—Si può sapere perché tutta questa fretta? —chiese Remington tenendosi saldo alla portiera.
—Quel tipo non mi piace, sembra viscido —affermò la donna tenendo entrambe le mani sul volante e girando velocemente, quasi senza diminuire la velocità.
—Ora ti basi su un "sembra"?! —gridò insieme ad uno pneumatico che fischiò ad una curva.
—Ne ho visti di viscidi, Ben. —si girò a guardarlo. Il suo sguardo serio e vispo: convinto—. Ne riconosco uno quando lo vedo, fidati.
Il compagno rimase interdetto ma non seguì: sapeva a cosa si riferisse.
Una volta arrivati la donna saltò fuori dalla macchina e sbatté la portiera, avvicinandosi ai bidoni vicino ai quali era stata trovata la vittima. Remington la seguì a fatica: era ben più lento di lei.
—I segni sul collo erano profondi, l'ha stretta con estrema forza come se volesse romperle il collo: tuttavia è morta strangolata. Se l'avesse voluta uccidere come una gallina, l'avrebbe fatto.
—Dove diavolo vuoi arrivare? —chiese l'uomo col fiatone.
—Voglio dire che l'assassino non era un professionista: quando sei un uomo capace di tutta quella forza, non hai bisogno di stringere tanto. Quando strangoli qualcuno ti basta premere sui punti giusti, non serve strizzarlo come un tubetto di vernice. —rimase per un attimo in silenzio, riunendo pensieri e sensazioni—. Questo l'avrebbe saputo se fosse stato un professionista, ma non lo era: è probabile che Harley fosse la sua prima vittima. Inoltre sappiamo che non può essere stato uno dei barboni perché nessuno di quelli lì è abbastanza forte da farlo.
Sul volto aveva il sorriso di una persona sul punto di svelare un mistero senza precedenti: una sensazione che non provava da tempo e che le fece arrossire le guance.
—Non abbiamo testimoni vicini della vittima: vedova, disoccupata e senza famiglia. Non aveva nessuno di vicino e questo mi porta a pensare che il nostro uomo fosse un completo sconosciuto.
—E per i guanti? —chiese Ben, seguendola mentre camminava avanti e indietro per la scena del crimine.
—Erano guanti vecchi ed usurati: indossati per tanto tempo. Le opzioni sono due, o un motociclista, o una guardia.
Gli occhi dell'uomo si accesero.
—Non abbiamo visto né sentito motociclisti della zona. E non mi sembra che in questa parte della città si possano permettere delle Harley Davidson...
—E allora questo ci porta alla testimonianza di John Lou: pelato e vestito di nero... —lasciò la frase aperta, sperando che lui la finisse.
—Un vestito elegante! —alzò la voce.
—Esatto! Pertanto il nostro uomo è probabilmente una guardia. —girandosi, gli occhi di alcuni barboni sbucavano curiosi da dietro l'angolo—. Ed ora non ci basta che chiedere a loro.
Il ghigno della donna pareva malefico, ma mi sentiva di avere il mondo in pugno ed il colpevole sotto di esso.
...
Si era seduto diritto davanti alla scatola come un bambino sul punto di scartare un regalo. Il suo viso era serio, ma la gamba saltava con impazienza.
Allungò le mani e lo scoperchiò. Quando la prese, la scatola gli sembrò stranamente leggera, ed una volta aperta osservò al suo interno senza sapere cosa aspettarsi.
—Hmph... —sospirò, quasi deluso.
Dentro, degli oggetti non particolarmente anomali: un rossetto, un coltello da autodifesa, un quadernino. Era tutto molto pulito nonostante si trovasse nella sezione di crimini violenti. Si sarebbe aspettato delle prove molto più malridotte, ma sembravano tutte in ottimo stato: nuove di zecca.
STAI LEGGENDO
L'Ombra di Dio
Mystery / ThrillerSarah Faraday è un'investigatrice incaricata di trovare l'elusivo e prolifico "mostro di Fresno" la cui scia di morte sembra interminabile. Tra intrighi amorosi, politici e vicoli ciechi, Sarah dovrà affrontare la sua ricerca nell'oblio mentre tenta...