1

1.6K 33 12
                                    

Io e Rebecca siamo migliori amiche probabilmente dal primo momento in cui ci siamo viste. Forse dall'asilo, forse anche da prima.

Rebecca, al contrario mio, è una più sfrontata. Così mi ha sempre fatto da scudo, per tutte le elementari, poi le medie, ed infine le superiori.

Sono sempre stata una più chiusa, non mi è mai piaciuto uscire, soprattutto nei luoghi affollati. In questo, Rebecca mi ha aiutato molto.

Io e Rebecca, passiamo quasi tutti i giorni insieme, abitiamo vicinissime.

C'è solo una cosa che odio. Suo fratello maggiore, Riccardo.

Noi due abbiamo sempre avuto un pessimo rapporto, ci siamo sempre limitati al minimo delle interazioni necessarie. Perchè ogni volta che proviamo a dirci più di due parole, finiamo per litigare.

Rebecca ha sempre cercato di farci andare d'accordo, ma non ci è mai riuscita. Siamo semplicemente incompatibili, quindi nel 90% dei casi finivamo per ignorarci e basta.

Abbiamo due caratteri che si scontrano. D'altronde io sono cancro, lui toro. Secondo l'oroscopo in realtà, io e lui dovremmo comprenderci e andare d'accordo. Penso che questa volta, l'oroscopo si sia sbagliato di grosso.

Riccardo è un calciatore e saranno un paio d'anni che lo vedo forse due volte l'anno. Ero rimasta che giocava con una squadra in Svizzera, il Basilea. Ma adesso non so proprio cosa stia facendo.

Rebecca mi racconta entusiasta delle sue partite, ed io da buona amica la ascolto, anche se di lui non mi interessa per niente.

"Dai vieni." Rebecca all'uscita da scuola mi trascina con un braccio.

"Ciao Sofi." Mi saluta Barbara, la madre di Rebecca e Riccardo. "Com'è andata scuola?"

"Come deve andà mà? Ormai tanto è quasi finita." Le risponde Rebecca scocciata.

E' fine maggio, e per noi all'ultimo anno è anche peggio. Abbiamo gli esami quest'anno, ed io non mi sento pronta per niente.

Nel tragitto mi fermo ad osservare ogni dettaglio della strada, mentre Rebecca e sua madre parlano di non so cosa.

Roma, a maggio, ma anche tutto il resto dell'anno, è bellissima. È caldo, le persone girano a maniche corte. Sembra che sia già estate.

"Sofi allora domani andiamo a ballare?" Mi domanda Rebecca e torno per un attimo alla realtà.

Domani è il compleanno di Rebecca, compie finalmente diciotto anni, che io invece ho già compiuto, l'anno scorso a giugno. Io e lei ci portiamo un anno di differenza, ma siccome ha anticipato, siamo sempre state in classe insieme.

Rebecca ama festeggiare i compleanni, ed ama anche la discoteca. Così ha deciso di unire queste due cose.

"Ho invitato tutta la classe, sarà una festa incredibile!"

"Però non fate tardi." Ci bacchetta Barbara ed io mi metto a ridere.

"La solita guastafeste."

Io e Rebecca abitiamo a poche case di distanza, così o sto io a casa sua o viceversa. Ormai sia a casa mia, che a casa sua, noi due viviamo come due gemelle siamesi. Mia madre si è rassegnata all'idea di avere due figlie, così come i genitori di Rebecca.

Una volta pranzato, io e lei, andiamo in camera sua, per "studiare". Per noi però è sinonimo di "spettegolare".

"Hai sentito di Martina? Dicono che sabato scorso l'hanno vista con un uno... il fratello di una sua amica."

"Davvero?" Spalanco gli occhi e Rebecca annuisce.

"A me darebbe fastidio se tu frequentassi Riccardo." Commenta, e a me viene spontaneo ridere. "Poi smetteresti di uscire con me per stare con lui, e mi scarteresti."

"Non c'è pericolo, questo problema non lo avrai mai."

E ne sono sicura al 100%. Io e Riccardo non riusciamo a guardarci negli occhi per più di dieci secondi, figuriamo se ci potremmo mai fidanzare.

Altro motivo per cui non riesco a guardarlo, è il fatto che mi ricorda il mio primo bacio. Era una stupida festa, forse in primo superiore. Ci siamo dovuti baciare, per colpa di quel gioco malefico che è "obbligo o verità".

Non ho mai detto nè a lui, nè a Rebecca, che si trattava del mio primo bacio. Odio ricordarmelo, perchè avrei voluto darlo ad un ragazzo importante, uno che contasse con me. Invece l'ho sprecato con Riccardo.

"A proposito, che fine ha fatto?"

"Gioca a Bologna, ma forse vogliono comprarlo, non si sa..." Risponde girando su se stessa con la sedia della scrivania. "Penso dovrebbe tornare tra qualche settimana."

"Brava che me l'hai detto, così mi preparo psicologicamente."

"Dai non è così terribile."

Oh, eccome se lo è.

L'anno scorso, mi ha rovinato non si sa quante uscite. Ogni volta che scopre che sto frequentando qualcuno, riesce a boicottarmi.

Ancora non ho capito per quale motivo lo faccia, ma sicuramente per divertimento.
L'unica cosa che ho capito, è che si diverte ad infastidirmi, in qualsiasi modo possibile.

"Poi dopo gli esami andiamo in vacanza."

"E pure Riccardo?" Lei annuisce ed io alzo gli occhi al cielo.

"Quando saprai dove andremo, non ti interesserà la sua presenza."

"Dove andiamo?"

"Top secret, te lo dirò all'aeroporto."

Rebecca sa benissimo che io odio le sorprese, di ogni tipo. L'altra cosa che odio, sono le persone che dicono le cose a metà.

Sarà un gene recessivo dei Calafiori, che li spinge a farmi impazzire, in un modo o in un altro.

"Fammi tornare a casa, mamma mi aspetta a cena."

"Poi dopodomani vai da tuo padre?" Mi domanda ed io annuisco.

I miei si sono divorziati almeno cinque anni fa.
Per una ragazzina, appena uscita dalle medie e che sta per cominciare le superiori, è stata una bella botta.

L'ho vissuta veramente male. Soprattutto perché, andavo da Rebecca e invece vedevo una famiglia unita, dei genitori che si volevano bene.

Ci ho messo un po' a metabolizzare, che non fosse colpa mia, e che le cose forse sono meglio così. Litigavano di continuo, adesso invece mi godo la pace, sia da mia madre, che da mio padre.

Mio padre lo vedo poco, lavora fuori, quindi vado da lui le volte che passa per Roma.

"Allora ci vediamo domani." Le dico.

"Andiamo a fare shopping? Mi sono resa conto di non avere il vestito." Domanda ridacchiando ed io annuisco.

Esco da casa sua, e nel giro di secondi arrivo a casa mia.

Il tramonto illumina il cielo di rosso. È piacevole passeggiare a quest'ora, comincia ad essere meno caldo, ed il panorama è spettacolare.

È una zona tranquilla la nostra, residenziale, un po' più lontana dal caos del centro città.

Quando guardo il giardino di casa, rivedo in maniera vivida io, Rebecca e Riccardo che giochiamo da piccoli.

Riccardo era quello che si divertiva di meno. Io e Rebecca volevamo giocare con le bambole, e lui si ritrovava a giocare da solo a pallone. Quella passione l'ha sempre avuta, ed aveva pure un certo dono con la palla.

Riccardo poi, era quasi sempre obbligato a stare con noi, proprio perché era il più grande, ed aveva il compito di "controllarci".
Per questo era sempre scocciato e rispondeva male, si annoiava a fare il babysitter.

Scuoto la testa, come per scacciare questi ricordi, chiudo la porta dietro le mie spalle, lasciandoli definitivamente fuori.



----

Eccomi di nuovo... sempre io, ahaha. Questa volta la storia ha uno stampo totalmente diverso dall'altra, e prevedo anche che sarà più lunga (forse una cinquantina di capitoli). Cerco di pubblicarne uno al giorno, magari anche due, così da non affrettare le cose. Detto questo, buona lettura! Spero sia ugualmente apprezzata come Cupido <3

-pippis

NEMICIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora