Ezequiel

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Il buio stava arrivando e via via si faceva più fitto, i tre giovani guidati da Zephyr non avevano idea di cosa fare, tantomeno in leader che li aveva portati lì.
Dato che quello sarebbe stato l’ultimo treno della giornata, le luci dopo le dieci di notte si sarebbero spente, lasciando la gente della stazione in totale confusione. Forse è questo il reale motivo per il quale esistono molte leggende sulla stazione di Surin.
Però il leader di questa banda di giovani era uno stregone di tutto punto e, appena le luci si sono spente, dai palmi delle mani di Alexander spuntarono due scintille. Sfregando le mani l’una contro l’altra, lo stregone generò due fiammelle ben luminose e calorose, tenendo con cura la fiamma accesa.
“Il tuo nome è Zephyr, giusto?” Gli domandò Ryota, con il quale fino a poco tempo prima ha discusso.
“Dimmi.” Rispose freddamente, a differenza del fuoco che reggeva dalle mani.
“Non sei mai stato a Surin, è così?” Domandò ancora Ryota.
“No.” Dalla bocca di Alexander fuoriuscì solo questa risposta fredda e negativa, sintomo che stava pensando a un piano per arrivare alla capitale già quando in cielo il sole illuminava il cammino.
Ma purtroppo Alexander non sapeva dove mettere mani, figuriamoci a trovare un sentiero per portarli tutti e tre a Surin. Adesso rimpiangeva di aver lasciato la mappa che prima stringeva tra le mani seduto sul treno proprio nel suo sedile.
“È strano che tu non possa generare una mappa di Surin.” Propose Ryota, mentre Zheng teneva una Makisae sonnecchiante tra le sue braccia.
“È una buona idea, ma non ci sono mai stato. Non posso creare qualcosa che non ho visto.” Spiegò Zephyr al ragazzo.
Seduti sulla panchina della stazione, con il buio attorno e la disperazione a portata di mano, videro una luce soffusa avvicinarsi a loro, allora si accese una piccola speranza di aiuto.
Forse un fuoco fatuo, forse una piccola creatura mitologica, pensavano con tanta fantasia i due fratelli, ma in realtà pareva proprio essere una persona come loro.
Alexander sembrava sciolto, quasi sollevato da quella presenza, mentre i due ragazzi sembravano turbati da questo atteggiamento, ritenevano che lo stregone sottovalutasse la situazione.
“Amico mio, da quanto tempo.” Ad un tratto, ad interrompere i pensieri intrusivi dei gemelli, è stata proprio quella luce.
Man mano che si avvicinava, la sua figura si faceva più vera e concreta, mostrando un uomo della stessa età di Alexander, ma barbuto e molto più esile.
“Ezequiel?” Domandò Zephyr, alzandosi in piedi di scatto.
A quel punto, Alexander si tolse di dosso la propria diffidenza e corse verso la sagoma nera, la quale teneva tra le mani una sottospecie di lanterna, emettendo un piccolo bagliore arancione e luminoso a distanza.
Zheng e Ryota si ritrovarono a esser confusi, la domanda che si ponevano era se lo stregone fosse davvero cattivo o un qualcuno sul quale contare, ma presto queste domande vennero soffocate da un senso di sollievo, dovuto al rasserenamento dell’atmosfera proprio a causa di Zephyr.
“Che ci fai qui?” Chiese lo stregone a quella figura ancora sconosciuta, mentre lo accompagnava per riunirsi ai ragazzi che lo aspettavano seduti sulla panchina della stazione.
“Potrei dirti la stessa cosa. Non sei il tipo che ama viaggiare Alex, o sbaglio?” Rispose con un tono sarcastico, mettendo in imbarazzo in suo amico. “Comunque, il maestro Jin mi ha convocato per una riunione molto importante. Deduco che anche tu sia qui per questo." Terminò di dire.
“In verità, sì anche io sono diretto al santuario dei monaci, ma non sotto l’ ordine del maestro Jin.” Fece chiarezza.
“Ottimo. Potremmo farci compagnia lungo il tragitto. Anche se sono preoccupato per le parole di Jin, ti avverto.” Spiegò Zeke.
Nel frattempo, Makisae ancora riposava tra le braccia di  Zheng, e i due giovani ragazzi ascoltavano il discorso tra i due amici a pochi passi di distanza. La speranza di avere un posto caldo, un pasto da consumare, di essere sereni, si stava riaccendendo con un nuovo amico, Ezequiel.
“Dunque, dimmi un po’. Cosa fai con questi ragazzini, Alex?” Cercò di capire subito. “Stai ancora cercando un’anima pura di cui impossessarti?” Chiese, infine.
“Non lo farà.” Si intromise Ryota, con determinazione smorzò l’aria ironica del nuovo arrivato.
“Quella ragazza che dorme ha qualcosa di potente , un segreto molto più grande di noi. Soltanto il sommo Lung saprà dirci di più.” Rispose poi Alexander, cercando un cenno d’intesa con l’amico.
Zeke sembrava riflettere un attimo, prima di comprendere le parole tra le righe dettate da Zephyr. Era evidente che anche lui sapesse qualcosa riguardo Makisae, perciò Ezequiel annuì e basta, facendo captare qualcosa di strano a Ryota, che però non parlò.
“Dai, mettiamoci in carreggiata. Di questo passo non arriveremo mai a Surin. Nonostante sia piuttosto semplice arrivarci, basta sentire il profumo speziato che il vento porta fino a qua.” Disse Zeke, sempre com un’aria ironica. Di certo non gli mancava il senso dell’ umorismo.

La profezia del Basilisco OscuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora