11.

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《Che fai.
Ora mi segui ?》
Ringhió Yuki; l'uomo sembrava non essersi proprio accorto della sua presenza.
Infatti, Toji si girò con un sopracciglio alzato.
Era appoggiato con un braccio a una stanza adiacente, c'erano un paio di porte rosse che portavano ai bagni.

《Che ci fai tu qui ?》
Sembrava sorpreso tanto quanto lei.

《Cosa ci fai tu qui.》
Ribatté lei; più che una domanda era una affermazione.
Una volta era un caso, ma due invece.
《La smetti di seguirmi?》

《Che ?》
L'altro rimase con un sopracciglio alzato e un sorriso beffardo sul viso, pronto per chi sarebbe scoppiato a ridere da un momento a un altro.
《Sono venuto qui in compagnia, come tu hai già visto probabilmente. 》

《Impossibile.  Un troglodita come te con una donna ?》
La bionda intrecció le mani al petto, dopo che si mise dritta di fronte a lui, guardandolo dritto negli occhi e con il mento alzato.
Lui era alto, tanto alto ma lei non aveva paura della sua stazza.

Toji storse le labbra:《tu sei pazza. Non ruota tutto intorno a te.》
Poi fece un sospiro, mettendo anche lui le braccia intrecciate al petto e chinandosi quanto bastava per far incrociare di più lo sguardo con il suo.
Troppa vicinanza, si sentiva morire.
《Ti interessava della mia vita amorosa, però.》
Lei aggrottó le bionde sopracciglia; non avrebbe mai dimenticato quella figura che l'uomo le aveva fatto fare nel suo studio.

《Pft. Sentila un po'.》
Toji roteó gli occhi, allontandosi appena e alzando lo sguardo.
《Nemmeno al tuo fidanzatino li sembra interessare più di tanto la vostra vita di coppia.》
Alzò lo sguardo in direzione della sala e lei lo seguì a ruota.
《Se questo è il vostro appuntamento mi sa che ti è andato male.》
La donna non aveva visto quello strano sorriso che si era esteso sul viso del più alto siccome era impegnata a guardare Kento con gli occhi sgranati, infatti l'uomo aveva approfittato della sua assenza per far sedere al suo fianco una donna che non riuscì a vedere bene in viso, siccome era voltata di spalle, ma riusciva a vedere perfettamente il braccio di lui che si era avvolto attorno al suo collo.

《Vaffanculo, Toji.》
Ringhió Yuki, a bassa voce; lei si girò nella sua direzione e gli diede una spinta, ma non lo mosse più di tanto. E nemmeno le interessava, siccome orami era più che lontana da lui e diretta verso il suo tavolo.
《Grazie Kento.》
A quel punto guardò sia il biondo che lei; non la conosceva.
Kento rimase con gli occhi e la bocca sgranati, ma doveva aspettarselo.
Non parlò.
Lei prese la sua borsa e se la portò al petto.

《Yuki, aspetta...》
Fece per alzarsi ma lei era lontana anche da lui, ormai.
Era diretta verso l'uscita del locale, ne varcò la soglia e fece un profondo respiro: aveva bisogno di urlare, di piangere e sentiva un grosso peso al posto del cuore.
Aveva passato l'intera vita alla ricerca dell'uomo perfetto e pensava di averlo trovarlo. Ma lui aveva smontato tutto come un castello di carte.

《Ti serve un passaggio?》
La voce di Toji le fece alzare il viso: lui era lì, al suo fianco, impegnato ad accendere una sigaretta.

《No, non voglio vedere il tuo brutto muso.》
Sibiló lei, stringendo la borsa tra le mani e camminando sul marciapiede.
Kento non si era nemmeno preoccupato di rincorrerla.
Ma non aveva nemmeno senso, nulla aveva più senso.

Hate and Love (JJK)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora