Il bibliotecario

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Lo stupore dei ragazzi nel vedere quel posto sacro era visibile a distanza siderale, tanto che Jin non riuscì a trattenere un sorriso.
Dinanzi a loro si ergeva un castello in stile antico con un leggero tocco medievale, che fungeva da colonna portante per il santuario, che in realtà era posto all’interno di quelle mura dipinte di quel rosso spento, oltre che offrire alloggio ai monaci che praticava una vecchia religione.
L’unica pecca che riuscivano a trovare nell’osservare il castello è che i colori smorzavano troppo quelli del cielo, non riuscendo a collegarli in modo totale e omogeneo.
Il Maestro Jin faceva da guida, camminando con passo frenetico e lo sguardo fisso verso il portone d’ingresso, seguito da Ezequiel e Alexander, che lo supportavano portando con loro il silenzio prima richiesto dal monaco.
Makisae e gli altri invece continuavano ad avere lo sguardo rivolto verso l’imponente castello, sollevando la testa senza guardare davanti, che a momenti inciampavano contemporaneamente, finché Jin aprì le porte dell’antico edificio.
Una luce soffusa proiettata dalle numerose candele si mostrò agli occhi di Makisae, facendole perdere l’attenzione nei confronti delle torri del castello, poiché l’interno riusciva a catturare notevolmente tutta l’attenzione grazie a un sistema di gioco di luci straordinario.
All’ingresso vi era una lunga tavolata imbandita di nutriente cibo pronto per essere consumato, ma il più delle volte era palesemnte utilizzata dai monaci per prendere iniziative e decisioni fondamentali. Più a sinistra, invece si intravedevano lunghissime file di scaffali ricolmi di libri di testi e documenti rari, questo nutrì aspettative di Ryota nel cercare di sapere tutto, ma oltre a questo si poteva notare una figura molto appariscente.
“Seguitemi di qua.” Disse Jin.
“Signore!” Disse la figura di prima.
“Maestro Chen.” I due si scambiarono un inchino come per salutarsi, e Jin aspettava che anche gli altri si chinassero per rispetto prima di chiedere qualcosa.
“Perdoni l’incomprensione.” Si scusò immediatamente Zeke, che fu il primo a cogliere la dritta del monaco supremo, poi venne la volta degli altri quattro.
“Dev’essere il nuovo bibliotecario.” Presuppose Alexander dopo l’inchino.
“Già, non tornavi da un sacco e dovevamo prendere precauzioni per i nuovi arrivati.” Rispose Jin un po’ rammaricato.
“Sono qui per un libro?” Chiese con tono serio Chen.
“Non esattamente. Vorrei che mi accompagnassi alla sala centrale, ma prima devi svolgere una commissione per me.” Rispose freddamente Jin.
“È arrivato il momento?” Chiese Chen, cercando tra i presenti qualcuno che lo incuriosisse.
“Esatto.”
In men che non si dica Chen si fiondò più a fondo della libreria, svanendo dalla vista degli altri, con un passo svelto. Era evidente che cercasse qualcosa, e mentre lui si concentrava per portare al termine il compito datogli da Jin, i presenti si spostarono versa destra, dove una porta dorata ostruiva l'entrata per la sala centrale.
Il Monaco Supremo posizionò entrambi i palmi delle mani su quella porta e, come per magia, pian piano cominciò ad aprirsi.

Nel frattempo Chen li aveva raggiunti con una grossa guaina tra le mani, facendo così insinuare ai presenti che qualcosa di pericoloso stava accadendo là fuori.
Entrati nella sala, vi erano dei posti a sedere e uno davanti ad essi, con un piccolo palchetto dove si tenevano discorsi. Jin aveva preso posto davanti agli altri per annunciare qualcosa, o quantomeno spiegare la situazione e rispondere domande, dovevano fare il punto della vicenda per prendere delle decisioni.

La profezia del Basilisco OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora