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Dopo qualche giorno siamo andati a vedere l'appartamento, in cui probabilmente rimarremo per i prossimi tre anni. Che potrebbero essere anche molti di più.

Appena l'ho visto, mi sono resa conto che le foto postate dall'agenzia immobiliare, non rendessero bene l'idea.

È una zona residenziale di Londra. Proprio da film: la mattina passa la gente per la passeggiata mattutina, e quelli che invece portano a spasso il cane, e ancora le coppie che spingono un passeggino.

La luce che riceve questa casa è qualcosa che non ho mai visto in vita mia.

Sono abituata al caos di Roma, ai rumori. Qui invece mi godo appieno la quiete che non sono mai riuscita a vivere prima.

Poi il caos arriva non appena devo arrivare a lavoro. Una delle varie agenzie di marketing, ha preso in considerazione il mio curriculum e mi ha assunta.

In poco tempo ho scalato le cariche all'interno dell'azienda, anche grazie al fatto che sono solita portarmi il lavoro a casa. Ma pare che sia proprio questo che apprezzano di me.

Delle volte Riccardo mi prende in giro, dice che sono venuta a Londra per lavorare e non per lui. Ma lo liquido dicendo che se avessi voluto, avrei tranquillamente lavorato a Roma. Anzi lì almeno c'era mia madre che mi accudiva.

Riccardo si trova bene all'Arsenal, ed è cresciuto tanto come calciatore. Era già bravo, si è solo perfezionato.

Quando posso, vado a vedere le sue partite, e cerca sempre il mio sguardo tra le tribune.

Non pensavo di vivere un amore in questo modo.

Certe volte, quando sono a casa da sola, mi fermo a pensare a cosa sarebbe successo se fossi rimasta a Roma, con Matteo.

Non credo sarei mai stata felice come lo sono ora. Anche se è difficile, sono lontana da Roma, dalla mia famiglia, non vorrei trovarmi altrove. Ho Riccardo, e questo mi basta.

La cosa che odio di più però, è prendere la metro per tornare a casa da lavoro. Di solito torno sempre piena di cartelline, fogli, scatole, e non riesco mai a respirare per la mancanza di spazio.

Mentre scendo, arrivata alla mia fermata, qualcuno mi da una spinta e mi fa cadere.

"Ci mancava questa." Borbotto vedendo tutti i fogli sparpagliati per terra.

Comincio a raccoglierli, e ben presto qualcuno mi aiuta a rimetterli nel raccoglitore.

"Thank you, sir."

Ma quando alzo lo sguardo faccio fatica a credere a chi ho davanti a me.

"Matteo? Che ci fai qui?" Domando con un'espressione incredula.

"Ciao Sofia." Mi sorride, passandomi i fogli. "È bello rivederti, è passato tanto tempo."

Mi stupisce il fatto che sia così gentile con me. Mi sono convinta per tutto questo tempo che ormai mi odiasse, e avrebbe fatto bene a farlo.

Gli ho nascosto una mia vecchia relazione, e quando si è ripresentata ho scelto Riccardo a lui.

"Già." Mi rialzo in piedi. "Cosa ti porta a Londra?"

"Per lavoro, sono direttore di una banca."

"Caspita... complimenti."

"Ti andrebbe di andare a prendere un caffè?" Mi chiede e non vedo il motivo di rifiutare.

A pochi metri c'è una caffetteria, che fa le migliori donut del mondo. E lo so perché ci passo ogni mattina prima di andare a lavoro.

"Allora che mi racconti?" Gli domando sorseggiando il mio pumpkin spice latte, è d'obbligo in autunno.

NEMICIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora