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Come in un attacco di bipolarismo, dalla mia estrema felicità quando mi trovavo con Riccardo a Londra, passo alla mia tristezza non appena tornata a Roma.

Mi sento come un tossicodipendente una volta che l'effetto è sceso e vuole un'altra dose. O peggio, un tossico in crisi d'astinenza.

In entrambi i casi, non credo di stare tanto bene.

Non pensavo avrei sentito così tanto l'effetto della sua mancanza. Dopotutto sono rimasta a Londra una settimana, mica un giorno.

Eppure Riccardo ha questo potere su di me.

Ho gli esami tra una settimana, ma non riesco a concentrarmi. Mi manca, è l'unico pensiero che ho in testa.

È tutto fuorché una cosa positiva. Significa che rischio di saltare un'intera sessione perché non riesco a studiare.

Mi chiedo se questa sia una sensazione passeggera, oppure se sia destinata a rimanere con me fino alla prossima volta in cui rivedrò Riccardo.

Non posso permettermi di compromettere però il mio risultato accademico. Non riesco proprio a comprendere perché non riesca a concentrarmi, ma è snervante.

"Il saggio marginale di sostituzione è il rapporto tra la quantità di un bene a cui il consumatore è disposto a rinunciare e la quantità dell'altro bene che riceve in cambio... Cazzo."

Ero riuscita a riaprire il libro, ma mi arriva un messaggio sul telefono che mi scombussola la concentrazione.

"Ti posso chiamare?"

Ho chiamato direttamente io Riccardo.

"Ciao amore." Sorrido sentendo questo nomignolo.

"Ciao, hai interrotto il mio studio."

"Cazzo scusami." Si ferma un attimo. "Potevamo sentirci dopo."

"No, non preoccuparti." Mi sdraio sul letto a pancia in su e fisso il soffitto.

Sentire la sua voce mi fa bene e male. Male, perchè mi fa realizzare quanto noi due siamo distanti. Bene, perchè almeno so che sta bene, e dimostra di volermi sentire, di volerci provare.

Ieri Riccardo ha giocato con la Nazionale contro la Francia, a Parigi. Ho visto la partita, e mi sono preoccupata per lui quando ho visto l'infortunio. 

"Rispetto a ieri sto meglio, ma non potrò giocare la partita lunedì. E' frustrante." 

Da Riccardo percepisco la sua voglia di ottenere tutto e subito. La sua fame lo spinge ad essere sempre il migliore, allo stesso tempo lo fa sentire amareggiato non appena qualcosa non va come dovrebbe.

"Amore non tutto può andare come programmi, pensa a riposarti e a tornare più forte di prima."

"Sbaglio o mi hai chiamato amore?" Domanda ed io accenno una risata.

"Hai sentito bene, non ti piace?"

"No no, cioè sì mi piace. Devo abituarmici."

Chiamarlo amore mi è venuto spontaneo. E pensare che eravamo Riccà e Serpe.

"Ti lascio studiare, ci sentiamo dopo se sei sveglia."

"Farò in modo di esserlo."

"Ti amo Sofì."

"Anch'io." Sorrido e chiudo la chiamata.

Faccio un sospiro pesante quando lo sguardo mi ricade sui libri. Dopo averlo chiamato, torno sempre poco volentieri a studiare. Parlerei con Riccardo per ore, se potessimo.

NEMICIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora