Basta.

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Melanie's pov:

Era tarda sera, io ero piena di energie poiché non avevo fatto niente tutto il giorno. Kiara mi mandò un messaggio e mi disse che la mattina seguente sarei dovuta andare allo chateu per lucidare le tavole del garage di JohnB. Stavo per andare a dormire, quando bussarono alla porta. Aprii frettolosamente e davanti mi ritrovai Jj, vestito da infermiere e sudato. - che hai combinato? - domandai appena entrò in casa. - hai presente quel piano, dove avevo intenzione di scagionare JohnB? Ecco, non ha funzionato. - concluse il biondo mettendosi una mano sui capelli, poi venne verso di me e mi baciò, ma era un bacio violento, privo di sentimento. - Jj, fermati. - dissi staccandomi da lui. - che succede? - chiese titubante. - da quando JohnB è scomparso, per te ero solo un passatempo. Ti presentavi qui solo perché non avevi una casa, volevi solo andare a letto, te ne andavi senza salutare, oppure prendevi una birra dal frigo e te ne andavi. A me ci hai pensato? - chiesi a voce rotta. - Melanie, ascolta. - cominciò mentre induriva la mascella. - io sono stato male, non la stavo superando e tu sei troppo fragile per stare con me. - disse stringendo il cappellino rosso di seta tra le sue mani. - che intendi con troppo fragile? - domandai guardandolo storto. - io non posso stare ora con te Melanie, non finché le cose non si aggiustano. Sono troppo pesante ora. - concluse. Mi stava lasciando. - intendi che vuoi chiuderla qui? - chiesi, nonostante la sua risposta era ovvia. - mi dispiace, Mel. - rispose mettendosi il cappellino, e uscì di casa.

Sapevo che Jj era complicato, che era permaloso e terribilmente difficile da gestire, ma non avrei mai pensato che mi avrebbe lasciato per così poco. Avrei affrontato tutto con lui, qualsiasi cosa mi sarebbe costato, ma a quanto pare per lui non era lo stesso, non mi amava come lo amavo io, e non lo biasimavo. Probabilmente per lui gli amici, se stesso, erano le prime cose da gestire, e a me andava bene così, lo avrei aspettato, nonostante tutto il male che mi stava causando.

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Dormii poco quella notte, pensieri che tornavano a galla e soprattutto il caldo afoso di quella sera. Mi alzai dal letto e mi cambiai, misi un pantaloncino di jeans e una maglietta dei Metallica, la rock band preferita di mia madre. Scesi di sotto e feci colazione, poi dopo aver spazzolato bene i miei denti, presi il mio zaino e andai allo chateu. Jj e Pope stavano lucidando una tavola, mentre Kie non era presente nella mia vista. - ei ragazzi! - salutai appena raggiunsi il capannone, pieno di cianfrusaglie. Jj non mi rivolse lo sguardo mentre Pope mi abbracciò. - Kie? - domandai aprendo una lemon soda cacciata dal mio zaino. - eccola lì. - indicò Pope dietro di me, e quando mi girai vidi la figura della riccia sventolare un braccio.

- devi metterci meno cera, rischia di diventare scivolosa. - disse Pope a Jj mentre maneggiava la cera sulla tavola da surf. - credi che non lo sappia fare? - chiese arrabbiato. - sul serio? - domandò la riccia mentre maneggiava le corde di un'ukulele. Ma a fermare il battibecco fù il suono del clacson del Twinkie, guidato da JohnB. - che ci fa lui qui? - dissi indicandolo. Corsi verso di lui e mi prese in braccio, mentre lo stringevo a me. - mi sei mancata anche tu! - disse mentre mi faceva scendere. - indovinate chi è uscito? - disse il moro abbracciando tutti. - come hai fatto? - chiese Jj. - sei evaso? - - no, no. - rispose JohnB. - hanno ritirato le accuse. - rispose e tutti iniziammo a sorridere. Era finalmente libero. Mandai un messaggio a Sarah e gli dissi che JohnB era finalmente uscito di prigione, chissà dov'era finita.

Andammo sul molo. - quindi di Sarah non c'è traccia. - affermò il moro mentre si sedeva per terra. - ieri sera dopo essere andata da Wheezie non è più tornata. - gli risposi. - è tutto ok. - disse Kiara. - no non è tutto ok! - controbbattè JohnB. - no, sul serio è tutto ok, Sarah è qui. - disse la riccia indicando davanti a noi, e c'era la bionda sulla barca di Topper. - che ci fa con Topper? - chiese Kie. La bionda salì sulla barca e lei e JohnB si abbracciarono. Sarah ci confessò che non era tornata perché Rafe la aveva aggredita. Poi Topper andò via e noi restammo sul molo a parlare. - chiamarmi no? - domandai a Sarah appena il suo ex-ragazzo lasciò il molo. - come avrei fatto? - chiese. Sospirai e alzai le mani in segno di arresa.

JohnB e la bionda si alzarono per andare a parlare, anche Kiara e Pope. Avevo paura per quest'ultimo, avevo notato quanto lui tenesse a lei, ma Kiara non era una facile. Anziché restare da sola sul molo con Jj, andai in cucina e aprii una birra, ma poco dopo mi arrivò una chiamata dal cellulare. - pronto? - chiesi. - ciao Melanie sono la mamma di Pope, puoi dirgli di passare? Suo padre è stato picchiato. - concluse la donna. - certo, certo arriviamo subito. - salutai, e corsi da Pope. - POPE! - urlai, e lo trovai abbracciato a Kiara. - è successo qualcosa a tuo padre. - dissi lasciandomi la scena alle spalle. Arrivammo da Hayward, lo trovammo con qualche ferita alla testa. - merda, che ferita, fermo qui. - dissi appena mi precipitai vicino a lui, rovistai nel mio zaino e trovai un cerotto. - dimmi se ti faccio male ok? - gli dissi. - tranquilla, sei bravissima. - mi rispose, e mi trovai gli occhi di tutti a dosso a sorridermi. Soprattutto quelli Jj. - grazie Mel. - disse appena attaccai il cerotto sul suo capo. Ci raccontò che l'uomo di Charlestone lo aveva picchiato perché voleva una chiave, e Pope l'aveva trovata. - sai con chi dovresti parlare? - suggerì Hayward. - con la tua bisnonna Mimò. Corri Pope, o ti procederanno. - disse l'uomo, e lo salutammo. - ok, domani mattina vediamoci tutti davanti casa di Mel, poi andremo al centro anziani di Killdare e chiederò a mia nonna che cosa sa di questa chiave. - concluse Pope, e lo salutammo. - bene a domani ragazzi. - disse JohnB salendo sul Twinkie. - possiamo dormire da te? - chiese Kiara indicando anche la bionda alla sua destra. - JohnB ci dai un passaggio? - domandai e il moro annuì. - a domani! - dissi chiudendo lo sportello del van, dopo aver salutato Pope e Jj che erano rimasti fuori.

Arrivammo a casa mia, salutammo JohnB ed entrammo. Non ci pensai due volte ad aprire tre birre. Ci riumimmo intorno al bancone della cucina, e fecimo un sorso tutte insieme, poi iniziai a parlare. - mi ha lasciato. - buttai fuori. - che cosa? - chiesero in contemporanea. - sul serio? - domandò la riccia incerta. - davvero, mi ha detto che non se la sente ora e altre minchiate simili. - risposi. - io ho lasciato Pope. - disse poi Kie. Wow, eravamo messe bene in amore. - di bene in meglio. - commentò Sarah facendo un sorso di birra. - ok, sta sera ci ubriachiamo e ci vediamo un bel film romantico. - proposi. - che schifo i film romantici. - commentò Kie. - ma soprattutto sta sera non ci lamentiamo, vero Kie? - le disse Sarah con un occhiolino. Era una serata tra donne, non me la sarei fatta sfuggire.

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La mattina dopo, mi svegliai abbastanza presto, fecimo colazione tutte insieme con i pancake preparati da Kie, ci cambiammo e uscimmo di casa. I ragazzi erano già tutti sul Twinkie. - buongiorno signore, pronte per una nuova avventura? - chiese JohnB. - ovviamente, per chi ci hai prese? - domandai sarcastica, per poi sedermi vicino a Sarah e Kiara. Durante il viaggio c'era parecchia tensione, poiché Sarah e JohnB avevano litigato, Pope e Kiara anche, senza escludere me e Jj. - ragazzi, Limbrey ha detto che la chiave appartiene alla croce di santo Domingo. - disse Pope smorzando il silenzio. - è una sottospecie di reperto storico? Qualcosa del genere? - domandai. - può darsi. - rispose il ragazzo. - secondo internet, è una croce gigantesca. - disse Kiara. - ma che c'entra la chiave? - domandò la riccia. - non saprei. - rispose Pope. Poi JohnB parcheggiò fuori al centro anziani e Pope scese. - vado da solo. - disse a Jj e Kiara che stavano scendendo dal van. - bene, andiamo ragazzi. - disse JohnB. - possiamo andare a prendere un frullato? - chiesi.

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Andammo a riprendere Pope, dopo la sua chiacchierata con la bisnonna, e dopo il frullato. - allora? - chiese JohnB appena il ragazzo prese posto sul van. - la storia è diventata molto più personale, a quanto pare sono i miei trisavoli. Denmark Tanny e Cecilia, sua moglie. - concluse. - sei parente di Denmark Tanny? Non è fantastico? - chiesi, lui fece spallucce. - andiamo al molo davanti il negozio di mio padre, vi racconterò meglio. - disse Pope, prima che JohnB mise in moto.

Complici : seconda parte / Jj MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora