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Cacciare non era il suo forte. Dopo due tentativi andati a vuoto era pronta a dare forfait, ma l'espressione truce di Makhare l'aveva spinta a provare ancora. I pesci avvertivano la sua presenza e fuggivano a destra e sinistra zigzagando per il mare aperto, e lei che non aveva la più pallida idea di come fare, li inseguiva, faticando tanto e non ottenendo alcun risultato. 

Sconsolata tornò per la terza volta dal suo sposo, gli occhi bassi e le spalle incurvate come se l'intero mondo pesasse su di lei. 

"Non sono capace.." disse come in un sussurro, senza riuscire ad alzare gli occhi dal fondale a metri e metri di distanza da loro. 

"Non ti applichi e non mi dai ascolto quando parlo. Per questo non sei capace

 Le parole di Makhare erano fredde e scostanti e le fecero male. Ma ormai era la terza volta che la rimproverava, quindi stava cominciando a farci l'abitudine. Rimase immobile davanti a lui, con la coda che a tratti dava un colpo verso l'alto per farla rimanere all'altezza giusta, e alla fine le parve di sentirlo sospirare nei propri pensieri. Ma forse era stata solo una sua sensazione. 

"Seguimi. Guarda come si fa.

Misa alzò gli occhi e seguì la lunga coda poderosa di Makhare che nuotò verso un banco di pesci azzurri. Dei tonni, da quel che ricordava dai documentari che aveva seguito. Lui le lanciò un'occhiata, probabilmente per accertarsi che lo seguisse, poi le fece cenno di restare dov'era. Misa si fermò mentre lui nuotava intorno al banco, facendo disperdere alcuni pesci in gruppi più piccoli. Abilmente guizzò da una parte all'altra, dividendo il gruppo sempre di più, finché una decina non si fiondò esattamente nella sua direzione. 

"Adesso" ordinò lui e Misa prese una bella rincorsa andando incontro ai pesci. 

Quelli si spaventarono, ma era troppo tardi: Misa allungò le mani e ne acchiappò due, mentre un terzo le andava a sbattere contro le labbra. Istintivamente socchiuse la bocca e affondò i denti nella preda che si agitò forsennatamente tra le sue fauci aguzze. 

Si fermò, esultando del suo bottino e lanciò uno sguardo a Makhare. Se ne stava a poco più di due metri con la sua espressione glaciale e le braccia incrociate al petto e le fece un semplice e a malapena visibile gesto con la testa. Misa si sentì estremamente contenta, anche se aveva da risolvere ancora il problema di come uccidere gli altri due pesci che cercavano di scapparle di mano. 

"Devi staccare loro la testa. Almeno soffriranno meno quando li mangerai.

Stupita lei posò lo sguardo sulle sue due prede ancora vive e si chiese con quale coraggio lui le chiedesse di staccar loro la testa. Tuttavia si rendeva conto che mangiarle mentre ancora si muovevano era un atto di pura crudeltà, per quanto altri animali non la pensassero come loro. 

Deglutì a stento con il terzo pesce ancora in bocca, e un po' del suo sangue si riversò nella sua gola. Era freddo e salato e in parte la disgustò, ma non fece alcun commento. Si diresse verso il fondo, cercando uno scoglio che potesse farle da comoda sedia, e quando ne trovò uno poco spigoloso vi si sedette, sputando il pesce che aveva in bocca e portandosi uno degli altri alle labbra. 

"Scusami", pensò stringendo gli occhi, poi spalancò di nuovo le fauci e addentò la testa, strappandola dal resto del corpo. 

L'animale smise subito di muoversi e lei sputò via il suo capo boccheggiante. Quando toccò al secondo, per poco non rimise tutto quello che aveva nello stomaco, ma riuscì a trattenersi e a ripetere l'operazione. Quando si degnò di riaprire gli occhi, notò che Makhare non era lì con lei. Eppure avrebbe giurato che l'avesse seguita fin lì.. 

Ocean's Promise - La Promessa del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora