Sono seduto davanti a questa scrivania ormai quasi ogni giorno. Questo non è più solo un lavoro per me, è una missione. Il tempo non è mai abbastanza, e ogni decisione è una scommessa sul futuro.
Mi alzo alle cinque del mattino, quando la città dorme ancora. Ogni email, ogni telefonata, ogni incontro, è una tessera del puzzle che devo completare. I numeri devono quadrare, le strategie devono essere perfette, perché non c'è margine per gli errori.
Il Lucas di prima avrebbe riso a crepapelle a sentirmi ora, e come dargli torto, se sono cambiato così tanto è solo colpa, o meglio, merito di quella persona.
Da quando se n'è andata mi sembra che le giornate si confondano tra di loro e che le ore si dilatino, ma l'adrenalina è costante. Ogni giorno mi sveglio pensando che sia il giorno giusto.
"Forse la troverò." Mi ripeto ogni mattina, e la sera vado a dormire pensando: "Magari domani."
Nella mia vita ormai è tutto un loop.
Mi alzo, mi preparo, vado a lavoro, mangio, torno a casa, e dormo.Continuo così da tre anni.
Penso a tutte le cene saltate, i primi passi del nostro bimbo, le notti insonni a fare l'amore, tutti i momenti persi con Kimberly e mio figlio... nostro figlio.
Non so nemmeno se sia un bambino o una bambina.
Sospiro stropicciandomi gli occhi.
<<Ancora qui?>> Candace, la mia segretaria, si dirige verso la mia scrivania con in mano una tazza di caffè, indossa una piccola camicetta striminzita assieme a dei pantaloni aderenti che risaltano tutte le sue forme.
Posa il caffè sulla mia scrivania e mi guarda sorridendo. Dopodiché si siede sopra le mie gambe.
Chiudo gli occhi.
<<Sei licenziata.>> Mi alzo di scatto facendola cadere a terra, prendo il caffè freddo che mi ha portato e glielo verso addosso.
La donna grida imbarazzata e si alza da terra in un istante.
<<Non farti più rivedere.>>
Mi dirigo verso la finestra e guardo l'ora sull'orologio, è mezzanotte e mezza.
In tre anni sono riuscito a diventare il CEO della compagnia che ho fondato la LukTech.
E pensare che se mi fossi impegnato fin da subito avrei raggiunto traguardi ancora più grandi.Alla LukTech ci occupiamo di sistemi di sicurezza tecnologica.
Sbuffo un sorriso, e tutto questo per trovare lei.
<<L'hai già licenziata? Fratello l'abbiamo assunta solo una settimana fa!>> Asher fa irruzione nel mio ufficio mentre mangia delle patatine piene zeppe di cheddar.
Mi massaggio le tempie. <<Ti ho detto mille volte di non mangiare schifezze nel mio ufficio.>>
Il moro mi ignora beatamente e si va a stravaccare sul divanetto.
<<Ancora nulla?>>
Scuoto la testa. <<Non ho idea di dove possa essere finita. Sono sicuro che non abbia lasciato il paese.>>
<<Dalla Florida potrebbe essere andata ovunque! Lucas... sei sicuro che non vuoi lasciarla perdere? Insomma ha detto che si farà viva lei ma non avete ricevuto nemmeno un messaggio o una chiamata in tre anni...>>
<<Di quello non ne sarei tanto sicuro.>> Questa volta è Kayden a parlare, e tiene per il gomito Harvey. Lo spinge in avanti facendolo cadere a terra assieme a delle lettere. Il ragazzo dai capelli biondi cenere ha un occhio gonfio, e il labbro spaccato.
Prendo un respiro profondo. <<E ora che succede?>>
<<Succede che questo pezzo di merda...>> Kayden stringe i pugni guardandolo. <<...ha nascosto delle lettere che ci ha scritto Kimberly.>>
Il mio cervello sembra quasi spegnersi a quelle parole.
In questi tre anni lei mi ha scritto?
E per tutto questo tempo Harvey, quel pezzo di stronzo, ha nascosto tutto? Che sappia dove sia Kimberly?
<<Potete uscire un attimo? Me la vedo io con lui...>>
Kayden raccoglie qualche lettera indirizzata a lui da terra e se ne esce seguito da Asher.
Mi avvicino ad Harvey che è a terra dolorante.
Gli calpesto una mano con un piede abbassandomi. <<Sai dov'è?>>
Il ragazzo serra la mascella e dopodiché mi fissa sorridendo. <<Ma guardati, sei diventato un uomo d'affari ora eh?>>
Calpesto più forte le sue dita. <<Ti ho fatto una domanda impara a rispondere.>>
Quest'ultimo fa una smorfia di dolore. <<Non so dove sia. Ho preso queste apposta per scoprirlo.>>
Raccolgo le lettere da terra, dopodiché premo il pulsante per chiamare la sicurezza. Appena arrivano gli addetti faccio portare via Harvey ma prima gli faccio un'ultima domanda: <<Che fine avevi fatto? Per un po' sei sparito dalla circolazione.>>
<<Fidati non lo vuoi sapere. Sono solo guai in più. Sei uscito da questa merda. Non ci tornare.>> Dice prima di essere trascinato via.
Le lettere sono quattro.
Apro la prima lettera, 7 settembre, esattamente sei mesi dopo che se n'è andata.
Ciao Lucas.
Come stai?
Io sto bene, il periodo delle nausee mattutine è passato per fortuna.
Il nostro bambino cresce sempre di più, non ce la faccio più a sopportare i suoi calcetti e le voglie strane che mi fa venire.
Ieri sera mi sono mangiata delle patatine intingendole nella nutella assieme ad una banana.
Non so come ho fatto a non vomitare.
È un maschietto, se te lo stavi chiedendo.
Non so ancora come chiamarlo.
E anche se siamo lontani, nonostante la nostra situazione, mi sembra giusto che anche tu possa aiutarmi a scegliere un nome per nostro figlio.
Ti sto mandando queste lettere attraverso una piccola compagnia che ho trovato.
Mandano le lettere in modo anonimo così che tu non possa risalire al mio indirizzo o qualsiasi mio contatto.
Se vuoi mandarmi una lettera basta scrivere al loro sito internet dicendo il mio nome e cognome.
Potrai inviarmi solo due lettere all'anno.
Quindi scegli bene...
Non ti preoccupare per me.
Me la sto cavando benissimo, fin quando potevo ho lavorato un po'... mentre studiavo.
Già hai letto bene. Sono tornata sui miei passi e ho deciso di finire i miei studi di giurisprudenza.
Inoltre ho seguito un corso di economia.
Insomma mi sono data da fare, e appena questo diavoletto uscirà dal mio pancione penso che mi metterò subito in opera.
Serina come sempre è un angelo.
Lavora solo lei in questo momento ed è già innamorata persa del suo nipotino.
Direi che ho scritto abbastanza.
A presto Lucas.
Ti voglio bene.
- Kimblery
P.S dentro la busta troverai una fotoMi asciugo le lacrime dal viso e infilo le dita nella busta trovando la foto che menzionava nella lettera: Kimblerly. È seduta sul divano a gambe incrociate, e la sua maglietta le arriva leggermente più sotto dell'ombelico per via del pancione. Sul naso ha della panna montana e ride. Ha una mano alzata come per fermare la persona che sta scattando la foto, e nell'altra mano tiene un cupcake.
È bellissima come sempre.Tiro su col naso appoggiandomi la foto sul petto, cerco di stringerla a me attraverso quella ma sono solo patetico.
Dopo essermi calmato e essere tornato lucido ispeziono bene la lettera.
AHA!
PENSAVATE DI RIMANERE SENZA DI ME FINO A LUNEDÌ.
Invece no sono una brava autrice e quindi ho pubblicato subito.
Ma ora vi terrò un po' sulle spine.
Sono passati tre anni da quando Kimberly se n'è andata.
Vediamo chiaramente che Lucas è ossessionato da lei come non mai, ma la nostra Kimberly lo amerà ancora come prima?
O forse si sarà già trovata un'altro bel ragazzo?
Non lo saprete fin quando non pubblicherò di nuovo.
Mmuah.
- La vostra autrice
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My bestfriends sister
RomanceSEQUEL DI MY BROTHERS BEST FRIEND Lucas ha trascorso anni a perfezionarsi, non per se stesso, ma per lei: Kimberly, la ragazza che tre anni fa fuggì portando in grembo il loro bambino. Oggi Lucas è un uomo d'affari di successo e non si fermerà davan...