Capitolo 5

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POV READER 
Una volta rincasata dalle messe mattutine, (che dopo il piacevole regalo, il fiorellino che mi era stato donato, presenziavo molto più volentieri) vi erano alcuni pomeriggi in cui la stanchezza e la frenesia prendeva il sopravvento, più del solito. Per quanto fossi una donna meticolosa che sapeva come poter organizzare tutta una pila di eventi in sole ventiquattro ore, ahimè mi ritrovavo spesso e volentieri a dovermi affidare al caso o più comunemente al fato, che decideva al mio posto il da farsi. Vi assicuro che é frustrante, pensare di poter riposare un secondo, in compagnia di un piacevole bicchiere di tè (corretto alcol, e sì naturalmente anche con il latte, del resto sono Britannica, come altro dovrei bere un tè?! Naturalmente col latte), Ma proprio quando ti stai per coricare, staccare finalmente la mente da tutte le incombenze del caso, ecco che spunta un nuovo impegno e ti ritrovi a doverti raccapezzare e cercare di prestare le dovute attenzioni anche al peggiore degli imprevisti, ed era esattamente la situazione in cui mi trovavo, o meglio non era un accadimento il mio imprevisto si chiamava Kim Seungmin e vi assicuro che era un imprevisto difficile da controllare.

"Signorina!" Minho mi continuava a correre dietro mentre io mi sistemavo i guanti di pelle, litigando con quel maledetto bottoncino che non si allacciava e mi stava portando ad innervosirmi talmente tanto da volermelo strappare via dalle mani. "Sbrigatevi! Non posso mica presentarmi in questo stato! Santo cielo ho il corpetto allentato e non indosso tutti gli strati della gonna, che stato indecoroso!" Risposi esasperata mentre il povero maggiordomo correva per i corridoi mentre reggeva gli strati della gonna, cercando in tutti i modi di non inciampare e capitombolare a terra. Entrai nella mia stanza guardandomi allo specchio e sospirando vedendo l'uomo che mi porgeva i vari strati ricomponendomi del tutto, restando sempre sulla stessa tonalità cromatica: nero. "Signorina abbiamo tem-" sentimmo il campanello della porta suonare e in quel preciso istante rimpiansi di non essere uscita e scampare a quel maledetto imprevisto "che gli dei abbiano pietà di me!" Urlai esamine "chi diavolo è? Non stavo aspettando nessuno" dissi cercando di stringermi bene il corsetto "non saprei... magari è Jeongin" "Minho, Innie è a fare le confessioni, figuratevi se è alla porta della villa" ribattei sbuffando, consapevole che non fosse il prete "andate ad aprire, mi sistemo da sola! Intrattenete il disgraziato che osa tediarmi, io vi raggiungerò il prima possibile" dissi sistemandomi gli anelli e le collane, girando per tutta la stanza alla ricerca degli stivaletti e dei veli da indossare sul viso "come desiderate signorina" disse correndo fuori seguito a ruota dai tre gattini che zampettavano dietro al padrone miagolando e facendomi ridere per il miagolio che riempiva la villa.

mi sistemai al meglio, andando verso la sala principale della villa, scendendo poi le scale per arrivare alla porta d'ingresso, dove Minho stava chiacchierando con il professor Kim Seungmin. Un uomo intelligente, un burlone quando ci si entra in confidenza, rammento perfettamente tutte le pile di scherzi che faceva ad altri colleghi o alle frecciatine che tirava spesso e volentieri. Lo trovavo divertente, adoravo sentire i commenti e le battutine che faceva, per non parlare di vedere i vari scherzetti e burle che si inventava; era un uomo alto col viso ovale e un bel sorriso grande e contagioso, il naso piccolo e allungato, rivolto naturalmente verso il  basso, gli occhietti allungati e scuri e i capelli neri con dei ciuffetti che gli ricadevano sul viso, i capelli erano corti, molto corti, cosa che lo rendeva ancora più affascinante, il viso nel complesso sembrava quello di un cucciolone, sembrava così dolce e adorabile che era impossibile non volergli bene, anche se dopo tutti i vari scherzi che ti faceva quel sentore di bene poteva trasmutarsi in un piccolo sentore di sfida o di allerta perenne, ma non nel mio caso! Io lo trovavo esilarante proprio per le sue ilarità. "contessa! Finalmente, credevo che vi foste fusa con le mura della villa, invece siete ancora viva e non uno spettro, incredibile!" Seungmin mi si avvicinò, sotto lo sguardo confuso e vigile del maggiordomo che lo stava guardando quasi con sospetto, come se anche lui si stesse aspettando la qualunque "ma fatemi il favore! Ogni mattina il chierico mi trascina in chiesa, fondermi con questa casa mi è impossibile e poi non ho intenzione di tirare le cuoia, ho un compito a cui adempiere" ribattei mentre rideva e mi porgeva una mano, aiutandomi a scendere gli ultimi gradini delle scalinate, abbassando il capo per potermi salutare, facendomi sorridere. "Minho, preparate la merenda, io e Kim abbiamo molto di cui chiacchierare, vero?" chiesi guardandolo "assolutamente!" disse il ragazzo mentre faceva un sorriso al maggiordomo, che gli lanciò un'occhiataccia, insieme ai tre gattini che erano seduti in fila accanto al padrone, imitando perfettamente l'espressione di Minho (del resto ormai erano come dei figli per lui) "ma certo signorina..." disse avviandosi verso la cucina, seguito dai tre gattini. 

Fino Alla Fine Dei Miei Giorni [Hyunjin x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora