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Dopo quello sfogo imbarazzante, Makhare l'aveva lasciata da sola di nuovo, promettendole che sarebbe tornato di nuovo l'indomani per portarle qualcos'altro. Forse il pesce non era il suo piatto preferito, ma potevano ritentare con dei crostacei: astici, aragoste o magari granchi. Lei aveva annuito semplicemente, poi si era accasciata accanto alla pozza d'acqua in cui lui era sparito. 

Non riuscendo a prendere sonno su quello scomodo giaciglio di roccia calcarea, si era avvicinata sempre più al bordo, finendo con il giacere proprio sull'orlo di esso, con una mano che pescava nell'acqua fresca e limpida. I suoi riflessi si stagliavano sul soffitto e nei suoi occhi e lentamente, seguendo il moto leggero e ipnotico di quelle increspature, finì con l'addormentarsi profondamente. 

Il risveglio fu traumatico: qualcuno l'aveva afferrata per il braccio e la stava trascinando sempre più a fondo in quell'abisso blu cobalto. Non aveva avuto nemmeno il tempo di prendere una bella boccata d'aria, e il risultato era che adesso non aveva che soli trenta secondi di autonomia. Lanciò un'occhiata al suo aggressore, e le bastò scorgere lunghi capelli lisci e neri per capire di chi si trattasse. 

Cercando di trattenere il panico e la paura di morire annegata, raccolse le sue forze e assestò un colpo deciso a quelle che dovevano essere le reni di Nafeesa con il pugno sinistro. Lei non sembrò neanche accorgersene, e la pozza le sembrò sempre più lontana e irraggiungibile. Tentò di nuovo, e questa volta mirò poco più in alto. L'acqua rallentava la normale velocità che avrebbe impresso più forza al suo colpo, ma questa volta parve funzionare. 

La donna-mostro la lasciò andare inarcandosi indietro e lei ne approfittò per guadagnare metri di distanza da lei e avvicinarsi invece alla grotta dalla quale era stata trascinata via. Aveva poca autonomia e doveva sbrigarsi, ma l'altra aveva un'unica poderosa coda che di certo la mettava in vantaggio sulla rapidità. Oltretutto non vedeva chiaramente la sua meta a causa di tutta quell'acqua di mare che le bruciava gli occhi, e di conseguenza ci avrebbe messo più tempo del previsto per raggiungere la salvezza. 

Dopo qualche metro, si sentì afferrare di nuovo, questa volta per la caviglia dolorante, e la sua discesa ricominciò, rapida e spaventosa. Calciò più forte che poteva con il piede sano, e riuscì a colpirla sulla mano che la teneva, facendosi liberare la caviglia. Tuttavia aveva bisogno di più di una semplice botta per liberarsi di lei e riguadagnare l'aria. Ormai era già al limite e la distanza era decisamente cresciuta rispetto a prima. Non ce l'avrebbe fatta.. Ma almeno avrebbe lottato e avrebbe dato una lezione a quella donna che cercava di affogarla. 

Quando Nafeesa si voltò, Misa le si scagliò addosso e con un rapido battito di gambe cercò di centrare il suo naso a meno di un metro dalla sua testa. La colpì e nell'acqua si diffuse un leggero velo di sangue. Forse le aveva rotto il setto, ma poco male. Tuttavia non la sentì urlare. Non un singolo urlo. Eppure la sua espressione era eloquente: le faceva molto molto male.Senza aspettare che si riprendesse, le diede una ginocchiata in pieno sterno, e poi di nuovo le colpì il volto, questa volta con l'altro ginocchio. 

Quando le parve che ci avrebbe messo di più per riprendersi questa volta, si voltò e nuotò con tutte le energie che le restavano verso la grotta. Era così lontana.. troppo lontana. I polmoni bruciavano e così gli occhi. Li chiuse e cercò di mantenere la direzione, con il capo chino e le gambe che perdevano sempre più velocità. Non c'era più ossigeno da portare ai muscoli e un crampo tremendo le attanagliò il polpaccio destro. 

Strinse i denti, cercando di non aprire la bocca per urlare, perché sapeva che a quel punto avrebbe cercato aria con cui riempirsi i polmoni e invece avrebbe trovato solo acqua salata. Fece ancora un paio di bracciate forzate, ma ormai sentiva che stava cadendo nell'oblio. 

"Makhare!!" 

Invocò il nome del Guardiano, ma fu un pensiero, non furono vere parole. Ormai stava sprofondando.. non si muoveva più.. e tra poco se ne sarebbe andata per sempre. Se almeno avesse potuto spiegarsi meglio.. Se solo avesse avuto il coraggio di dirgli che le piaceva.. Ma non aveva fatto in tempo. No, la verità è che non aveva avuto il coraggio. Quando c'era il coraggio mancava il tempo e quando non c'era coraggio si aveva tutto il tempo del mondo a disposizione. 

Ocean's Promise - La Promessa del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora