Dieci

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Hermione aveva finito di rassettare la cucina a sera inoltrata.
Il suo stomaco stava protestando da tempo per la fame e la stanchezza iniziava a insinuarsi in ogni fibra del suo corpo.
Si infilò prima nella doccia e solo in seguito riuscì a scendere in cucina per preparare qualcosa da poter mangiare.
Hermione guardò Snape seduto sulla sua poltrona, intento a leggere il suo ennesimo monolitico saggio.
Tentennò, si mordicchiò un labbro e poi chiese «vuoi mangiare qualcosa?»

Snape sollevò gli occhi stanchi dalla lettura. Guardò la giovane lungamente prima di compiere un gesto vago con la testa.
«Come preferisci.»
Hermione lo prese come un sì, dunque si diresse verso la cucina con l'intenzione, questa volta, di preparare qualcosa anche per lui.

Fuori i Mangiamorte sembravano aver circondato l'intero territorio.
Da due erano diventati quattro e poi otto; Hermione aveva la vaga impressione, affacciandosi alla finestra della cucina, che inconsapevolmente loro avessero circondato la casa.
Due per ogni lato e questo la inquietava particolarmente.
Sembrava davvero che sapessero e non sapessero dove loro fossero.
Sembrava che fossero vicini, nonostante non vedessero niente.

Hermione poggiò il vassoio sul tavolino accanto alla poltrona di Severus.
Lui guardò prima la cena, poi la ragazza davanti a sé.
Era la prima volta da che convivevano che lei gli preparava un pasto completo.
«Che fine ha fatto l'arrogante so tutto io che non farebbe niente per me neanche sotto lauto compenso?» Hermione fece scivolare la forchetta sul suo piatto, guardando Snape con sconcerto.
«Hai usato legilimanzia su di me!»
«Non posso farne a meno; le abitudini sono dure a morire.»
Hermione sbuffò.

«Non ti gongolare troppo, potrei non farlo più!» Ma il tono era divertito.
Snape ghignò, prendendo il suo piatto e notando come lei gli avesse portato addirittura un bicchiere di vino.
Mangiarono in silenzio, rotto solo dalle posate che tintinnavano contro i piatti.
«La foresta proibita dopo la pioggia.» Disse improvvisamente Hermione.
Snape sollevò la testa per guardarla.
«Cosa?» Hermione posò il piatto sul tavolino.
«Mi hai chiesto che complimento farei a un uomo..» si girò del tutto sul divano «lo sto facendo a te. Il tuo profumo mi ricorda la foresta proibita dopo la pioggia.»

Rimasero a fissarsi.
Snape si schiarì la gola «passabile.»
«No, non è passabile..» Hermione sorrise; aveva appena messo in imbarazzo niente di meno che Severus Snape.
Il mago rimase immobile nella sua poltrona.
«Ragazzina..» mormorò, spostando gli occhi ma senza mai incontrare quelli di Hermione. Lei ridacchiava, divertita per l'evidente imbarazzo.
Aveva l'impressione che nessuno aveva mai fatto qualche complimento a Snape e rimase piacevolmente colpita nel notare, mentre recuperava il suo vassoio, come guardando fuori dalla finestra Snape avesse accennato a un sorriso. Un vero sorriso.

Hermione ne aveva a sufficienza di governare la cucina per quella giornata, dunque mosse la bacchetta e nel lavello i piatti presero a lavarsi da soli.

«Perché la foresta proibita sotto la pioggia?» Hermione si voltò. Severus era fermo davanti alla porta, la spalla poggiata contro lo stipite.
Scrollò le spalle «non saprei; hai un profumo particolare. Legnoso, di terra bagnata e fiori di gelsomino. Mi ricorda le passeggiate che facevo dopo la pioggia, al limitare della foresta.»

Si rese conto solo in quel momento cosa intendesse Snape riguardo la differenza tra un complimento banale e un complimento più profondo.
"Sei bellissima" lo avrebbe potuto dire chiunque, in qualsiasi momento; anche uno sconosciuto per strada e sarebbe stato un complimento che in un primo momento avrebbe potuto compiacere, ma che nel tempo sarebbe sfumato.
Dire invece "il tuo profumo mi ricorda la foresta proibita dopo la pioggia", sarebbe rimasto impresso nella mente di Snape per il resto della sua vita. Il giorno dopo avrebbe preso il suo profumo e si sarebbe ricordato di quel complimento.
E Hermione si chiese come, la donna a cui Snape aveva fatto quel bellissimo complimento, non avesse apprezzato e magari avesse preferito un complimento più banale detto da qualcun altro di altrettanto banale.

Accostare un proprio ricordo a un complimento nei confronti di una persona era sicuramente più gratificante e da ricordare fino alla fine dei propri giorni.
I capelli che ricordano il tramonto, il loro profumo che ricorda l'estate.
Il profumo di Snape che ricorda le passeggiate di Hermione.
Lei inspirò profondamente, rendendosi conto di aver dato a un suo ricordo il profumo di Severus Snape.

Incanto Fidelius (Snamione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora