Capitolo 38

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Oggi è l'ultimo giorno qui e devo essere sincera, questa cosa mi rattrista.

Torniamo a New York.

Non che la cosa mi dispiaccia, perchè io amo New York, ma so già che mi mancherà Jessie.

Ma d'altro canto, voglio riabbracciare i miei.

In questi giorni mi hanno scritto più volte perchè preoccupati per la mia ferita.

Fortunatamente non mi ha dato problemi, forse è perchè sono stata abbastanza attenta.

I miei sono un po' preoccupati per me, per tutta questa storia.

Anche perchè nel giro di un mese mi sono trovata due volte ricoverata all'ospedale e la seconda volta stavo per rimetterci la vita. Non è proprio quello che si augura accada alla propria figlia, ecco.

Però, dopo che Mike ha dimostrato entrambe le volte di tenerci molto a me, si sono tranquillizzati. E sono contenta che lo abbiano accettato al 100% come parte della famiglia.

Mi sono svegliata stamattina presto, verso le 7. Ma dato che nessuno si era ancora alzato, ho deciso di rimanere a letto.

Quindi mi sono alzata circa due orette dopo, con Michael che ancora dormiva beato accanto a me.

Di solito è mattiniero, oggi evidentemente era stanco. 

Quindi vado al bagno a farmi una doccia solo corpo, utilizzo il bagnoschiuma alla ciliegia ed infilo poi l'accappatoio azzurro che mi sono portata da casa.

Metto la crema sul corpo e sul viso.

Infilo le mutande ed un vestitino bianco con i fiorellini gialli e neri.

Sono pronta per scendere giù a fare colazione.

"Ben svegliata" trovo Jess dietro il bancone della cucina intenta a preparare i pancake.

"Buongiorno a te" le rispondo.

Mi serve due pancake sul piatto e mette vicino a me due opzioni di glassa: frutti di bosco o pistacchio.

Naturalmente vado su quella ai frutti di bosco.

Solo che credo di averne messa troppa, perchè quando vado ad addentare il primo pancake, la glassa mi cola tutta sul vestito bianco pulito lasciandoci una macchia appicicosa.

"NOO!"

Vorrei urlare, ma perchè sono sempre la solita sbadata.

Era il vestito pulito!

"Sei sempre la solita Cass!"

E scoppia a ridere.

Lei mi conosce bene, non è la prima volta che mi succede. Quando ero piccola mi chiamavano sbrodolina, come la bambola. Perchè ovunque andavamo mi macchiavo e mia madre doveva andare in giro con i miei cambi.

Poi con il tempo non mi è più ricapitato, fino ad oggi.

"Che è successo? Stavo facendo un bel sogno e ho sentito un urlo"

Ci dice Mike, una volta entrato in cucina con ancora il volto assonnato.

Ho urlato così tanto?

"Vorrei chiederti cosa hai sognato, ma non credo di voler sapere qualche dettaglio in realtà" gli dice Jess provocandomi una risata.

"Tu non ridere che sei la protagonista del mio sogno" mi sbeffeggia Mike e sorride malizioso.

"Okay ragazzi, questa colazione si sta trasformando in una scena hot ed io non voglio assolutamente farne parte"

"Scene hot? Dove?" Cameron entra in cucina e Jessie si mette una mano sulla fronte ridendo.

"Qui andiamo sempre peggio" dice ridendo.


SPAZIO AUTRICE

Ciaooooo! Mi scuso per il capitolo corto, ormai ne mancano pochi al termine della storia! 

Ieri mi sono laureata quindi non ho avuto tempo per revisionare il capitolo e postarlo.

Spero vi stia piacendo! Mi piace vedere come supportate la storia con stelline e commenti.

Grazie grazie grazie!

Con affetto, Juliet.

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