Capitolo 2: Vorrei avere una risposta

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«Dimmi chi diavolo è questa donna!»

«Buongiorno anche a te», per nulla intimorito dalla più che evidente furia di Peter, che è sempre stato su un binario opposto a quello di calma e pazienza, Derek non si preoccupò neanche di alzare lo sguardo sull'uomo o sulla fotografia che aveva sbattuto con forza sull'isola della cucina.

«Smettila di giocare perché non sono assolutamente in vena. Dimmi chi cazzo è questa donna» ringhiò spazientito. Questo, rifletté Derek, era un po' meno da Peter Hale. Certo, suo zio era sempre stato un tipo irascibile, ma era anche un astuto manipolatore, il genere di psicopatico che poteva sgozzarti la famiglia continuando a sorridere beato. Se era arrivato a quella furia e non erano neanche le nove del mattino, doveva esserci un problema.

Senza dargli apparentemente troppo peso, spostò svogliatamente lo sguardo sulla fotografia, dai colori sbiaditi e la pessima qualità doveva essere stata scattata non meno di quindici anni prima. Non si vedeva molto dello sfondo in quanto si trattava di un primo piano di due persone, una coppia probabilmente a giudicare dal modo in cui erano abbracciati.

«Una tua vecchia fiamma, direi. Tu dovresti saperlo meglio di me».

«In casi normali. Ma la situazione è tutto fuorché normale quando hai una sorella con manie del controllo e il brutto vizio di cancellarti la memoria» sbuffò celando a malapena un ringhio, teneva i pugni chiusi contro il piano della cucina e strinse gli occhi per alcuni secondi. «Sto perdendo la pazienza, Derek. Dimmi chi è».

«Non ne ho idea... Non potrei neanche volendo conoscere tutte le ragazze con cui il famoso capitano della squadra di basket del liceo poteva trastullarsi in età adolescenziale» ancora una volta Peter strinse i denti.

«Il liceo di Beacon Hills. Credo di averla incontrata per la prima volta un giorno in cui avevi dimenticato il borsone a casa e tua madre mi ha mandato a portartelo. È uscita dallo spogliatoio, ricordo perfettamente cosa indossasse quel giorno, ma non il suo viso. Quando mi hai raggiunto mi hai chiesto perché fossi lì, in quel momento di distrazione l'ho persa di vista». Derek sorseggiò il caffè ormai tiepido.

«Per essere qualcuno cui hanno cancellato la memoria, ricordi molti dettagli» tempo di un battito di ciglia e si sentì l'impatto e la tazza di caffè andò a frantumarsi contro la parete.

«Deve essere una cosa molto seria. Non è da te chiedere aiuto...» Derek sospirò nuovamente, quel sabato mattina era appena diventato meno noioso e decisamente più impegnativo di quanto avrebbe voluto.

«Potremmo cominciare con gli annuari scolastici».

«Ripetimelo un'altra volta. Se devi partire tra, tipo, quattro ore, perché siamo nella biblioteca della scuola anziché a fare i bagagli?» chiese Malia a voce tutt'altro che bassa nonostante il luogo in cui si trovavano e i numerosi cartelli che intimavano al silenzio.

«Perché ho passato la notte in bianco, non ricordo un accidenti degli incubi che mi hanno tormentata e ho un brutto presentimento»

«E perché io sono qui con te?»

«Perché non è mai un buon segno quando ho brutti presentimenti»

Lydia camminava per la biblioteca in cui era stata centinaia di volte durante gli anni del liceo, sfortunatamente non sempre per studiare. Aveva un'ottima memoria, ricordava tutti i libri che aveva letto e, di conseguenza, dove trovare tutto ciò che potesse cercare. Facile quindi, a meno che tu non abbia la più pallida idea di cosa tu stia cercando! Si limitava quindi a camminare sfiorando i dorsi dei libri con la punta delle dita.

«Cosa stiamo cercando Lydia?» la rossa si bloccò sul posto come congelata.

«Questo» sfilò un libro dallo scaffale, aveva la copertina bordò con il titolo scritto in caratteri bianchi: "BEACON HILLS HIGHT SCHOOL YEARBOOK. Classe 1998". Malia l'affiancò velocemente con passi pesanti finché non riuscì ad osservare anche lei il vecchio libro consumato dal tempo e dall'usura.

ENAID - L'anima gemella del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora