Uno

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Seduta sul tappeto di una sala da pranzo ben arredata, Hermione Granger stava leggendo.
La pioggia instancabile imperversava da ore, schiaffeggiando con violenza le finestre assieme a un vento inquieto.
La mattina era stata movimentata. Lo spostamento dei loro bagagli e le raccomandazioni di Silente non erano state protratte per più tempo di quanto fosse necessario.
Una volta che gli auror avevano controllato ogni centimetro dell'abitazione e Silente si era accertato che nessuno fosse nei paraggi, l'incanto fidelius e gli incantesimi anti-smaterializzazione erano scivolati sulla casa, avvolgendo questa in una bolla protetta e isolata.

Gli unici custodi: Albus Silente, ovviamente e Minerva McGranitt.
Severus Snape era stato contrario sin dall'inizio, ma sotto minacce intransigenti e alzate di occhi esasperanti, aveva ceduto al piano.
Il suo doppio gioco era stato scoperto, la sua copertura saltata e la sua protezione non era stata messa in atto con facilità.
Lord Voldemort era sulle sue tracce e qualsiasi casa era sotto stretta sorveglianza da parte dei Mangiamorte.
Hermione Granger era lì affinché Silente fosse sinceramente tranquillo che Snape rimanesse al sicuro.

Eppure, nella grande casa silenziosa, la noia era dietro l'angolo. Ed era solo il primo giorno di convivenza.
Hermione si stiracchiò.
L'orologio sul camino segnava le otto e dieci di sera. Un traguardo quello di leggere per sette ore di fila consecutive e sopperire così al tedio.
Quale migliore passa tempo in una giornata di pioggia, poteva esserci se non quello di leggere un buon libro.

Hermione accese il camino con un colpo di bacchetta.
Il tepore del caldo le diede conforto.
Snape era dalla parte opposta della sala; una poltrona isolata in un angolo e una candela accesa, lo inquadravano intento a leggere un saggio che poteva avere almeno un migliaio di pagine per capitolo.
E Hermione ci avrebbe messo la mano sul fuoco che si trattasse di pozioni.
Accanto alla poltrona, un tavolino e su di esso una tazza di tea lasciata intatta da che Hermione lo aveva preparato.

La ragazza si alzò, dirigendosi in cucina affinché potesse preparare qualcosa per cena.
Dubitava fortemente che il suo ex professore potesse barcamenarsi tra i fornelli e certo non avrebbe atteso che lui prendesse l'iniziativa, semmai lo avrebbe fatto.

Dubitava ancora più fortemente che lui mangiasse quello che lei avrebbe preparato, ma questo era un altro punto a cui lei non avrebbe prestato attenzione. Poteva fare quello che voleva e a lei, fin tanto che non riguardasse la sua persona, non importava un accidente di lui.

Il solo pensiero di dover convivere con un uomo così grezzo, insopportabile e viscido, le faceva rivoltare lo stomaco. Ma come disobbedire a ordini diretti da parte di Albus Silente? Lei certo sarebbe stata l'ultima nella lista a volersi scontrare con lui. Aveva accettato senza protestare, nonostante di cose da dire ne avrebbe avute molte.

Vide con la coda dell'occhio Snape abbandonare il suo libro e dirigersi verso la scala per recarsi al piano superiore.
«Non ti scomodare per la cena, Granger, vado a dormire.»
Hermione non si sarebbe scomodata a preparargli la cena neanche se lui le avesse pagato fior fior di galeoni; non ci aveva neanche pensato.
Scrollò le spalle, addentando un pezzo di pane e del formaggio.
Certo era che nel tempo che avrebbero dovuto condividere lo stesso tetto, lei non si sarebbe mai neanche sognata di fare per lui qualcosa.

Non le importava niente di compiacerlo o cercare in qualche modo la sua approvazione.
Era un uomo facilmente detestabile che Hermione avrebbe desiderato evitare più che qualcuno con cui condividere uno spazio limitato come una casa sotto incanto fidelius.
Seppur lo stimasse come profondo conoscitore poliedrico, per il resto di lui aveva una considerazione talmente bassa che poteva essere definibile inesistente.
Era un uomo vile, un bastardo senza capacità empatiche; privo di umanità, un idiota solitario e arrogante uomo che credeva di essere migliore degli altri.

Hermione aveva un repertorio ampio di aggettivi da appioppare a Severus Snape e certo tutti negativi.
Non credeva ci fosse qualcosa che potesse anche solo lontanamente condividere con lui, oltre quella dannata casa per un tempo indefinito.

La convivenza forzata con Snape era qualcosa che se fosse stata dipesa da lei, sarebbe risultata il più spiacevole possibile. Ma lei non voleva passare il resto dei suoi giorni a litigare, dunque aveva deciso di farsi i fatti propri e di lasciare che ognuno stesse per proprio conto.
Trovare modi per non scivolare nella nevrosi del tedio sarebbe stata sicuramente la parte più difficile a lungo andare, ma questa non era una imminente preoccupazione a cui dare peso in quel momento.

Hermione prese un pacchetto di crackers; come suo solito avrebbe protratto la lettura del suo libro fino a tardi e dormire sul divano era una prospettiva migliore che salire le scale e dormire proprio nella camera avanti a quella di Snape.

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