Capitolo 3: Tutto si trasforma. Tutto si evolve.

7 0 0
                                    

«Dove ha abitato dopo la casa famiglia? Aveva una casa in città, una coinquilina?» indagò Derek. «E potrebbe esserci d'aiuto una lista delle persone che avevano più a che fare con lei.» intervenne Stiles scarabocchiando velocemente su un blocco per appunti. «Non è molto, ma è un punto di partenza.»

«Aveva un appartamento in città, un bilocale e ci abitava da sola. Quanto alla lista, credo che potresti chiedere a chiunque viva qui dal '90. Come ho detto, era molto ben voluta e faceva vari lavori in città, in primis la baby-sitter. Ed era anche la più richiesta, voi ragazzini l'adoravate»

«Se ci piaceva così tanto, perché la ricordiamo a stento?» per quanto si sforzasse, l'alfa non riusciva a riportare alla memoria la ragazza vista in fotografia.

«Non è una cosa così insolita, Scott» intervenne Lydia. «La memoria dei bambini è differente, una cosa che ricordano bene e a cui tengono viene modificata a partire da un dettaglio sbagliato fino a rimuovere totalmente un intero evento.» Prese quindi la foto dalle mani di Scott, l'unica che potessero guardare tutti dal momento che Peter non sembrava intenzionato a cedere l'annuario a nessuno.

«Io credo di ricordarmi qualcosa. Mi ricordo di quando la sera leggevamo delle storie e mi pettinava i capelli.»

«E il suo appartamento?» chiese Derek riportando l'attenzione sull'argomento.

«Un bilocale in centro, vicino alla lavanderia. Quando rimase incinta e rinunciò a diversi lavori come baby-sitter mi disse di essersi trasferita con il suo ragazzo, ma non ho mai saputo dove si trovasse l'appartamento. O l'identità del suddetto ragazzo».

«Erano andati a vivere insieme?» Derek si trattenne dal guardare Peter. Scott e Stiles non ebbero la medesima accortezza ma l'uomo sembrava identico al solito: statuario, imperscrutabile, insensibile. Contrariamente a ciò che traspariva all'esterno, la sua mente non si fermava mai. Più di uno sobbalzò di sorpresa e spavento quando Peter si alzò di scatto accompagnato dal frastuono della sedia caduta a causa della spinta.

«Ma che diavolo!» ignorando totalmente l'esclamazione di Stiles, o la reazione di chiunque altro dei presenti, Peter uscì dalla stanza di tutta fretta con la stessa furia con cui era entrato e l'annuario ancora stretto in mano, alcuni degli altri oggetti che aveva preso al bilocale pesavano nelle sue tasche.

«Ma che gli prende?» chiese Stiles indicando con la mano la porta da cui Peter era appena uscito.

«Questa mattina una pista lo ha portato in un appartamento disabitato e vi ha trovato qualcosa che lo ha sconvolto. Lui conosce Regan, o meglio la conosceva. Ma, per chissà quale ragione, gli è stata cancellata la memoria...» rispose Derek girando verso di sé una delle foto delle ferite riportate da Regan dopo l'attacco animale, una morsa gli chiudeva lo stomaco. Erano cinque profondi segni di artigli che attraversavano trasversalmente il ventre dall'ultima costola a sinistra fino al fianco destro. «E adesso esige di capire il perché.»

«Dammi una sola buona ragione per cui dovremmo chiedere aiuto a loro!»

«Perché da soli non sapremmo neanche da dove cominciare.»

«Balle! So esattamente da dove cominciare. Per esempio potrei cercare ogni singola persona su questo ridicolo mucchio di carta e spezzargli ogni articolazione che hanno in corpo finché non mi diranno qualcosa di utile»

«Ed ecco perché ho chiesto aiuto a loro.» replicò Derek indicando Lydia e Malia qualche metro davanti a loro. Appena usciti dalla scuola Lydia si era attaccata al telefono chiamando uno dietro l'altro gli altri membri del branco, con sommo disappunto di Peter che non aveva perso l'occasione di minacciarla di una morte atrocemente lenta e dolorosa.

ENAID - L'anima gemella del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora