Capitolo 5: controcorrente

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Alex non riusciva ancora ad adattarsi ad un ambiente così misterioso per lui quale la scuola e non riusciva a socializzare con gli altri compagni: per lui Alice era l'unica amica e quando provò ad aggiungerlo al suo gruppo non andò affatto bene.

Le alleate di Alice erano diffidenti, lui era definito "il figlio del diavolo" da tutti i suoi compagni di classe e loro, come tipiche ragazzine in pieno della pubertà, si omologavano ad essa. Rebecca era ancora rancorosa nei suoi confronti: d'altronde aveva perso la vista per colpa di quel saccente e non intendeva perdonarlo così facilmente; Flaminia stava al suo volere sicché erano amiche dal primo giorno e le famiglie delle due ragazzine andavano molto d'accordo, Serena si fidava di Alice ma non la capiva fino in fondo eppure — essendo lei una bambina mite di natura — cercava di assecondarla e di intuire cosa ci fosse veramente di bonario in lui e cosa non lo fosse.

Un giorno Alice trascinò Alex dalle sue amiche fidate ma non andò esattamente da copione:
Alex le guardava male e sembrava scrutasse le loro anime ingenue, loro erano più silenziose del solito e sbigottite dallo sguardo del fante poiché sembrasse davvero venire da un altro universo e in quanto alla conversazione che ebbero?
<<dai Alex, sono mie amiche, sono buone loro!>> attaccò Alice.
<<vedi che mi guardano male, loro non sono come te, non le voglio conoscere.>> borbottò freddo l'arrogante
<<uffa ma non è vero! vero ragazze?>>
Da quella domanda, Rebecca si avvicinò ad Alex ed indicò saccentemente la benda sul suo occhio.
<<questa è opera tua, disgraziato. Dimostra di essere meglio di quello che sei stato fin'ora e noi ti accetteremo>> disse ed iniziò a ridere come sfottò e le altre la seguirono.
<<basta ragazze. Non siete così, voi siete meglio di così ed io lo so bene.>> la fanciulla dai capelli biondi si fece seria e l'aria sembrava essere diventata conflittuale.
<<ho fatto ciò che dovevo fare, non intendo scusarmi>> il bambino ribatté e detto questo, se ne andò in disparte.

Alice non sapeva proprio rimediare al disastro. Alex non era come tutti lo descrivevano e nessuno lo capiva, lei era l'unica sciagurata a doversi accollare questo fardello: Il fardello di essere diversi.

Nel pomeriggio Alice e le sue amiche andarono a piazzale Flaminio, il centro di Roma. Si potevano scrutare i vecchi palazzi alti che avranno avuto dodici piani se non più, il frastuono delle bancarelle e le signore della città mormorare ciancia e rumor mentre osservavano contente la merce esposta. Una donna sulla quarantina sbatacchiava i tappeti sul balcone, facendo andare la polvere giù in mezzo ai passanti troppo indaffarati per farci caso. Uomini di affari parlavano al telefono, uno saliva sulla sua lussuosa macchina marchio Audi e si confondeva lì nel traffico.
Il fruttivendolo, o per meglio dire, fruttarolo, vendeva frutta e verdura estera quali i mango e i platani freschi da cuocere. La Fontana dei Leoni sgorgava lucente a piazza del popolo pullulante  di turisti che parlavano in mille lingue diverse all'unisono.

La mamma di Alice le scortò e Serena si fermò ad osservare l'acqua incantata e giocherellarci su poi si avviarono a Via del Corso dove la gente non si riusciva a contare per quanta fosse, presero un gelato e parlarono di gossip esattamente come le vecchie di paese usano fare...poi uscì fuori l'argomento "Alex":
<<quello è strano forte! Come fai ad esserci amica solo il cielo lo sa>> disse Flaminia ridacchiando.
<<il cielo sa molte più cose di noi...>> sussurrò Serena mangiando il suo gelato distratta e osservando il cielo, talmente distratta che si sporcò il vestitino con il gelato.
<<oh no! Era nuovo...>>
<<sempre tra le nuvole stai tu, ecco cosa sa il cielo!>> disse ghignando la ragazza dalla pelle di porcellana.
La madre di Alice la rassicurò che si sarebbe occupata li di pulirlo, era veramente una dolce donna.

La sera Alice espresse un desiderio alla luna, chiese che arrivasse qualcuno nella vita di Alexander per farlo cambiare ma non aveva realizzato quanto avrebbe davvero cambiato la vita del fanciullo quel semplice desiderio fatto in buona fede...

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