Capitolo 11

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Alla fine della settimana non ero più offesa per essere stata sfrattata di casa. La domenica seguente mi ero rimessa quasi completamente, e la signora Lucas e Mia mi avevano abbracciato, mentre Diego non era a casa. Quando mi ero svegliata, lui se n'era già andato. Il vero problema non era più l'esilio forzato in casa Lucas per l'intera settimana, ma Diego. Mi aveva consolato e mi era stato vicino più di chiunque altro. Non sapevo come si sarebbe comportato nei giorni successivi, nè cos'eravamo diventati, se eravamo diventati qualcosa o se non c'era nemmeno un noi di cui preoccuparsi.
Tornata a casa, Olga mi aveva preparato subito una tazza di latte caldo con un cucchiaino di miele e aveva voluto, o meglio preteso che le raccontassi tutto di Christian. Mamma e Nico erano a Padova, così le confidai cosa era successo alla festa.

Lunedì ritornai a scuola dopo una settimana d'assenza. Arrivai puntuale alla fermata dell'autobus e fortunatamente non vidi Diego nè durante il tragitto né in cortile. In atrio la prima persona che vidi fu Emma che stava prendendo un caffè alle macchinette.
«Ciao, sono tornata» annunciai.
«Grande! Ti sei rimessa in sesto? Ci sei mancata tanto in piscina. A proposito, domenica c'è la gara a Verona.»
Giusto, la gara. Me n'ero completamente dimenticata. Era importante, i primi classificati sarebbero andati ai campionati italiani a Riccione in primavera.
«Tutti i prof mi hanno chiesto di te. E anche Christian che si chiedeva dove fossi finita. Era molto preoccupato». continuò Emma.
Abbassai gli occhi. Non volevo parlare di lui.

«Come sta il tuo Salvatore?» mi chiese.
«Il mio Salvatore? Chi? Damon?» domandai, fingendo di non capire.
«No, Stefan.» scherzò Emma.
«Emma...»
«Okay, ti do un indizio: indossa magliette superattillate e tu gli sbavi sempre dietro come un babbuino in calore».
«Cosa? Ma che dici? Io non sbavo dietro a Diego e non sono in calore».
«Però hai capito subito di chi stavo parlando» replicò Emma maliziosa.
Da un lato Diego continuava a dimostrare un notevole, e inaspettato aggiungerei, interesse nei miei confronti.

Anche se Emma sapeva di Nico, omisi la parte in cui le dicevo che avevo dormito in camera di Diego per quella settimana. Nonostante volessi bene ad Emma come una sorella, era meglio che quella notizia non diventasse di dominio pubblico.
«Ho sentito che Diego ti ha salvato alla festa di Christian. E mi ha detto che ...»
«Ti ha detto cosa? Emma, non sono in vena di torture in questo momento. Vuoi farla finita e dirmelo?»
«Non sono sicura che sia la cosa giusta, Cate. Il tuo cuore potrebbe non sopravvivere a un colpo tale, se non sei completamente ristabilita».
«Emma...»
«Ok... lui e Alyssa hanno litigato»
«Che cosa?» per poco non sputai il caffè.
In quel momento la campanella che decretava l'inizio delle lezioni suonò e iniziai a saltellare su per le scale euforica.

Ero talmente esaltata, che non mi accorsi che un ragazzo saliva le scale velocemente e mi venne addosso.
«Scusa...» e in quel momento mi accorsi che quel ragazzo non era altro che Diego. Ma non era lo stesso Diego che mi aveva fatto il massaggio cardiaco, che mi aveva consolato, che si era aperto con me a casa sua. Era freddo, distaccato, indifferente. Mi passò accanto senza neanche un cenno, quasi come se fossi invisibile.
«Ciao» mi salutò, ma non riuscii a emettere un suono e Diego si recò subito in classe.
Ero talmente sconvolta che rimasi in mezzo alle scale come una scema guardandolo mentre svoltava a sinistra e apriva la porta come nulla fosse.

Cercando di nascondere le lacrime che minacciavano di scendermi lungo le guance, mi incamminai verso la mia classe.
«Sono così contenta che sei tornata. Ero preoccupata per te» mi disse Ludo, non appena mi vide. Per fortuna qualcuno a cui io importavo almeno un pochino, c'era.
«Sto molto meglio. Ludo, scusami per averti rovinato la festa»
«Cate, non è stata colpa tua. So che sei arrabbiata con mio fratello, ma penso che meriti una seconda possibilità.»

In quel momento entrò il prof Bordin. Durante l'ora di filosofia però non capii niente di Hobbes, perché i miei pensieri passavano continuamente prima a Christian e poi a Diego. Christian era sempre stato molto gentile con me, ma quello che era successo il sabato precedente mi aveva fatto capire che c'era un altro lato di lui che non conoscevo. O che meglio, fingevo ne fosse privo. D'altro canto non riuscivo a capire le azioni di Diego. Mi aveva ascoltata e mi aveva fatto sentire che non ero da sola. Ma perché mi aveva trattato così? Era per la lite con Alyssa?

ALL OF MEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora