Capitolo 23 - Elizabeth

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Il fine settimana lo passo dai miei nonni, che vivono fuori città. Mi prendo questi due giorni per me, per rilassarmi e rielaborare tutto quello che mi è successo ultimamente. Sabato mattina parto con mia mamma e in un paio d'ore raggiungo la graziosa casetta immersa nella campagna che appartiene alla mia famiglia da 4 generazioni. È immersa nel verde, in un paesino costituito da poche abitazioni. Qui tutti si conoscono e si respira aria di cordialità e generosità. Arrivate abbraccio mia nonna e saluto i miei cugini, che sono come fratelli per me. Lucas, il più piccolo, è vivace e un po' permaloso, mentre Marc è due anni più grande di me e con lui posso parlare di tutto. Valence è la persona più simile a una sorella che io abbia e condividiamo ogni cosa. "Elizabeth!" mi abbraccia Valence. "Ehi Vale, sei cresciuta ancora?!" ogni volta che la vedo è sempre più alta. "Solo di un paio di centimetri nell'ultimo mese" sorride compiaciuta. Iniziamo a litigare e a ridere mentre ci sistemiamo a tavola. "Allora, come ti trovi nella nuova scuola?" mi chiede zia Marge. "Oh, molto bene. Sono tutti carini con me e le lezioni mi piacciono" dico con la bocca mezza piena di patate arrosto. "E ha ricominciato a giocare a pallavolo" dichiara mia mamma dal nulla. "Cosa!! Eliza non ce l'avevi detto" mi accusa Valence. "Scusate, è una cosa nuova anche per me" faccio spallucce "ma tranquilli che sto bene. Era solo questione di tempo, non avrei potuto resistere senza ancora per molto". Il pranzo continua tra chiacchere varie e risate, finché non siamo più in grado di mangiare. Come sempre mia nonna ha preparato qualunque prelibatezza, riempiendoci il più possibile lo stomaco. Durante il pomeriggio ci rilassiamo giocando a carte e ascoltando la radio, mangiucchiando qualche muffin alla marmellata preparati da zia Marge il giorno prima. Non potrei chiedere di meglio. Alla sera usciamo con altri ragazzi del paese a giocare a pallavolo. C'è un campetto dove possiamo stare senza disturbare nessuno. Passano ore e il sole cala lasciando spazio alle stelle e alla mezza luna luminosa. Mi siedo su un'altalena e mi lascio dondolare. Valence mi raggiunge. "Dimmi, è successo qualcosa che non mi hai ancora detto? Sento che mi nascondi qualcosa". Non le sfugge nulla, mi conosce proprio bene. "In realtà qualcosa ci sarebbe. Anzi... qualcuno". "Lo sapevo, racconta tutto!" mi esorta. E così le confesso tutto, del mio incontro con Nathan e dei miei sentimenti confusi. "Ho provato qualcosa di nuovo quando l'ho rivisto, quel giorno in biblioteca. Non saprei definire questa sensazione, ma è stata come dire... intensa. Molto." Guardo mia cugina in cerca di appoggio. "Eliza, i sentimenti non si possono controllare. Non sempre c'è una spiegazione o una logica, devi lasciarti guidare dal cuore". "Ma se sbagliassi e mi perdessi? Non voglio che il cuore predomini sulla ragione. Niente deve distarmi" rifletto quasi tra me e me. "Rilassati, non puoi controllare tutto. Lasciati andare qualche volta". Chiudo gli occhi e mi faccio cullare dal dolce abbraccio di Valence, mentre una leggera brezza mi solletica il viso.

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