Capitolo 6 - Elizabeth

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Giocare di nuovo a pallavolo è stato bellissimo, non mi sentivo così viva da mesi. Dopo diverse partite decidiamo di andare a ballare. "Quanto amo questa canzone!" urla Sarah cercando di sovrastare il volume alto della musica. "Anche io" grido. E così iniziamo a scatenarci e a cantare a squarciagola ogni singola parola di "Vampire". La musica è coinvolgente, frenetica e tutti ballano come se non avessero alcun pensiero, alcuna preoccupazione. Liberi di non pensare a nulla. Chiudo gli occhi per un momento e mi faccio trascinare dall'atmosfera della festa. I rumori sono forti, assordanti. Sarah mi prende le mani e iniziamo a ballare insieme, facendo piroette e balletti stupidi imparati da TikTok. Prendo il mio cellulare e faccio un video per ricordare questo momento e conservarlo nella mia memoria, come amo fare per ogni cosa mi faccia sorridere. Il momento è apparentemente perfetto, la musica, le mie amiche e l'aria di una nuova estate. Cosa ci faccio qui? Inizia a mancarmi l'aria e non riesco a distinguere bene ciò che mi circonda. Sento il bisogno di fuggire da qui. "Ti senti bene?" Mi chiede qualcuno. "Io ehm credo di aver bisogno di un po' d'aria" riesco a rispondere. Mi spingo tra la folla e cerco un posto più tranquillo. Finisco quasi per caso nell'area ristoro, dove mi accorgo che servono alcolici e, anche se il mio subconscio sa che poi me ne pentirò, ordino una vodka lemon. La butto giù tutta d'un colpo e subito sento un calore nuovo nascermi dentro, al centro del petto. Mi sento rincuorata da questa sensazione famigliare e, senza rendermene conto, ne ordino un'altra. Alla quinta il cielo vortica sopra di me e non sento più i piedi a terra. Vedo una figura confusa che cerca di parlarmi, forse sto sognando. È venuta a prendermi? Mi libererà dal peso che mi opprime il petto? Il suo tocco è delicato, attento. Mi sento sollevare da terra da un corpo robusto, più alto di me di almeno 20 centimetri. Non voglio che mi lasci, che vada via da me. Non ora che mi sento così al sicuro. Con le ultime forze che mi rimangono in corpo mi aggrappo saldamente alla sua maglietta così che non possa scappare. E poi tutto diventa buio.

Fa freddo. Dove mi trovo? Cosa mi è successo? Vorrei parlare ma l'unica cosa che riesco a fare è aprire gli occhi. Sento il corpo indolenzito e la testa mi gira parecchio. Solo ora mi accorgo di indossare una felpa che non è mia e di avere davanti a me non ragazzo che non ho mai visto. "Oh, finalmente ti sei svegliata, pensavo non ti riprendessi più. Stai meglio?" mi chiede lui. Gli faccio un cenno con la testa di assenso e richiudo gli occhi. Dopo quella che mi sembra un'eternità li riapro e mi sento decisamente meglio. Almeno riesco a mettere a fuoco ciò che ho intorno. "Cosa mi è successo?" riesco finalmente a chiedere. "Hai bevuto parecchio e iniziato a piangere, continuavi a chiedere aiuto. Eri molto spaventata e non volevi che ti lasciassi quando sono venuto in tuo soccorso. Poi sei crollata per un paio d'ore". La confusione lascia immediatamente spazio all'imbarazzo. Come ho potuto perdere il controllo in questo modo? Cosa penserà ora di me questo ragazzo, dopo che mi sono comportata da pazza? Vorrei scomparire all'istante, svegliarmi e rendermi conto che è stato solo un incubo. "Io... mi dispiace di averti causato tanti problemi, ti prego di dimenticare quello che è successo. E grazie per avermi aiutata" gli dico sinceramente, cercando di nascondere il mio imbarazzo. "Non preoccuparti, l'importante è che tu stia meglio. A proposito, qual è il tuo no-..." Viene interrotto da Kate e Sarah che, preoccupate, si gettano ad abbracciarmi. "El cosa ti è successo?? Ci siamo preoccupate da morire! Non rispondevi al cellulare e ti abbiamo persa di vista." "Scusatemi, non è successo nulla di grave, non serve che vi preoccupiate" rispondo. "D'accordo però non mi sembra tu stia bene, adesso ti riportiamo a casa" mi rimprovera Kate. Prima di lasciare la festa cerco il ragazzo misterioso per poterlo ringraziare di nuovo, ma non lo vedo più. Forse se n'è andato, o forse me lo sono davvero solo immaginata. Credo che non lo saprò mai visto che le mie amiche mi trascinano in macchina, dove mi riaddormento all'istante.

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