Capitolo Uno - DDD

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Di quella sera mi ricordo perfettamente ogni singolo dettaglio.

Per fortuna o purtroppo, questo però, non lo so proprio dire.

Come un corvo che osserva tutto dal suo ramo, stavo lì vestito di nero seduto su un divano in pelle marrone scuro.

Mi trovavo ad un festino a casa del mio migliore amico: Mason Ashton.

Non abitava lontano da me quindi potevo permettermi di bere e poi tornare a casa a piedi sperando di non collassare sul marciapiede.

Avevo vent'anni e mi piaceva godermi ogni istante della mia vita, senza mai perdere l'attimo.

Ero seduto lì da su per giù due ore ma non mi stavo annoiando per nulla.

La musica entrava nella mia testa portandomi nel mio mondo, la tranquillità si fece spazio attorno a me nonostante il vociferare di tutte le persone presenti, preferivo di gran lunga tutto ciò piuttosto di quello che era l'ambiente in casa mia.

Come ho già detto: stavo osservando ogni essere umano che mi passava davanti, analizzandone il comportamento nell'approcciarsi con qualcun altro finché Mason non intercettò la bolla che mi ero creato sedendosi affianco a me con la delicatezza di un elefante in una gioielleria.

<<Dai Dennis, non vorrai stare qui tutta la serata a fissare chiunque con quel bicchiere vuoto in mano.>> oh già, dimenticavo, mi ero già scolato qualche bicchiere di vodka liscia <<Vieni con me che ti presento qualcuno>> mi disse con gran voce visto che c'era bisogno di voce molto alta per sentirlo nonostante la sua bocca fosse ad una manciata di centimetri dal mio orecchio.

Mi alzai tranquillamente, come spesso accadeva magari mi voleva presentare qualche ragazza tentando di cambiare la mia idea di stare lontano dalle relazioni ma no, non avrei cambiato idea.

Era capitato milioni di volte, le prime volte, ai miei sedici anni cercò di farmi avere varie relazioni con delle ragazze molto estroverse, appariscenti ed io già a quel tentativo affermai il mio totale diniego contro le relazioni.

Credo Mason avesse frainteso perché iniziò a presentarmi ragazze introverse e molto semplici nei modi di fare e di vestire, ma il problema non era il genere di ragazza che mi presentava, così un giovedì sera durante l'anno dei miei diciassette anni lo presi da parte dicendogli le seguenti parole: <<Non voglio relazioni, Mason, che siano ragazze estroverse, introverse, mute, sorde, cieche, non mi interessa l'argomento 'Relazione' >>

Quella volta, però, mi mise davanti ad una ragazza molto carina il cui volto sembrava spiccare tra quello delle altre ragazze - << DENNIS, NO>> il cervello mi ricordò.

Era bassetta, mi arrivava si e no alla spalla, aveva dei bellissimi capelli lunghi e neri, ondulati che cadevano leggeri sulle sue spalle senza permettersi di andare oltre, e appena sotto le ciglia velate da qualche filo di mascara due occhi marroni che non persero tempo a puntare i miei azzurri.

<<Piacere, Cordelia Claire Crawford>> disse porgendomi la mano, che gesto educato, non molte ragazze erano così.

Le presi la mano delicatamente <<Piacere, Dennis Dion Dunn>> lei sorrise senza staccare i nostri sguardi.

Io più che sorridere avrei voluto esprimere la mia solita risata sonora data dal mio nome, sembrava una barzelletta più che quel che era: nome, secondo nome e cognome.

<<Se posso, Dennis, permettimi di dire che sei molto bello>>

<<Beh, non rifiuto mai i complimenti e sono lieto di ricambiarlo>>

Lei arrossì di punto in bianco, il che mi fece sorridere.

Mi propose di uscire da lì ed io annuì, l'aria stava diventando viziata dall'odore del sudore dei ragazzi che ballavano mischiato a quello dei loro profumi.

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