Anime imperfette

Capitolo 16 - Elizabeth

Quelle mani. Quegli occhi. Quello sguardo. Come ho fatto a dimenticarli. Ci fissiamo negli occhi per quelle che sembrano ore, nessuno dei due vuole lasciare l'altro. Tutto rimane sospeso. E poi parla "Sei Elizabeth Hunt, vero?" la sua voce è calda, attraente. "Io... sì. Sono io" farfuglio, arrossendo leggermente. Si ricorda di me? O lo sguardo che ho colto nel suo viso quando mi ha vista è stato solo frutto della mia immaginazione? "Vieni dalla St. Peterson". Non è una domanda, deve aver sentito delle voci su di me. "Sì", riesco solo a dire. "Cosa ti ha spinto a trasferirti in una scuola dall'altra parte della città per frequentare l'ultimo anno?". Non mi aspettavo una domanda così diretta, e non proprio quella domanda. La sto evitando dal momento che ho messo piede qui dentro. La risposta è troppo complicata per essere compresa, troppo complicata anche per me. "Non posso risponderti" ammetto. Non mi sorprende l'espressione di stupore che la mia risposta genera. Si sarebbe aspettato qualcosa di epico, come un trasferimento a causa di uno scandalo nella mia vecchia scuola, o la conseguenza di una scelta presa impulsivamente. In un certo senso è così, ma è molto più complicato e non posso spiegarglielo. "Ok". Ora è lui a prendermi alla sprovvista. Ok? Cosa diavolo vuol dire ok. Mi prendo del tempo per esaminarlo in questo momento di silenzio tra noi. È alto, come avevo dedotto durante il nostro primo "incontro". Ha un fisico esile ma robusto, la maglietta bianca gli risalta i muscoli delle braccia. Il viso curato e i capelli castani un po' scompigliati sono perfetti. Ma la parte che mi attrae indiscutibilmente di lui sono gli occhi. Dorati come il miele, potrei perdermici all'infinito. E quel sorriso. Semplicemente stupendo. Rimango incantata senza rendermi conto che la campanella è già suonata. Quando mi riprendo obbligo le mie gambe a muoversi e, ancora in stato di confusione, mi dirigo verso l'aula della prossima lezione senza voltarmi indietro.