Capitolo 12 - Elizabeth

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I giorni passano e inevitabilmente dopo le lezioni mi ritrovo sempre davanti alla grande entrata della palestra. Solitamente cerco di andarci appena prima degli allenamenti, quando non c'è ancora nessuno, perché vedere gli altri studenti giocare mi trascinerebbe di sicuro nel mondo che tanto sogno. Dentro di me due forze combattono incessantemente. Il cuore mi dice di cedere, abbracciare la mia natura e accettare che senza la pallavolo non posso vivere davvero. Dall'altra la ragione mi blocca, mi ricorda che potrebbe distruggermi definitivamente. Dopo l'ennesimo rifiuto mentale di affrontare l'argomento mi volto per lasciare quel luogo di tanta sofferenza, quando mi accorgo che qualcuno si muove. Sbircio di nuovo attraverso le porte e scorgo una quindicina di persone, ragazzi e ragazze che suppongo abbiano la mia età. Un uomo, sulla trentina, ordina loro di iniziare il riscaldamento facendo dei passaggi a coppie con la palla. Rimango come ipnotizzata dal movimento che questa compie, semplicemente perfetto. Basta un tocco e rimane sospesa in aria per qualche secondo, per poi ricadere dolcemente.

Non posso stare qui. È sbagliato. Obbligo i miei piedi ad alzarsi e a muoversi. Esco sotto la pioggia torrenziale e lascio che l'acqua lavi via i miei pensieri. Mi incammino verso casa a piedi, quando sento una macchina che si accosta a me. "Hey, sali in macchina! Non vorrai prenderti una broncopolmonite!" mi urla qualcuno per farsi sentire sotto lo scroscio del temporale. Sono diffidente, ma la faccia mi sembra familiare così non me lo faccio ripete due volte e salgo in macchina. "Grazie, in effetti stavo gelando lì fuori. Sei Darius giusto?" "In persona" mi conferma. È un mio compagno di corso, non ho mai parlato con lui ma ricordo che una volta ha fatto un commento poco carino alla professoressa di storia ed è stato mandato in presidenza. A parte questo è un tipo apposto. Scopro che abita a soli due isolati da me e si offre di darmi un passaggio ogni volta che ne abbia bisogno. Lo ringrazio di nuovo e mi rifugio in casa. Fuori il tempo non fa che peggiorare.

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