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Non è mio solito fare tardi agli appuntamenti, soprattutto se si parla di appuntamenti di lavoro.
La sveglia non è suonata questa mattina, mi sono preparata in fretta e furia e mi sono catapultata in macchina , diretta al mio nuovo posto di lavoro

« Certo che ci vuole un culo in queste situazioni» Martina, la mia amica, aveva avuto meno fortuna di me. Non era stata scelta per questo tirocinio in collaborazione col Barcellona

« Ci vuole culo anche ad arrivare in ritardo il primo giorno però » dico, fissando il cruscotto della mia macchina

« Meglio fare tardi lì che fare tardi con i bambini delle medie » dice disperata dall'altro lato del telefono. Sorrido scuotendo la testa e tiro giù un paio di parolacce all'ennesimo semaforo rosso

Sono le 9:50, tra dieci minuti devo essere lì.

« Vabbè Marti, devo andare, ci vediamo stasera?» domando , sperando non abbia altri impegni.
Tra esami e impegni vari non siamo riuscite a vederci molto in questi giorni

« Esco con uno stasera, scusa » sbuffo divertita ma contenta per lei.
È anche ora che si rifaccia una storia

« Marti non fare cazzate, è presto per diventare zia »

« Tranquilla mamma, starò attenta » ridiamo insieme poi suono il clacson, intimando chi sta avanti a me a muoversi

« Te quiero bibi, ci sentiamo »

« Yo tambien te quiero, fammi sapere come va »
chiude la chiamata e finalmente arrivo a destinazione.

Scendo dalla macchina e la maestosità del Camp Nou mi fa sentire minuscola.
Entro, mi fermo all'ingresso e chiedo sia del mister che dell'amministratore.

Osservo i colori che si mischiano tra di loro e sorrido. Il Barcellona è la squadra preferita di mio padre da quando ne ho memoria. Sapere che sarei venuta a lavorare qui con molti dei suoi giocatori preferiti, lo ha fatto saltare dal divano con un agilità che non sapevo avesse

« Beatriz Murano? » Xavi, l'allenamento della squadra, viene verso di me con fare interrogativo e davanti al mio annuire, sorride, tendendomi la mano

Sorride presentandomi poi l'amministratore della società e mi invita a seguirli verso il campo, probabilmente dove sono riuniti i giocatori

« Ragazzi un attimo di attenzione! » al suo richiamo tutti smisero di fare ciò che stavano facendo e gli prestarono attenzione
« Lei è la signorina Murano, fa parte del team che vi allenerà.
Ci seguirà negli allenamenti e nelle partite, sia in casa che in trasferta, per qualsiasi cosa non esitate a chiedere e non lamentatevi degli esercizi.
Vi metterà sotto in maniera pesante »

Sorrisi debolmente facendo un saluto con la mano ai giocatori « Adesso la lascio a voi per un po' non distruggetela, tra poco cominciamo »

Nel momento in cui venni lasciata sola con loro, mi accorsi dei sorrisi amichevoli che avevano in viso. Cominciarono a presentarsi tutti quanti, rimasi sconvolta dal loro essere gruppo e dalla passione con cui affrontavano ogni cosa

« Parlaci un po' di te dai! » Gavi, numero 6, mettendomi un braccio sulla spalla mi coinvolge nei loro discorsi

« Non c'è molto da dire in realtà, sono italo-spagnola, mamma spagnola e papà italiano, studio scienze sportive, ho fatto calcio e pattinaggio fino ai 18 anni e ho una coinquilina pazza » spiego velocemente

« Quanti anni hai? » il numero 8, Pedri - uno dei miei preferiti - attira la mia curiosità

« Ne faccio 21 l'anno prossimo » annuisce solamente.
Noto il tutore al ginocchio, l'infortunio lo sta tenendo fermo, ma lui non riesce a stare lontano dalla squadra

« Come ti possiamo chiamare? » Alla domanda di Fermìn sorrido, facendo finta di pensarci

« Bea va benissimo e perfavore non datemi del lei, ho 21 anni non 50 »

Passiamo qualche altro minuto a parlare e a scherzare, poi nel momento in cui arriva il mister tornano tutti seri, aspettando indicazioni.

Affianco il mister e guardo i ragazzi allenarsi
« Come ti sembrano? » domanda

« Tosti e agguerriti, ma sempre pronti ad appoggiarsi. Sono un bel gruppo »
dico, mettendo una mano sugli occhi per vederli bene

« Ti lascio all'opera, questo è tuo » mi passa un fischietto e a quel punto sorrido soddisfatta.
È il momento di far vedere come ci si allena

« Cominciate a fare delle coppie, correre alternati e vi scambiate, vi dico io stop »

« Come dovremmo alternarci? » Yamal, vedendo la confusione generale, mi pone la domanda

« Chi corre diritto sul lato lungo, corre all'indietro sul lato corto, sul lato lungo vi scambiate di nuovo ; Nell' altro giro poi vi invertite » metto il fischietto tra le labbra e comincio a dare il via alle varie coppie

« Penso di ritenermi fortunato a non dover fare questi esercizi oggi » Pedri, alle mie spalle, mi fa sobbalzare

« La fortuna non ti accompagnerá per sempre »
dico ridendo, continuando a fare ciò che facevo prima

« Allora mi godrò questi 28 giorni di pausa, poi starò tra le tue grinfie anche io » mormora divertito

« Magari potrei andarci un po' più leggero con te , ma non ho la certezza che lo farò »
dico ridendo, guardando i ragazzi che corrono

« Credi che più avanti ci sia qualche esercizio che possa fare anche io per far rimettere prima questo gioiellino qui? »

Il modo in cui si rivolge al suo ginocchio mi fa quasi tenerezza

« Ti manca così tanto allenarti? » domando con un sorriso, alzando la testa verso di lui

« Non hai idea di quanto! Comunque non hai risposto alla mia domanda » mi fa notare

« Ora è presto, magari tra una settimana o due. Considera che devi fare anche la fisioterapia »
spiego velocemente

« Perché non fai tu la fisioterapista? » domanda

Ma questo che vuole? Infastidirmi?

« Perché la richiesta è stata fatta per aiutare i giocatori nell allenamento, non per la fisio » dico

« Ci parlo io col mister »

« Facciamo che ci penso, ok? » Lui sorride e annuisce per poi continuare a guardare i suoi compagni

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐒𝐎𝐍𝐈𝐂𝐎 | PedriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora