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Lo sbigottimento iniziale lasciò spazio alla rabbia crescente che era riuscita a calmare solo poco prima e Misa iniziò ad indietreggiare cercando di mettere ancora più distanza tra di loro. 

«Che cosa vuoi ancora da me?» 

Lui non rispose rimanendo immobile a fissarla come una statua. La rabbia si fece ancora più intensa e Misa strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. 

«Perché mi perseguiti? Non posso avere un po' di pace anche io?» 

Gli urlò addosso, ma lui ancora non si mosse. Non capiva proprio cosa cercasse di fare, né perché. Continuava solo a fissarla con quel suo sguardo intenso e lei cominciò a sentire lacrime di furore salirle agli occhi. 

«Lasciami in pace, Makhare! Vattene!» 

Ma lui ancora non si muoveva. Colta da un'ira accecante, Misa si abbassò a raccogliere i ciottoli che aveva inizialmente scagliato contro la parete di fondo e iniziò a lanciarli con tutta la forza che aveva contro di lui. 

«Perché? Perché non parli? Perché mi fai questo? Perché non mi lasci stare? Perché?» 

A ogni domanda gli scagliava contro qualcosa e questa volta lui fu costretto a muoversi per scansare le pietre che lei gli lanciava. Accecata dalle lacrime e preda delle emozioni che non riusciva più a trattenere, Misa lasciò sgorgare le lacrime che le appannarono la vista, pur continuando a lanciargli contro tutto quello che aveva. 

«Perché mi eviti? Perché mi guardi così? Perché non mi vuoi? Perché non mi tocchi più?» 

Era stupido e umiliante, ma non riusciva a smettere. Sentì le gambe cedere e si lasciò andare giù, nascondendo il volto tra le mani non avendo più niente da tirargli addosso. Singhiozzò forte, piangendo a dirotto e quando Makhare la cinse nelle sue forti braccia si aggrappò a lui come se non aspettasse altro. 

«Perché a me? Perché a me?» continuava a singhiozzare mentre lui la stringeva senza dire una parola. 

Si sedette con lei e la strinse a sé cercando di calmare la sua profonda agonia, mentre le accarezzava i capelli bagnati. La sua pelle aveva un odore così buono che per un attimo si domandò se non stesse sognando tutto quanto. 

«Mi dispiace...» 

«Sshh..» 

«Mi dispiace per Nafeesa.. e anche per Sara.. mi dispiace così tanto..» 

A quel nome lui si irrigidì, ma fu solo per un istante, poi continuò a stringerla. 

«Tu.. le somigli molto..» 

«Cosa?» 

«Tu somigli molto a Sara» 

I singhiozzi cominciarono lentamente a calmarsi e Misa lanciò solo un'occhiata di sottecchi a Makhare. 

«Davvero?» 

Lui si limitò ad annuire. Una piccola, minuscola speranza si accese nel cuore di Misa. 

«Allora.. tu.. non mi odi?» 

Makhare abbassò i suoi occhi verde-azzurri su di lei e la fissò con un'intensità tale che credette sarebbe andata a fuoco. 

«Non ti odio, Artemis.» 

«Ma.. perché allora.. mi tratti sempre così.. così..» 

«Da stupida?» 

Lei annuì e lui sospirò. Era la prima volta che si parlavano così a cuore aperto. Anzi, era la prima volta che si parlavano senza alzare la voce o recriminarsi cose a vicenda. Era un bel passo in avanti. 

Ocean's Promise - La Promessa del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora