La nascita della prescelta

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Era marzo, la primavera era alle porte, e nelle prime mattinate si faceva sentire quel leggero ma intenso profumo di alberi in fiore.
Nell’ospedale della cittadina di Likeng filtrava la luce del sole dalle persiane, e i raggi battevano sul musetto di una neonata in particolare, come se il calore cercasse di metterla in risalto rispetto ai suoi coetanei.
Si faceva tramonto, e ben presto i genitori di quella tenera creatura le avrebbero dato un nome, ancora ci pensavano su: non volevano donarle un semplice nomignolo come si faceva da qualche anno, era evidente.
Finalmente, dopo un paio di ore, nella targhetta della neonata veniva registrato il suo nome: Makisae, che sembrava rendere ai genitori l'idea di una figlia obbediente ed educata.
Era il momento di trasferirsi a casa, la madre della bambina era già in forze e pronta ad intraprendere il suo viaggio più importante, essere madre. Il padre aiutò la madre a rimettere i panni dentro una piccola valigia da viaggio, pronta poi a essere caricata in un’auto di un rosso sfavillante. La bambina continuava a dormire nonostante il trambusto, forse stanca della stessa luce che cercava con ogni suo desiderio di vedere, e ora poteva sognare tra le braccia della propria mamma.
Qualcuno però interruppe il suo sonno.
Due uomini eleganti dalla testa ai piedi, con gli occhiali scuri che nascondevano il loro sguardo, e uno smoking appariscente, si posero davanti all’auto della coppia, fissando insistentemente la bimba.
I volti dei genitori si corrugavano, qualcosa sembrava non andare per via della minacciosa presenza dei due uomini.
"Voi due fate parte della famiglia Ling, è corretto?" Chiese uno dei due uomini, avvicinandosi al finestrino mentre il padre era pronto a partire.
La coppia si guardò, scambiandosi un'espressione di paura e di rassicurazione.
"Sì, io sono Rem Ling. Per quale motivo lo chiedete?" Rispose il padre, cercando di capire la situazione.
Il secondo uomo si mosse leggermente, come se volesse far sentire la propria presenza senza essere invadente.
"Siamo qui per una questione di estrema importanza, signor Ling. Il governo ha bisogno di parlare con voi e con vostra moglie riguardo a un affare di interesse nazionale."
La madre, Sue, si mosse leggermente nel sedile accanto a Rem, stringendo involontariamente la mano di suo marito.
"Di cosa si tratta esattamente?" Chiese con voce tremante.
Il primo uomo annuì comprensivo.
"Capisco che questo possa sembrare repentino, ma vi preghiamo di fidarvi di noi. È questione di sicurezza nazionale, e il benessere della vostra famiglia è fondamentale per noi."
Rem scambiò uno sguardo con Sue, cercando di decifrare la situazione. "Va bene, ci seguirete?" Domandò, preparandosi mentalmente al peggio.
I due uomini annuirono e fecero segno al padre di avviare l'auto. "Vi spiegheremo tutto una volta arrivati al nostro ufficio. Vi assicuriamo che non c'è nulla di cui preoccuparsi, ma è di vitale importanza che ciò avvenga al più presto."
Con un senso di incertezza nel cuore, Rem avviò l'auto e si diresse verso il destino sconosciuto che li attendeva. 
Non c'è stato un momento in cui nella mente della coppia non sia passato il pensiero di proteggere Makisae, tuttavia si erano già sottomessi al governo. Rem guidava cercando di stare calmo, quando poteva si voltava verso Sue, che coccolava la figlia con le lacrime agli occhi. Nessuno dei due voleva staccarsi dal loro primogenito, ancora senza sapere il motivo di questa situazione.
Finalmente le auto arrivarono al punto in comune, parcheggiarono all'esterno di un grosso grattacielo vetrato, dove si raccoglievano le nuvole che, proprio in questo caso, si erano fatte di un grigio scuro.
Cominciò a piovere, un leggero vento accompagnava la camminata della coppia all'interno dell’edificio, seguendo i due uomini misteriosi.
Il viso di Makisae, ancora addormentata, era ricoperto da un velo di rugiada lasciato dalle gocce di pioggia, ma adesso stava al sicuro dentro l'ufficio dei due uomini. Rem e Sue si sedettero uno a fianco all'altra, analizzando per bene la scrivania e i quadri appesi al muro dell’ufficio.
“Per prima cosa, io sono Mao Jung. Lui è Carl Patterson, non è di queste zone, anticipo la discrepanza agli errori di pronuncia della lingua.” Chiarì subito dopo essersi presentato uno dei due.
“Va bene Mao, ora vorremmo capire cosa volete da noi.” Puntualizzò immediatamente Rem.
“Vedi, Rem. Il tuo cognome per il governo è vitale. Partiamo da questo presupposto.” Disse Mao, sedendosi di fronte ai genitori della bimba.
“La bambina è letteralmente appena nata, perciò prima o poi avrà bisogno dei suoi spazi.” Fece presente Sue.
“Andiamo dritti al punto. La tua famiglia, Rem, è sott'occhio da decenni perché non si hanno antenate donne di Makisae Ling.”
Rem e Sue si voltarono di scatto, storcendo il naso alla realtà, quasi gli veniva da ridere, ma la serietà di Mao era concreta.
“Non so chi sia.” Affermò Rem.
“Non lo sa perché è vissuta in epoche lontane da questa. La particolarità, però, è che da allora la sua stirpe non ha mai avuto una figlia donna. Fino a ora, mi viene da comprendere.” Spiegò Mao, battendo una penna sulla scrivania.
“Si può sapere cosa cercate da noi?” Chiese Sue, insistendo.
“Qui si parla di cose fuori dalla normalità, avviso. Makisae Ling, secondo la leggenda, è l'unico essere umano ad aver affrontato e sconfitto la Regina dei Draghi, usando come arma una spada, ora custodita da qualche parte nel mondo.” Continuò a spiegare Mao, guardando quasi imbarazzato i due.
“Lei non crederà a questa sciocchezza, vero?” Chiese Sue, stringendo lievemente Makisae al suo petto.
“Noi, ahimè, abbiamo il dovere di credere al governo. Abbiamo insistito per lasciar perdere, ma ci hanno imposto di prelevare vostra figlia. Anche di dovervi risarcire, poiché collaboriamo al fine unico di comprendere questa nefasta vicenda.” Mao si alzò dalla sedia, scusandosi per le parole utilizzate in merito, ma che non aveva altra scelta se non quella di prendere Makisae in custodia.
“Non potremmo più vederla?” Domandò Rem, facendo cadere delle lacrime su alcuni fogli in cui la coppia doveva firmare.
“Non è detto. Se la ragazza cresce senza scoprire il suo talento, potrà tornare da voi, anche presto.” Disse Mao, tranquillizzando Rem e Sue, ormai persi in un pianto singhiozzante.

La profezia del Basilisco OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora