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Si riprese con la sensazione di labbra sulle proprie. Di nuovo. Con la mente annebbiata si domandò perché provasse uno strano senso di dejà-vu al contatto con quelle labbra dure ma calde. Poi in un lampo tutto le tornò alla mente. 

Spalancò gli occhi e spintonò l'uomo che le stava soffiando aria salmastra e deliziosa in bocca. Lui si mosse appena, quasi la sua spinta non l'avesse nemmeno sfiorato ma fosse stato lui a decidere di scostarsi da lei. I suoi occhi verde-azzurri erano fissi su di lei, quasi farla rinvenire fosse stata l'ennesima scocciatura che lei gli aveva procurato. 

Misa si abbracciò e si scostò a sua volta, cercando di coprirsi il più possibile ora che si ricordava di essere coperta solo da un reggiseno bianco e mutandine dello stesso colore, per di più bagnati fradici. Prese un respiro mozzato e lui la ammonì con un semplice sguardo. 

«Non ricominciare» 

La sua voce era bassa e quasi demoniaca, e ne fu terrorizzata. Tuttavia prese un respiro più profondo e cercò di calmare il galoppare del proprio cuore. Non credeva che sarebbe sopravvissuta a un altro attacco di quella portata. Quando riaprì gli occhi, lui la stava ancora fissando a una distanza per lei fin troppo ravvicinata. Deglutì a stento constatando una volta di più quanto fosse bello.. non nel termine classico del termine, ma aveva quell'aura spaventosa e misteriosa intorno che lo rendeva affascinante. 

«Cosa.. cosa mi succederà?» 

Ancora la sua voce era fioca e la sua gola bruciava, ma c'erano domande a cui occorreva una risposta. Anche se al momento erano solo un garbuglio di parole che si sovrapponevano l'una all'altra senza dare un capo e una coda ai suoi pensieri. 

«Ci sposeremo» 

«E.. e dovrò vivere qui? Per tutta.. la vita?» 

«Sì» 

Sentì che stava per riaffiorare il panico e che già il cuore accelerava mentre la gola le si stringeva. Lui si avvicinò protendendo le mani e Misa si scansò. 

«No!» anche se era fiacca, la sua esclamazione era decisa. «Non ti avvicinare..» 

Lui si fermò e tornò a scrutarla con piglio severo da sotto le sopracciglia scure. Misa deglutì di nuovo e cercò di riprendere il filo dei propri pensieri, andando alla ricerca delle domande che le servivano per capire. Se si concentrava su quello, l'attacco di panico passava in secondo piano. 

«Come farò a sopravvivere? Non c'è cibo né acqua potabile..» 

«Chiederò a Poseidone di poterti trasformare anche se sei ancora viva. In alternativa gli chiederò di donarti un paio di branchie in modo che tu possa almeno respirare sott'acqua e possa rifornire il tuo corpo dei fluidi necessari alla tua sopravvivenza» 

Misa rimase sconvolta dalla semplicità con cui certe assurdità uscivano dalla sua bocca. Come poteva starsene lì tranquillamente inginocchiato a parlarle di Poseidone, branchie e vita sottomarina? Deglutì un'altra volta, ma a vuoto. Le si erano seccate perfino le labbra. 

«E.. e cosa dovrei mangiare? Alghe?» 

L'espressione di lui non mutò di un solo microscopico millimetro, eppure nei suoi occhi che le ricordavano il mare stesso in cui l'aveva trascinata, le parve di intravedere una luce divertita che si spense prima ancora che lei si rendesse conto di quello a cui aveva assistito. 

«Ti insegnerò a cacciare. Banchi di pesci, cefalopodi e crostacei.» 

Misa fece un respiro più corto degli altri, quasi singhiozzando a quella notizia e lui le lanciò una strana occhiata, quasi fosse preoccupato del fatto che lei potesse iniziare nuovamente a dimenarsi come un pesce fuor d'acqua.. esattamente il contrario di come si sentiva. In realtà lei era un gatto buttato agli squali. 

Ocean's Promise - La Promessa del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora