Capitolo 11: Costruire un legame

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Nelle settimane che seguirono, Peter mise radici alla villa. Non c'era dubbio che volesse conoscere i suoi figli e trascorrere più tempo con Regan, ma trattandosi di Peter erano in molti a sospettare che ci fosse altro sotto. Il tarlo del dubbio si fece più insistente quando cominciò anche a dormire lì a seguito dell'annuncio di Rafael.

«Ho deciso di prendermi un mese di ferie, nel frattempo che mi venga confermato il trasferimento alla sede in California.»

Che fosse territorialismo, o semplicemente gelosia nel sapere un altro uomo così vicino alla sua donna, Peter aveva anche smesso di cercare scuse per restare alla villa quando c'era anche Regan.

Di conseguenza, si era trovato anche Derek lì spesso e volentieri. E Scott, inevitabilmente preoccupato per le sorti di suo padre. Sarà stato il non dover più nascondere la sua condizione di lupo mannaro, ma Rafael McCall era diventato un'altra persona rispetto alla versione di agente dell'FBI che suo figlio conosceva. Era più rilassato, si lasciava andare a battutine e, cosa più importante, cercava spesso il contatto fisico con Regan, che fosse per un abbraccio o un dispetto. Da qui la preoccupazione di Scott: a Peter non piaceva per niente che altri uomini girassero attorno alla sua donna. Non era ancora chiaro, però, cosa fossero lui e Regan in questo momento. Beh, il qualunque cosa fosse di Regan erano giorni che si presentava alla villa chiedendo di lei e ottenendo sempre la stessa risposta: «Tornerà presto.»

«Devo incontrare un mio contatto fuori città.» disse un giorno Regan entrando in cucina mentre gli altri erano già in procinto di fare colazione, una di quelle poche volte in cui Peter non era rimasto per la notte. «Voglio che continuiate con le vostre vite come se nulla fosse. Che nessuno noti la mia assenza. E se invece qualcuno facesse domande, omettete. Dite che sono fuori città, che non è una novità del mio comportamento. Io tornerò presto.»

«E se Peter facesse domande? Qui si va oltre l'omissione. Non credi che farebbe domande sulla tua sparizione dalla scena?»

«Sono un puma mannaro.» replicò scuotendo le spalle. «Non è una cosa strana per i felini tenersi alla larga dai gruppi di soprannaturali, preferendo la vita solitaria. Se farà domande allungate il brodo su questa storia.» spiegò infilando un paio di pugnali d'argento negli stivali. «Wilder e Rafael, assicuratevi che i gemelli non saltino la scuola. Potreste addirittura fargli guidare un po' l'auto. Io prenderò la moto.» dopodiché, aggiungere altro, prese le chiavi dallo svuota tasche e partì.

Da allora erano trascorsi quattro giorni. Interminabili per Peter che si era recato ogni giorno alla villa. E ora non ne poteva più di quelle risposte evasive.

«Ditemi dov'è Regan o giuro su qualsiasi cosa in cui crediate che faccio una strage.»

«Buongiorno, signor Hale.» esclamò Rafael ancora in tenuta mattutina con una tazza caffè tra le mani. «Posso offriti qualcosa per colazione? Ti dispiace se ti do del tu? Credo di essere di qualche anno più vecchio di te, del resto.»

«Dov'è Regan?»

«Caffè? Cappuccino? Ajahuasca? Quella roba sballa anche i lupi mannari.»

Peter esplose in un ringhio bestiale, il viso sfigurato nel furioso lupo mannaro e gli artigli sguainati, ma Rafael non batté ciglio.

«Mi dispiace deluderti, sono certo che sei abituato alla gente che trema alla tua vista, ma credo che esitano ben poche cose più terrificanti di Regan infuriata. Così come sono certo che tu non possa fare tutto ciò che vorresti perché poi ti troveresti ad affrontare la tua donna così incazzata da far tremare i morti. Quindi, ricominciamo da capo. Buongiorno Peter, vuoi un caffè?»

«Ma tu ce l'hai l'istinto di autoconservazione?» chiese Peter alquanto scioccato. Rafael McCall era fin troppo tranquillo per essere di fronte a un lupo con il doppio della sua esperienza.

ENAID - L'anima gemella del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora