12.

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Aveva fatto sì e no quattro passi, dal ristorante a dove si trovava, sentiva dietro di sé un'auto che stava al suo stesso passo nonostante lei fosse appostata al marciapiede, poi quell'auto si accostò a lei: una grande auto dai finestrini neri, quello del posto del guidatore si abbassò rivelando nuovamente il viso di Toji.
Quel sorriso da stronzo che aveva la irritava e non poco.
《Sali.》

《Toji, sei ancora qui ?》
Si fermó, portando le mani sulle braccia per riscaldarsele.
Aveva freddo, si maledì consapevole che ,nella sua sbadataggine, avesse dimenticato il cappotto nel locale.

《Sali.》
Ripeté il corvino con quel tono che non ammetteva nessuna replica; lasció andare un ultimo sbuffo di fumo prima di lanciare dal finestrino la sigaretta finita.

《Va bene. Salgo solo perché qui si muore di freddo.》
Alla fine si arrese, fece il giro dell'auto ed aprì la portiera lasciandosi andare a un sospiro quando toccò con il sedere quel sedile così morbido.
《Se ho accettato non vuol dire che tu improvvisamente mi stia simpatico.》
Assottiglió lo sguardo, girando poi il viso verso la parte del finestrino.
Non voleva guardarlo in faccia, lo odiava così tanto e stare con lui, in quello spazio così ristretto, le provocava un fastidio immane.

《Te lo devo, solo perché mi sono comportato da stronzo.》
Lei alzò un sopracciglio, girandosi finalmente a guardarlo: si stava forse scusando?
Si inumidì le labbra con la lingua, poi lasció andare un sospiro da quelle labbra schiuse e socchiuse gli occhi.

《Non mi servono le tue scuse.》

Toji intanto, in silenzio, stava guidando.
Aveva lo sguardo puntato sulla strada e non aveva nessuna intenzione di toglierlo da lì.
《Stai tranquilla che non mi sto scusando e non ho motivo di farlo. 》
Sussurrò, stringendosi nelle spalle.

Visto da quell'angolazione,  messo di profilo in quel modo, poté vedere meglio il suo viso.
Aveva la mascella spigolosa, il naso perfetto e all'insù in una punta, lo sguardo sottile e il viso così piccolo, rispetto al fisico pompato che aveva.

《Che stronzo.》
Sussurrò Yuki, spostando nuovamente lo sguardo verso il finestrino.
Intanto sentí l'altro ridacchiare.

Arrivarono davanti casa sua in poco tempo, gli aveva dato istruzioni su dove andare e lui le aveva seguite.

《Quindi è qui che abiti ?》
Chiese l'uomo, sporgendosi un po' in direzione del parabrezza e puntando lo sguardo verso una piccola e graziosa casetta, contornata da altre casette della stessa ampiezza.
Tante villette a schiera di mille colori erano accostate l'una all'altra; c'erano piante e alberi.
Proprio un luogo tranquillo dove stare.

《Sí. 》
Mugoló la donna, appoggiando la mano sulla portiera con l'intenzione di aprire l'auto ma sentí una presa al polso che le impedì di scendere dall'auto e che la fece girare verso di lui.
《Che vuoi ?》
Ringhió, stringendo i pugni.

Toji stese un sorriso:《facciamo un patto.
Io ti aiuto a conquistare il tuo bel signorino ma tu dovrai dirmi che sono il miglior conduttore del mondo.》

A quel punto Yuki aggrottó le sopracciglia e fece un sospiro.
《Cosa c'è sotto?》

《Oh, nulla.》
Fece l'altro alzando le spalle.
《Ma sono sicuro che tu non lo ammetteresti mai.
Nemmeno sotto tortura.》
A quel punto sorrise e allungò una mano verso la sua direzione.

《E va bene.》
Si arrese lei,osservando la sua mano e poi lui.
《Abbiamo un patto.》
Gli disse stringendo la sua mano.

Hate and Love (JJK)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora