Capitolo 14

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POV READER 
Aprii gli occhi, la casa era ancora avvolta dall'oscurità, sentivo un braccio intorno alla vita, pensai che fosse Minho e di conseguenza cercai di spostare la sua mano, onde evitare di creare delle situazioni imbarazzanti tra di noi, ma non appena gli toccai la mano, lui la strinse ancora di più intorno alla mia vita, appoggiando poi la testa nel mio incavo del collo, accoccolandosi ancora di più a me; guardai attentamente il braccio del ragazzo e subito dopo cercai di girarmi, cercando di sfuggire alla sua presa, sentivo che c'era qualcosa che non andava, non ero del tutto certa che fosse sui, le mani sembravano un tantino più piccole e senza tutta quella rete intricata di vene che gli solcavano la pelle.
"amore che succede?" appena lo sentii mi bloccai di colpo, non ci volevo credere, rimasi ferma con gli occhi bloccarti, senza avere più il coraggio di girarmi per poterlo guardare  negli occhi, quella voce era proprio la sua, dolce calda, scherzosa e delicata, la stessa voce di cui mi ero innamorata la prima volta, era ancora lì, sempre la stessa; non la sentivo da tanti anni eppure l'avrei riconosciuta tra mille, era lui, proprio lui, ma non ci potevo credere, non volevo crederci, ogni fibra del mio corpo mi stava dicendo che non poteva essere e che era solo uno stupido scherzo della mia mente, ma purtroppo anche il mio cervello era fermamente convinto che lui fosse al mio fianco, mentre mi stringeva e cercava di dormire, cullato dal mio calore.

"amore? [t/n]?" mi chiamò di nuovo, con la voce impastata girandomi verso di lui, costringendomi a guardarlo. Mi costrinse a fare quello che non avevo il coraggio di fare poco prima; mi girò verso di lui e lo vidi; lì, davanti a me, con una faccia assonnata, mentre si appoggiava a me, posando la fronte sulla mia, finendo per spostarla poi nel mio incavo, cercando di svegliarsi e di riprendersi un minimo, sbadigliando forte e stringendomi un fianco, tenendomi il più vicino possibile, come se volesse proteggermi o se volesse farmi capire che era tutto nella norma e che non era successo nulla. Posso giurare davanti al padre eterno che mi bloccai e in quel momento non ero più in gradi di distinguere cosa fosse vero o cosa no, sapevo che era impossibile, ma di colpo tutta la mia consapevolezza era sparita e pensai che fosse tutto vero e che accanto a me ci fosse mio marito.
"Han?" sussurrai allungando la mano verso di lui, riuscendo a toccarlo "Han... amore mio" sussurrai con le lacrime al viso, toccandogli le guance, le spalle, il petto, era lì, giuro che era lì con me, insieme a me, nel nostro letto, mentre mi sorrideva e non capiva il motivo della mia preoccupazione e della mia smania di poterlo toccare. I capelli scuri gli ricadevano sul viso, il pigiama di seta rosso con i primi bottoni del petto sbottonati, gli occhietti semi chiusi e l'espressione assonnata. Mi fissava, mentre io continuavo a toccandogli la faccia come se volessi essere assolutamente sicura di quello che stavo vedendo, ricevendo un sorriso divertito da parte sua, sembrava confuso, come se non stesse capendo assolutamente niente di quello che stava succedendo "si sono io, chi altro dovrebbe giacere al tuo fianco? amore tutto bene? Hai avuto un incubo? Sembri alienata" chiese stropicciandosi gli occhi e guardandomi con uno dei suoi sorrisi rassicurante. Ero troppo impegnata a rendermi conto che lo stavo toccando davvero, la pelle morbida e tiepida, i capelli morbidi e sottili, era lì, vivo, vegeto e con una forma meravigliosa. Non risposi nemmeno alle sue domande, non ne ero in grado. "tu sei vivo..." sussurro prendendogli il viso tra le mani piangendo per la felicità di poterlo riavere tra le mie mani "ma che stai dicendo?" rispose guardandomi stranito e perplesso da tutto quello che stavo dicendo e soprattutto dalle mie reazioni "tu sei vivo... sei qui con me?" chiesi piangendo più forte, stringendolo a me e tirandolo sul mio petto, tenendolo come se avessi paura che potesse sparire sparire da un secondo all'altro 

"[t/n]..." mi richiamò sedendosi a letto e tirandomi a se, facendomi sedere a mia volta, tenendomi davanti a lui; non ero in grado di rispondere o di prestare attenzione, il mio cuore stava per esplodere dalla felicità, lui era con me e non potevo che esserne felice e soprattutto, stavo provando un turbine di emozioni che mi stavano letteralmente sopraffacendo, ma a mano a mano che mi rendevo conto che era lì e col passare del tempo in cui il mio cervello stava apprendendo la notizia, potevo anche collegare il fatto che ci fosse qualcosa che non andava e che quell'alone di perfezione non esisteva.
"[t/n]" mi chiamò di nuovo.
Mi bloccai sentendo la sua pelle che stava diventando sempre più fredda, Rimasi ferma immobile sul posto, non avevo il coraggio di spostarmi e guardarlo negli occhi, ma mi imposi di farlo e di trovare tutto il coraggio che avevo. Pensai che fosse già abbastanza codardo non essere riuscita a girarmi per poterlo vedere in faccia quando ero sdraiata, pensai che questa volta dovevo assolutamente trovare il coraggio di voltarmi verso di lui, da sola, senza il suo aiuto o senza che mi imponesse di farlo, dovevo riuscire da sola.
Lo guardai, la pelle stava diventando sempre più chiara, sembrava un lenzuolo "no... no ti prego" sussurrai sentendo le lacrime agli occhi "amore mio ti prego... non-" "lo sai che non sono qui, lo sai... e lo so anche io, sono morto, quella sera tra le tue braccia esalai l'ultimo respiro" rispose toccandomi il viso e sorridendo, la sua pelle si stava a mano a mano scavando e potevo vedere la sua sofferenza che si stava imprimendo nei suoi occhi, come se fosse perfettamente consapevole di quello che gli stava succedendo e che soprattutto fosse pronto al dolore che avrebbe subito da lì a breve. Lui aveva già provato questo dolore, la consapevolezza della morte imminente, lo sapeva, lo aveva già provato, ma Dio lo stava costringendo a rivivere di nuovo quella tortura.
"no... ti prego!" sussurrai sentendo il mio cuore distruggersi e la paura crescere, cercai in tutti i modi di tenerlo vicino a me, come se potessi in qualche modo fermare questa tortura visiva, ma così non fu, Han iniziò a tossire e a fare versi di dolore ogni secondo che passava "devi leggere... leggi, tu capirai, sei l'unica che può farlo" sussurrò prendendomi il viso e costringendomi a vedere il suo corpo ormai svuotato, la faccia bianca gli occhi scavati e scuri "devi leggere..." rispose guardandomi. Rimasi in silenzio pietrificata dalla paura, era la stessa cosa che vidi quando lo trovai quella notte e questo non fece altro che farmi piangere più forte "Han..." sussurrai, cercò di parlare, ma al contrario lo sentii urlare dal dolore, un urlo così forte che mi fece spaventare a morte, nei suoi occhi potevo vedere la consapevolezza della morte che stava sopraggiungendo e non potei che chiudere gli occhi, tapparmi le orecchie e urlare per la paura, incapace di vederlo mentre moriva di nuovo. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 02 ⏰

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Fino Alla Fine Dei Miei Giorni [Hyunjin x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora