L'elsa della spada

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“Adesso possiamo dire che sappiamo almeno il tuo nome, Astrid.” Disse Jin, sistemandosi comodamente sul trono sul quale sedeva.
“Perciò, Maestro Jin, le ricordo che lei mi ha convocato per una vitale emergenza. Di cosa si tratta?” Replicò Zeke, andando subito al nocciolo della questione.
L’espressione di Jin mutò sul suo viso, dando un chiaro segnale di tristezza.
“La prima notizia è già complicata per me anche solo assimilarla. La maggior parte di voi è venuta fin qui con lo scopo di incontrare mio nonno Lung, nonché il primissimo monaco e creatore del santuario.” Premette Jin, prima di cominciare.
“Francamente, io cercavo il Maestro Lung Wei per parlare della ragazza che ho portato con me.” Aggiunse Alexander.
“Prima le cose più importanti. Io cercavo il Maestro per via della profezia. Mia madre ha detto che avrei dovuto incontrare lui.” Disse Astrid, svelando le sue intenzioni, turbando quello sciocco di Zephyr con una semplice frase.
“Comprendo che voi siate qui per lui, ma mi duole anche soltanto pensare ciò che devo riferirvi.” Enunciò Jin, abbassando lo sguardo sul pavimento per prendere una piccola pausa.
“Vada avanti.” Tranquillizzò Zeke.
“Mio nonno fu il possessore dell’elsa di una spada molto potente, una spada che fino a poco tempo fa rimaneva legata strettamente alle leggende della nazione cinese. Adesso, l’abbiamo dentro la guaina che il fratello Chen tiene in mano. Il problema è che questa spada, oltre ad aver perso la sua lama, ha perso anche il suo custode. Purtroppo mio nonno non ha resistito fino a questo incontro, non è qui con noi. Tuttavia sapeva che l’erede era nata, e che quindi la spada doveva essere consegnata a lei.” Spiegò singhiozzando Jin, lasciando cadere qualche lacrima sulle sue ginocchia.
Nella sala prese il sopravvento un forte senso di tristezza, il freddo pervase le pareti dell’aula in cui i presenti ascoltavano le parole del Monaco Supremo, come se il castello stesse morendo contemporaneamente allo stato d’animo di Jin.

“L’erede della spada, che mio nonno ha custodito fino a qualche giorno fa, mancava da secoli e secoli, poiché leggenda vuole che a brandirla sia una giovane donna discendente da sangue della prima proprietaria. Anche se alcuni componenti con il tempo sono andati persi, trovare l’erede è il minimo che io possa fare. Ovvero, completare la missione che mio nonno ha cercato a costo della vita di portare al termine.” Spiegò Jin, interrompendo il silenzio di tomba che si era calato sulla sala centrale,
“A proposito di questa spada, nel mio negozio c’era un carillon strano.” Aggiunse Zephyr, prendendo l’oggetto dalla sua valigia.
“Esatto. Quello è il carillon della Regina dei draghi.” Disse Chen. “Che intendi dire con questo?” Poi, chiese.
“Makisae, la ragazza che ho portato con me fin qui, sin da subito ne è stata attratta. Un indizio in più è che possiede una particolare voglia sulla schiena. Ricordo che tuo nonno mi ha raccontato qualcosa, ma io non riesco a fare mente locale.” Spiegò lo stregone, girando la manopola del carillon per farlo suonare.
A quel punto, Makisae era così concentrata nell’ascoltare la melodia del carillon che tutti se ne accorsero, e Jin capì finalmente che l’erede della spada ce l’aveva di fronte.

La profezia del Basilisco OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora