diciannove

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Entro nel campo d'allenamento della squadra, vedo i ragazzi che ancora parlano tra di loro.
Controllo un' ultima volta il referto tra le mie mani e chiamo anche Gavi, che intanto era seduto su uno spalto.

« Che sono queste facce da morto? » domando ironica, osservando come ancora stanchi si fingono pronti per questo allenamento

« Fa caldo » si lamenta Balde, lasciando cosi che io inarchi le sopracciglia, osservandolo in maniera scrupolosa

« Beh tenetevi pronti perché ho una notizia che vi farà cambiare completamente pensiero »
commento, mostrando loro la busta che è poggiata sul blocchetto di plastica

« Sono gli inviti del tuo matrimonio con Pedri? »
domanda Cubarsì ridendo, ottenendo un coppino sul collo da parte del ragazzo, mentre io assumo un'aria imbarazzata

« Per quanto possa sembrare una cosa bellissima quello che tu hai detto, no, io e Pedro per ora ancora non ci sposiamo, questo è l'esito degli esami di Gavi »

Appena pronuncio quelle parole il diretto interessato alza la testa con aria preoccupata, osservandomi speranzoso
« Mi dispiace Pablo »

Altro che gioia quella che leggo negli occhi dei ragazzi, la tristezza più assoluta si fa spazio sui loro volti
« Ma da oggi anche tu dovrai subirti i miei richiami negli allenamenti »
dico ridendo, mostrando a tutti il foglio in cui c'è scritto che Pablo è idoneo a riprendere gli allenamenti

Dopo essere stata mandata a fanculo da tutta la squadra,  il sivigliano viene verso di me e mi abbraccia con le lacrime agli occhi. So quanto gli è mancato allenarsi col gruppo durante le partite, spero che torni al 100% per la partita di Domenica contro il Girona

« Adesso però dobbiamo cominciare » dico, dopo aver ripreso il momento del bentornato e averlo postato sui social.
Adesso bisogna spingere e lavorare sodo.

« Ferran! Tira quella gamba e prendi meglio la mira » dico fischiando.
Mi chiedo dove sia Flick, visto che non ne ho idea

« Dani no così » dico, avvicinandomi al platinato « Devi girarti »
annuisce, poi replica l'esercizio.
Prendo il telefono e noto solo ora il messaggio dall'allenatore

"Ciao Bea, ho avuto un problema in famiglia, oggi non potrò esserci, gestisci tu come meglio credi, poi mi farai il resoconto. Buona giornata😘"

Sospiro, poi velocemente gli rispondo, prima di rimettere il telefono a posto
« Che fai? Mi tradisci? » sento la voce di Pedro arrivare nitida alle mie orecchie, così giro la testa verso di lui

« Si amore, con Flick » dico ironica, cominciando a mettere i palloni nella sacca

Alza gli occhi al cielo divertito, poi sorride
« Andiamo a cena insieme stasera, ti va? »
Annuisco solamente, lui sorride e poi si guarda intorno, prima di posarmi un veloce bacio sulle labbra e tornare dai suoi compagni

[ ... ]

« Amore sei pronta? » Pedro è nel salotto di casa mia, così come Gavi, ma Pedro almeno è vestito e non è mezzo nudo.

« Arrivo » dico urlando, dandomi un'ultima occhiata, prima di spruzzarmi il profumo e lasciare la mia stanza

Facendo attenzione a non inciampare nei miei piedi, cioè nei tacchi che Martina mi ha costretto a indossare, e stando attenta a non rovinare il vestito viola che ho indosso, arrivo davanti sl ragazzo, vestito con un jeans nero e una camicia bianca
« Ho qualcosa in faccia? » domando, notandolo che mi fissa

« Sei bellissima » sussurra in modo che possa sentirlo solo io, che sono vicino a lui

« Anche tu non sei male Pepi » dico ridacchiando, mentre Martina si piazza davanti a noi

« 2 regole » comincia ,  facendo il numero con le dita, mentre io e Pedro ci guardiamo divertiti dalla Situazione

« Sentiamo » ribatte prontamente il canario

« 1. Non farla ubriacare,
2. Non metterla incinta.
Chiaro Gonzalez? » domanda e il ragazzo scoppia a ridere

« Tranquilla Marti, non accadrà nulla di tutto ciò » dice ridendo, stringendo la presa sul mio fianco

« Adesso filate, dai! » le lascio in bacio sulla guancia e prendo le chiavi di casa, poi usciamo di casa dirigendoci sul luogo del nostro appuntamento

« Se ci pensi questa è la nostra prima vera uscita da quando siamo insieme »
ci siamo sempre visti o a casa mia o a casa sua, non c'è mai stato un vero primo appuntamento

« Ora che mi ci fai pensare è vero » dice, cambiando la marcia
« E sempre ora che ci penso mi sta salendo un po' d'ansia »

scoppio a ridere, lui mette un broncio ironico
« Perché? » chiedo poi, poco prima che la macchina si fermi

« È come se dovessi conquistarti una seconda volta; la prima l'ho fatto facendo lo stronzo, ma se adesso facessi il ragazzo dolce ti conquistarei lo stesso? »

Inarco un sopracciglio, poi mi sporgo per dargli un bacio sulla guancia
« Mi conquisti già ogni giorno , Gonzalez, mi piace ogni lato di te »
Mi sorride sornione, prima di parcheggiare davanti a uno dei ristoranti più in voga di Barcellona

« Sei pazzo » dico seria, osservando il posto davanti a me, mentre mi metto a braccetto con lui
Mi guarda stranito, come se non capisse
« Questo ristorante stasera ti costerà un occhio della testa »

Ridacchia, poi mi lascia un bacio in fronte
« Amore mio, lo sai che non è un problema.»

« Lo so, solo che non sono abituata alla gente che spende soldi per me »

« Smettila di essere così pragmatica.
Tu fai tanto per me tutti i giorni e io non posso mai ricambiare come voglio, questa cena per te è il minimo » dice facendomi sorridere

Senza pensarci stampo le mie labbra sulle sue, per poi pulirgliele col pollice, dato i residui di rossetto

Mi bacia la mano, poi mi trascina dentro con sé, prendiamo posto a un tavolo in una zona abbastanza tranquilla e cominciamo così la nostra cena
« Senti penso sia il momento di dirtelo » commenta serio, posando il bicchiere sul tavolo

« Così mi spaventi però » mi allarmo, girando lo schermo del telefono da cui avevo controllato l'orario

« Io ti amo, Bibi. E non mi interessa se ora tu non sei pronta a dirmelo perché è la tua prima relazione o perché non ti senti pronta, volevo solo dirtelo »

A quel punto impalmo, mi blocco totalmente
« Amore? Di qualcosa, ti prego » è in ansia

« Ti amo anche io » biascico tra le lacrime, vedendolo fare un sorriso.
Incrociamo le nostre mani sul tavolo e continuiamo a parlare, finché poi non decidiamo di alzarci dal tavolo per andare fuori.

Prima di entrare in macchina, si guarda intorno e mi fa girare, unendo prepotentemente le nostre labbra
« Ti amo tanto » sussurro sulle sue labbra, vedendolo sorridere

𝐒𝐔𝐏𝐄𝐑𝐒𝐎𝐍𝐈𝐂𝐎 | PedriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora