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Consapevole di aver mentito a Kento, da una parte; non era stata invitata in quel programma televisivo e avrebbe anche potuto evitarci di andare, ma era curiosa della faccia che avesse fatto Toji una volta che l'avesse vista nello studio con quell'uomo che somigliava in tutto e per tutto a un principe azzurro: elegante, bello e gentile, aveva anche i capelli sempre in ordine.
Insomma, l'uomo che tutte desideravano di avere vicino.
Non come Toji.
Anzi, era tutto il contrario di quello scimmione che si era evoluto per sbaglio.

《È qui ?》

Lo studio di registrazione si trovava appena fuori città, lo sapeva in quanto si era informata attraverso vari siti internet e, a quanto pareva, il corvino era così tanto disperato da avere uno studio di registrazione -per altro con lo spazio abbastanza limitato a pochi posti- in una stanzetta presa in affitto.
Sicuramente costava più di un paio di reni, se li avesse posseduti e veduti al mercato nero.
Ma si vedeva già; Toji Fushiguro era il classico uomo sciatto, che non aveva voglia di fare niente nella vita e guadagnava quei pochi spiccioli solo perché molti uomi maschilisti guardavano quello schifo di programma e lo veneravano come se fosse un dio greco.

《Sí, il navigatore mi porta qui.》
Il palazzo era alto una decina di piani, l'esterno era costruito i mattoncini rossi resi più scuri dal cattivo tempo che c'era quel giorno.
Grosse nuvole grige incombevano alte nel cielo, pronte a scagliarsi in una tempesta d'acqua e a trascinare via qualunque cosa pesasse meno di loro.
Ma per fortuna Kento l'aveva salvata; si era presentato sotto casa sua con un bicchiere di cioccolata calda e un cornetto appena sfornato.
Ed era elegante, elegantissimo avrebbe osato dire: si era messo una giacca e un pantalone neri, e una camicia sotto bianca.
Aveva fatto bene, faceva freddo...non come lei che si era messa su un abito rosso con delle bretelle così sottili da scomparire nella pelle delle spalle.

Scesero immediatamente, prese la sua borsetta e se la appoggiò sulla spalla, mentre in una mano tenne stretto il bicchiere di ciccolata calda.

《È  il decimo piano.》
Esordì lei, lanciando uno sguardo al biondo.  Venne attraversata da un brivido di freddo e il biondo sembrò accorgersene.
《No, ma tranquillo.》
Sorrise lei, quando vide che l'altro fece per togliersi la giacca.
Scosse la testa e si diressero verso il palazzo.
Presero l'ascensore; puzzava di chiuso.
Chissà chi era il proprietario di quel buco d'inferno.
Avrebbe dovuto sporgere una denuncia.
C'era il rischio di farsi male.

Arrivarono al decimo piano;
L'ultima porta sulla destra.
Lei si sentiva così agitata ma ignorò subito quella sensazione.
Si passò una mano sulla parte bassa del vestito mentre teneva stretto il bicchiere di plastica e fece un respiro profondo, seguendo Kento.
La porta venne aperta con facilità.
Dietro c'erano tanti fili, macchine da ripresa, uomini e donne che andavano avanti e indietro.
Il posto sembrava più grande da come si mostrava all'infuori.

Vide un paio di donne seguire un uomo alto, capelli corvini, mascella spigolosa.
Lei contrasse ogni singolo muscolo e spalancò gli occhi.
Toji.
L'uomo si accorse della sua presenza.
Alzò un sopracciglio,  mandando via con un cenno della mano le due donne e avvicinandosi a lei.

《E voi siete....?》

《Hai dimenticato ? Ci siamo sentiti ieri sera al telefono...nel tuo programma.》
Rispose Yuki, assottigliando gli occhi e deglutendo lentamente.
Non sapeva perché, ma lo sguardo dell'uomo le metteva addosso una soggezione incredibile.
Respiró un paio di volte, fino a che il respiro non le si smorzó in gola e si irrigidí ulteriormente, quando l'uomo lasciò andare una risata gruttale con le labbra schiuse.
Lui lanciò uno sguardo a Kento.

《Allora avevi ragione. Non sei così disperata.》

Il biondo alzò un sopracciglio, aprendo la bocca e facendo per parlare, ma venne bloccato immediatamente da Toji che fece un cenno e si girò:《accomodatevi. Tra un quarto d'ora si inizia. Ne vedremo delle belle.》
Non si fidava di quell'uomo.
Mosse le gambe, i suoi piedi eseguirono i comandi a fatica ma...in modo sbagliato.
La fecero inciampare sui fili, il bicchiere che aveva in mano le scivolò e andò a finire su Toji.
La cioccolata calda gli macchió tutta la t-shirt,  dietro la schiena e lei sussultó.

《Oddio...oddio, mi dispiace così tanto.》
Il cuore riprese a battere così forte che, nell'agitazione, per prendere i fazzolettini dalla borsetta, scivolò anche lei andando a sbattere contro il cameraman e , quest'ultimo,  preso alla sprovvista, andò a colpire un'altra assistente sulla testa, producendo una serie di eventi a catena.

《Megumi. Mi serve una mano.》
Nonostante il tono calmo e piatto che aveva usato Toji, aveva fatto uscire tutta la sua rabbia. Era ancora girato di spalle, quando un ragazzo, non poteva avere più di sedici anni, sbucó da dietro una porta a vetro, rimasta aperta, con una maglietta di ricambio.
《Stai bene ?》
Kento le si era avvicinato.
Lei annuì velocemente, dandosi una sistemata veloce.
I due avevano una vaga somiglianza, ma non ci fece tanto caso, vide solo lo sguardo di Toji di traverso che la fece congelare sul posto.
《Andate a sedervi.》

Hate and Love (JJK)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora