Aveva finito un libro e ne aveva iniziato un altro. Seduta davanti al camino, Hermione era rimasta in silenzio per la maggior parte della giornata.
Snape non si era visto e non si era sentito fino all'ora di cena. Scivolando giù per le scale aveva trovato la Granger addormentata sul divano, un libro di antiche fiabe magiche poggiato sul petto.
«Granger!» il suo tono rimbombante fece sussultare e svegliare di scatto Hermione. Si tirò su vigile. Il cuore batteva forsennato nel petto.Una volta appurato che non ci fossero pericoli e che si trovasse semplicemente nella sala da pranzo della casa in cui era segregata, Hermione si calmò.
«Ma che dolce risveglio!» disse acidamente cercando di calmare la sua tachicardia con respiri profondi.
«Certamente la prossima volta potrei darti un bacio sulla fronte e svegliare la principessa con la colazione a letto. In questo caso la cena, considerata l'ora.» Disse pungente e grondante di sarcasmo.Hermione spalancò gli occhi. Alla mente l'immagine di Snape chino a baciarle la fronte era la cosa più inquietante che potesse essere fantasticata.
Non si sarebbe fatta baciare da Snape neanche sotto lauto compenso.
Le venne un magone fastidioso alla bocca dello stomaco solo a pensarlo.
«Hai lasciato i tuoi saponi nel mio bagno, principessa. E anche..» da dietro la schiena tirò fuori un reggiseno bordeaux di pizzo «il tuo intimo.»
Hermione divenne dello stesso colore del suo completo. Notò come nella mano che reggeva il suo reggiseno dalla bretella, ci fossero anche i suoi slip.«Merlino..» imprecò, incespicò e afferrò in malo modo i due pezzi di stoffa. Era davvero imbarazzante.
Snape era evidente gongolare sopra a questo avvenimento, perché sul suo viso giallognolo un ghigno di soddisfazione si dipinse sgradevole.
«Per quanto ami particolarmente le donne che fanno uso di intimo particolarmente.. interessante, il tuo non è qualcosa che ho il desiderio di rivedere, principessa.»
Hermione dubitava fortemente che lui avesse mai visto un intimo di pizzo indosso a una donna, ma si mozzicò forte la lingua per non fare battute che le sarebbero valse una lunga permanenza in casa Snape senza cibo e acqua.Snape la sorpassò.
Hermione era ancora imbarazzata mortalmente per aver visto i suoi indumenti intimi tra le mani dell'uomo più disgustoso del mondo magico.
Si sarebbe voluta cruciare da sola per quella dimenticanza.
Si schiarì la gola e fece evanescere il suo intimo con un incantesimo.
«Inoltre mi chiedo..» e vide Snape uscire fuori dalla cucina con un bicchiere di vino in mano «per quale ragione usi il bagno di servizio se ne hai uno privato nella tua camera da letto.» E si poggiò con la spalla contro lo stipite della porta.Hermione incrociò le braccia.
«Perché preferisco fare il bagno anziché la doccia?» chiese sarcastica, come se fosse chiaro il motivo e lui fosse stupido.
«Peccato che sia il mio bagno, Granger. Dunque d'ora in avanti accontentati della doccia. Puoi farlo o la principessa necessità di un comfort maggiore?» Il fatto che lui ora si fosse fissato a chiamarla principessa le dava sui nervi.
«Mi dispiace, credevo che l'igiene personale non fosse di suo gradimento mio signore.» Sibilò a denti stretti con tanta cattiveria che non riconobbe come sua.Snape fece un passo avanti e poi un altro, molto lentamente.
Negli occhi una luce pericolosa, di quelle che Hermione conosceva bene dai suoi tempi come studentessa.
«Non ti permettere.» E il suo tono era così gelido da far correre brividi lungo la schiena di Hermione.
Sapeva di aver esagerato, ma da quanto tempo attendeva il momento per far passare le pene dell'inferno a Severus Snape.
«Le cose spiacevoli sono semplici e divertenti da dire agli altri, ma da sentire quando riguarda la propria persona no, vero professore? Deridere il prossimo, non proteggere il più debole dalle cattiverie protratte dai suoi pupilli, instaurare rapporti interpersonali basati sul terrore e non sulla stima.. come ci si sente a essere derisi e costernati?»Severus piegò di poco le labbra verso l'alto.
«Forse ti sfugge un particolare non indifferente signorina Granger, ma io stesso sono stato tormentato e deriso per molti anni eppure sono qui, non certo a piangermi addosso. Puoi portarmi rancore, sputarmi odio addosso, dormirò sonni tranquilli ugualmente e tu, invece, correrai nella tua stanza e piangerai tutte le lacrime che hai per poi tornare a fare quello che hai fatto fino ad oggi, ovvero comportarti come una principessa protetta e riverita di tutte le comodità che chiunque sogna di avere. La tua presenza mi rimarrà sgradita tanto quanto la mia lo sarà per te.»Detto questo Snape la sorpassò e salì le scale.
Hermione rimase in mezzo alla stanza con un peso nel petto che non avrebbe dovuto sentire.
Eppure il fatto che lui avesse ammesso di essere stato tormentato e deriso le fecero provare un fastidio immenso, perché questo non era quello che si era aspettata di sentirsi dire.
Avrebbe preferito che le urlasse contro odio e sarcasmo, che tirasse fuori gli epiteti meno conosciuti dall'essere umano, eppure no.
Hermione si asciugò una lacrima.
Avrebbe pianto come una bambina e sí, poi sarebbe tornata a fare quello che aveva fatto fino a quel momento.
Eppure adesso si sentiva maggiormente fuori luogo in quella casa, con quell'uomo che odiava.Hermione guardò il fuoco morente nel camino e poi la pioggia dietro le finestre.
Una figura era immobile sotto la pioggia, in mezzo alla spiaggia. Sbatté le palpebre e si avvicinò maggiormente.
Sì, era proprio la figura di una persona.
Hermione sapeva perfettamente che la casa non poteva essere vista, men che meno trovata a meno che i custodi fossero morti o avessero parlato. Eppure quell'uomo sembrava guardarsi attorno, scrutare attentamente.
Ebbe per un momento la sensazione che lui l'avesse vista osservarlo da dietro la finestra, ma questo era impossibile.«Snape!» Rimase fissa con gli occhi su quella figura, come se da un momento all'altro potesse scomparire.
«Che cosa vuoi, Granger?» i passi di Snape che scendeva le scale la riscossero.
Erano in mezzo al niente più totale; era una spiaggia così deserta che neanche lei sapeva dove si trovassero di preciso. Sapeva solo che quello che aveva davanti era l'Oceano infinito e che la spiaggia era lunga chilometri e chilometri prima di trovare anche un po' di civiltà.
«Abbiamo compagnia.» Sussurrò non appena sentì Snape dietro di lei.
Il suo odore balsamico, misto a vetiver e qualcos'altro che il suo naso non riuscì ad afferrare e poi un leggero movimento; il braccio di Snape sopra la sua spalla, vicinissimo al suo viso e la mano a scostare la tenda.Sentì tra i denti di Snape un sibilo.
Hermione ebbe timore che quello che lei aveva appena pensato, alla stessa maniera lo pensava anche Snape: sapevano che erano li.
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Incanto Fidelius (Snamione)
FanficUna casa sotto incanto fidelius. Una convivenza forzata. Un uomo e una donna che apparentemente non hanno assolutamente niente in comune. Hermione e Severus dovranno affrontare molto di più della noia.