Capitolo 8: Parte del branco

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«Quando hai intenzione di dirglielo?»

Poco dopo le presentazioni, Regan aveva accompagnato l'agente McCall al piano di sopra per mostrargli la sua camera, ovviamente assistito da Piper che si era improvvisata piccola guida turistica della nuova casa.

«Fra tipo mai.»

«Non fare l'immaturo, Rafael.»

Rafael?! Ok che magari sono amici, ma chiamarsi per nome era intimo!

«Più rimandi il momento più peggiorerai la situazione. Già solo immagino ciò che tuo figlio starà pensando nel sentirci parlare così. Perché ti assicuro che ci sente.»

«Non è una cosa facile da dire»

«E il tempo la renderà ancora più difficile.»

Oh. Mio. Dio. Rafael McCall andava a letto con la donna che un tempo era stata la baby-sitter di suo figlio!

Il battito cardiaco di Scott cominciò ad accelerare, Derek era in grado di sentirlo, Stiles invece non ne aveva bisogno per capire cosa stesse accadendo al suo migliore amico.

«Credo sia ora per noi di andare. È quasi ora di cena e siamo spariti per ore.» esclamò cominciando a spingere l'amico verso la porta.

«Signor Wilder – non mi ricordo il suo cognome, è stato un piacere conoscerla. Lorelai, incantato. Sicuramente ci faremo vivi presto.» quindi voltò il viso verso le scale e urlò « Buonanotte signor McCall, a presto Regan!» infine fece strada a tutti fuori prima che Scott si trovasse a fare i conti con un attacco di panico in pubblico.

«Tutto ok, fratello. Respira... Sono certo che ci sia una spiegazione a tutto.»

Nel sentire la porta di casa chiudersi, Regan sospirò di sollievo. Riuscì a tenere indosso la maschera di indifferenza finché non raggiunse il soggiorno chiudendosi la porta alle spalle. A quel punto prese un cuscino e lo schiacciò sul viso, urlandovi dentro. Si lasciò quindi cadere sul divano con il viso affondato nel cuscino in cui continuò ad urlare. Ciononostante sentì lo scatto della serratura e non ebbe dubbi su chi fosse entrato. Dannato superudito da mannaro.

«Va tutto bene?» chiese Rafael sedendosi sul bracciolo del divano su cui era sdraiata. «Credevo saresti stata felice di rivedere il tuo uomo. Senza considerare il periodo in cui andavi a trovarlo in ospedale, sono passati così tanti anni dall'ultima volta in cui avete parlato.» si fermò con sguardo vacuo davanti a sé.

«Non è il momento giusto. Non ora.» nonostante la voce attutita dal cuscino, Rafael sentì comunque le sue parole.

«Siamo uomini. Il nostro tempismo fa schifo» la battuta strappò un sorrisino a Regan che si sollevò sui gomiti per guardare in faccia l'uomo.

«Non accetterò la paternale da chi non ha il coraggio di parlare con il proprio figlio, Rafael.»

La maggior parte dei ricordi più importanti per Ian e Chase Myers erano legati al camper in cui vivevano, la cosiddetta casamobile. La mamma e lo zio Grey li avevano portati in giro per tutta la costa orientale e ora si trovavano in Virginia, in un parco camping nei boschi, come facevano in prossimità di ogni luna piena. I geni mannari non si erano ancora risvegliati del tutto, ma capitava che la luna piena li influenzasse rendendoli più aggressivi e a tratti violenti, pur essendo due ragazzini di appena sei anni.

Ogni notte di luna piena Regan la trascorreva in bianco, ad assicurarsi che i bambini non facessero troppi casini in giro, cosa assai più difficile da fare da sola contro due gemelli mannari iperattivi. Il risultato era che la mattina dopo loro dormivano come sassi fino a tardi e lei aveva finalmente un po' di tempo per sé.

ENAID - L'anima gemella del lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora