Capitolo 19: impressioni

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Alice quella mattina si svegliò con una brutta sensazione, aveva l'impressione che qualcosa stesse cambiando e cambiando in modo negativo.
Anche Serena non aveva una buona impressione, sentiva energia ostile in classe e quell'energia proveniva da Alex.
Alex era preoccupato, molti pensieri gli assalivano la mente e si sa che quando un pensiero ostile si presenta, nulla può togliertelo dalla testa, nulla a parte te stesso.
Fissava il foglio bianco davanti a sé scarabocchiando disegnini macabri e rimuginava sul fatto che con quelle mani avrebbe dovuto uccidere quegli apparenti suoi genitori. Iniziò a tremare. Era meglio non pensarci.

Serena per la prima volta si avvicinò al suo banco durante un cambio d'ora e con voce fioca gli chiese
<<tutto okay, Alex?>>
<<tutto okay.>> rispose con la voce tremolante il secondo.
Alice si avvicinò e gli pose la stessa domanda e lui rispose alla stessa maniera con lo stesso tono.
<<se vuoi un po' di compagnia noi ci siamo>> esordì Alice, Alex le fece cenno di andarsene e le due così fecero.

Rebecca stava attraversando, nel mentre, un momento molto duro in clinica, il suo piano alimentare era cambiato e aumentato e lei era terrorizzata da ciò.
Si sedette vicino al balconcino a riflettere e fu lì che — con una sigaretta appena girata — le si avvicinò Antonia.
<<i dubbi ti assalgono?>> chiese Antonia e Rebecca annuì
<<i nostri dubbi ci tradiscono, e impedendoci di affrontare la battaglia ci precludono sovente i dolci frutti della vittoria.>> disse con convinzione Antonia, portandosi alla bocca la sigaretta e accendendola poi aspirò e fece uscire il fumo dalle narici.
<<bella frase, è tua?>> chiese Rebecca.
<<William Shakespeare.>> ribatté l'altra, facendo un altro tiro.
Rebecca rifletté a lungo su quella frase e decise che doveva per una volta buona impegnarsi, a tutti i costi. Il disturbo alimentare ti strappa la vita e ti attanaglia, legato ad un filo che prima o poi doveva spezzarsi, lei decise che era il momento di tagliarlo.

Alex tornò a casa da scuola, con in testa l'idea che doveva mettersi all'opera per preparare il pranzo per i genitori e l'affanno della giornata non contribuiva ad esserne invogliato ma quando aprì la porta di casa non vi era nessuno e tutto era pulito e ordinato come un bijou.
Solo entrando in cucina vide la figura alta e pallida dell'albino che era impegnato a preparargli il pranzo.
<<per una volta non devi affannarti a preparare i pasti, faccio tutto io.>> disse il più grande.
<<d-dove sono i miei genitori?>> balbettò il più piccolo. L'albino sorrise:
<<li ho uccisi.>>
Alex iniziò a sentirsi formicolare tutto il corpo e non capiva più niente, non riusciva ad accettare l'idea, tutto era successo troppo in fretta.
<<ma ero convinto dovessimo farlo assieme!>>
Lo strano ragazzo lo prese per i fianchi e se lo portò vicino.
<<shhh, sei troppo piccolo per queste cose. Comunque ho già occultato i cadaveri.>>
Alex annuì e stette in silenzio per un po'.

Avevano deciso che da quel momento avrebbero convissuto e ad Alex — anche se non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine della carneficina dei suoi genitori, che per quanto stronzi potessero essere, erano pur sempre quelli che lo avevano adottato, l'idea comunque non dispiaceva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 09, 2024 ⏰

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