quelle che erano state ore. Ho imprigionato i miei occhi sullo schermo e ho percorso quelle righe per un tempo indefinito, non riuscendo a capire il loro significato.
Il dolore di quel momento era più forte della mia volontà di sopravvivenza.
La confusione e la consapevolezza di apprendere la verità della mia esistenza, mi avevano sopraffatto e mi impediva di andare oltre. La mia mente aveva cominciato a pensare che se avessi compreso di più la situazione o immagazzinato più informazioni sul vero essere di una persona, sarei impazzita. E così mi ha bloccato sul posto, paralizzandomi il cervello.
Strappando tutti i fili che collegavano la ragione alla coscienza.
Quella sera la mia mente mi ha protetto e me ne sto rendendo conto solo ora.

«A cosa pensi?» Sento i suoi occhi, profondi come il mare, ispezionarmi il viso alla ricerca di una risposta.

«Con che criterio ti fidi di qualcuno?» La mia domanda lo prende in contropiede, lo si nota dall'improvviso raddrizzamento della schiena e dal suo pomo d'adamo che va su e giù per deglutire.

«Non credo che ci sia un criterio o uno schema da seguire» mi informa dopo qualche secondo di tentennamento.

«Quindi mi vuoi dire che vedi una persona e decidi di fidarti a primo impatto?»

«No, non è così semplice».

«Eppure lo stai facendo con me» ribatto inclinando di poco il capo per osservarlo da un'altra angolatura.

«Vuoi tirare fuori l'argomento che abbiamo già trattato?» domanda incrociando le braccia al petto.

«Non lo abbiamo affatto trattato. Ti ricordo che prima non hai volutamente risposto alla mia domanda». Prendo una forchettata del dolce e lo porto alla bocca. Lui segue ogni mio movimento e le sue labbra si increspano in un piccolo sorriso quando nota il mio apprezzamento per l'alimento.

«Perché non ti fidi e basta?»

«È proprio questo il punto» porto le mani a congiungersi sul tavolo. Il suo sguardo interdetto mi incoraggia a proseguire nel mio ragionamento. «Dovrei fidarmi di te solo perché tu lo fai con me?»

Sei luce anche se pioveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora