Prologo

67 2 0
                                    

"Io vi dichiaro marito e moglie! Potete baciare la sposa" sia io che mio marito stavamo aspettando solo che Padre Jeongin, il prete che aveva svolto il nostro matrimonio, ci desse il permesso di poterci baciare; era il prete della città e tra le altre cose era anche uno dei nostri più cari amici, tra cui un mio compagno di classe quando frequentavamo la scuola cristiana nel convento del paese (le lezioni erano pesanti e la Madre superiora di una severità inaudita). 
Han, mio marito, mi prese per mano dandomi un dolce bacio a stampo, ricevendo urla e applausi da parte degli invitati; non appena ci spostammo, posai la testa sulla spalla del ragazzo, cercando di nascondermi dietro di lui, nascondendo l'imbarazzo nel vedere tutta quella gente che ci stava acclamando "finalmente siamo sposati" sussurrò il ragazzo, che dopo quel giorno era diventato ufficialmente il mio consorte; "sono così felice, finalmente, non vedevo l'ora" risposi col cuore in gola.
"congratulazioni, sono così fiero di avervi unito davanti a Dio e a tutti questi testimoni, [t/n] mi auguro che verrai benedetta con un matrimonio felice e con tanti bambini" guardammo il prete che ci strinse la mano sorridente come non mai "grazie a voi per aver ufficializzato la cosa" risposi sorridendo al mio vecchio amico "aspettavo solo questo giorno, e voi, signore, abbiate cura di vostra moglie" rispose guardando Han che non smetteva di levarmi gli occhi da dosso, facendomi arrossire ogni volta che lo coglievo in fragrante "lo farò finchè morte non ci separerà, del resto l'ho giurato davanti a dio, devo mantenere la promessa" rispose riuscendo finalmente a distogliermi lo sguardo da dosso e guardare il sacerdote. "vi lascio al festeggiamento, che Dio vi benedica e che protegga questo matrimonio" rispose prendendo la bibbia che aveva posato poco prima sul leggio e ritirandosi per potersi rassettare le vesti per le prossime messe.
Era il giorno più bello della mia vita, finalmente avevo coronato il mio sogno, pensai che niente e nessuno poteva rovinare la mia felicità; ero consapevole che in quel momento avevo avuto esattamente tutto quello che potevo pretendere dalla vita.
Han mi scortò lungo l'altare, facendomi uscire dalla chiesa, dove ci aspettavano gli invitati che ci lanciarono dei fiori colorati, inondandoci di petali e di fiorellini più piccoli "viva gli sposi" si sentiva urlare "congratulazioni!" e quegli schiamazzi imperversarono fino a quando non giungemmo entrambi alla carrozza che ci avrebbe condotti alla villa in cui avremmo finalmente avuto un attimo solo per noi, senza tutta quella gente che ci ronzava attorno.
"Signori congratulazioni" disse il maggiordomo facendo un inchino, prima di aprire la portiera per farci entrare "grazie Minho, come siete gentile" risposi salendo con un po' di difficoltà per via del vestito pomposo, riuscii a vedere Han che stava sistemando il fiore che Minho stava portando sull'occhiello della giacca "avete finito?" chiese il più grande dei due, nonchè il maggiordomo, ridendo al suo migliore amico che più che aiutarlo si stava dilettando a dargli fastidio "adesso sì, dovevo darvi un po' di noia mio caro Minho" rispose prima che la porta della carrozza venisse chiusa, lasciandoci soli, accompagnati solo dal vociferare degli invitati che continuavano ad esultare.
"mia cara credo che quel vestito sia un po' scomodo" Han si sedette accanto a me, prendendomi subito le mani e sistemandomi una ciocca di capelli "di cosa ti preoccupi a breve me lo toglierai" sussurrai "non dire certe cose, è un attimo che ti sentano orecchie indiscrete" mi rimproverò giocosamente "che sentano pure, ormai siamo sposati mica é peccato" ribattei facendolo ridere. 

--------------------

Era tutto perfetto. Mi ero sposata, ero giovane, molto giovane, mi sposai appena maggiorenne, per l'epoca era accettato, anzi tanto meglio accasarsi il prima possibile e poi eravamo così tanto innamorati che non avevamo motivo per aspettare, eravamo pronti ad una vita insieme, un futuro fatto di bambini, nipotini e invecchiare insieme, ma non potevo sapere che i miei sogni non si sarebbero mai avverati. Quando mi sposai Era primavera del 1818 e niente poteva essere più perfetto. 
Ma la mia felicità morì cinque anni dopo, morì tutto quella notte... Quella maledetta notte di tempesta e di terrore.
Mi svegliai nel cuore della notte per via di alcuni rumori, vedendo che Han era già sveglio e si stava alzando per vedere cosa stesse succedendo. "Han?" sussurrai fermandolo, spaventata a morte che ci potesse essere qualcuno a casa "cosa c'è? Vado solo a vedere cosa succede poi torno, non ti preoccupare, magari sono i gatti di Minho che hanno fatto cadere qualcosa" rispose sorridendomi e dandomi un bacio sulla fronte "stai qui. Coricati io torno subito" mi raccomandò andando a vedere cosa fosse. Guardai mentre accendeva una candela, camminando per la stanza e uscendo per andare a vedere cosa fosse. 
Aspettai, aspettai parecchio, fino a quando i rumori non si intensificarono, accompagnati dal rumore di tuoni e dalla luce dei fulmini che illuminavano la villa "JISUNG!" urlai col cuore in gola, la paura mi stava distruggendo e non volevo nemmeno immaginare di poter restare sola ancora a lungo. Non ricevetti risposta da lui. Sbirciai fuori, ormai la casa la conoscevo a memoria, non mi serviva luce aggiuntiva. Scesi la scale, stringendomi la vestaglia in vita, riuscendo a vedere bene grazie alla luce dei lampi "HAN! HAN!" urlai cercando di avere risposta, ma non ricevetti nemmeno un lamento da parte sua.  

Scesi le scale guardandomi attorno e in quel momento vidi l'incubo. Mi scappò un urlo appena vidi il cadavere di mio marito disteso a terra con il corpo ridotto a pelle e ossa; mi inginocchiai accanto a lui, tirandolo verso di me e guardando come avevano ridotto l'uomo che amavo "Cosa ti hanno fatto..." sussurrai tenendolo a me. Le mie urla avevano svegliato Minho che corse da me, vedendo a sua volta la scena straziante "signorina per favore dobbiamo uscire da qui" disse cercando di farmi allontanare preoccupato che la persona che aveva fatto quello scempio fosse ancora in quella casa "lasciami qui! Se la bestia che ha fatto questo è ancora in questa casa, che venga! Che si avvicini e che tolga la vita anche a me, non ho intenzione di lasciare Han." risposi guardando l'uomo davanti a me che si inginocchiò accanto a me finendo per piangere a sua volta nel vedere il suo migliore amico in quello stato, finendo per abbracciare entrambi e piangere l'uno sulla spalla dell'altro. 

--------------------------------

Nessuno seppe trovare il colpevole. Nessuno di loro sapeva come fosse stato possibile dissanguarlo in così poco tempo. Nessuna pista degli investigatori aveva trovato una soluzione e l'unica idea era così assurda che non volli nemmeno crederci. Mi dissero che era colpa di un vampiro... un figlio del diavolo, un essere che ha creato Satana, entrato in una casa che pregava Dio ogni giorno... inutile dire che non presi bene quella notizia e apprendere che nessuno degli investigatori sapeva darmi una valida ed eloquente spiegazione, non faceva altro che farmi arrabbiare sempre di più.
in quell'istante, da quel giorno, la mia fede sparì del tutto, se Dio non voleva proteggermi lo avrei fatto da sola. Guardai la salma di Han, che giaceva nella bara, ancora aperta "troverò chi ti ha fatto questo... te lo giuro, non avrò pace fino a quando non saprò la verità... Ti amo" risposi tenendogli la mano, che al contrario della mia, era gelida. 
"[t/n]" sentii la voce di Jeongin alle mie spalle "le mie più sentite condoglianze per la tragedia..."
Rimasi impossibile, togliendo la mano da quella di Han "pregate voi per lui, io ho terminato tutte le parole e tutte le mie preghiere" 
"non dite così." sussurrò posandomi una mano sulla spalla "Dio lo accoglierà nel regno dei cieli"
"il vostro Dio, quello che voi venerate... Colui che dite che terra mio marito tra le sue braccia... ha ucciso l'uomo che ho amato più della mia stessa vita, lui lo ha strappato dalla mia promessa di matrimonio. Pregate voi per colui che lo ha ucciso. Io non pregherò più un dio che uccide gli innocenti e non condanna i peccatori, fate ciò per cui siete qui: pregate." 
"parli per rabbia... non ho altre spiegazioni, le vie di Dio sono infinite, non posso sapere il motivo di questa disgrazia e ne sono profondamente addolorato" disse guardandomi, prima di abbassare lo sguardo sulla salma e fare il segno della croce
"non sono infinite sono ingiuste! Guarda cosa ha fatto Dio! Guardalo! Ucciso come una bestia! Il tuo dio è un mostro" 
"non bestemmiare." mi rimproverò 
"e tu non dire idiozie. Conducete mio marito in paradiso, vi chiedo solo questi. Io ho altri piani" risposi uscendo dalla stanza, lasciando che facesse la sua funzione. 
Minhò mi aspettò, prendendomi per un braccio e da bravo uomo quale era, mi sorresse, conducendomi verso casa, mantenendo un passo lento e stando attento a non affaticarmi "signorina... state bene?" chiese preoccupato, sentendomi mentre singhiozzavo "torniamo a casa, non vi preoccupate, devo solo calmarmi, mi manca così tanto" risposi sorridendo tristemente e a forza da sotto il lungo velo nero che mi copriva il viso "anche a me signora, mi manca tantissimo... Prometto che mi prenderò cura di voi, lo devo ad Han" rispose stringendomi la mano per darmi un minimo di forza. Da allora la mia vita cambiò drasticamente, ma per li meno non ero da sola.   

🤍VERSACE PRINCE🤍
fatte le premesse e spiegata la situazione iniziale, possiamo dare il via alle danze, buon divertimento.

spero che il capitolo vi sia piaciuto 

a presto
ALIX

Fino Alla Fine Dei Miei Giorni [Hyunjin x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora