Capitolo Quattordici

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Incrocio le braccia e guardo Lucas negli occhi. È appoggiato all'isola della cucina, tra le mani ha una tazza di caffè. I suoi capelli sono spettinati, il mio sguardo cade subito sul suo petto nudo.

È passata quasi una settimana dalla sua proposta del lavorare insieme, e so che questa conversazione non finirà bene, ma devo essere sincera con lui.

«È un no vero?» chiede, prendendo un sorso del suo caffè, per poi leccarsi le labbra.

Annuisco. «Sì, Lucas. È un no. Ti amo, ma lavorare come tua segretaria sarebbe un disastro per la nostra relazione.»

Lui sospira e si passa una mano tra i capelli, sospirando. È frustrato. Lo vedo dalla tensione nelle sue spalle, dal modo in cui cerca di trattenere le parole che gli vengono in mente. «Perché pensi che sarebbe un disastro? Sarebbe comodo per entrambi. Potremmo passare più tempo insieme.»

Scuoto la testa. «No, sarebbe il contrario. Mischiare il lavoro con la nostra vita privata... finirebbe male. Sei abituato a dare ordini, e io non voglio essere quella che li riceve. Sai come sono fatta, sono l'ultima persona a cui dare ordini.»

Lucas stringe la mascella. So che sta cercando di non prendersela. «Non ti tratterei mai come una semplice impiegata. Lo sai.»

Dopo averne parlato con Serina capisco anche il punto di vista di Lucas. Dopo tutti questi anni separati, probabilmente vuole trascorrere più tempo possibile con me, e ha paura che me ne possa andare di nuovo, anche se non succederà.

Però deve anche capire che non possiamo stare appiccicati ventiquattr'ore su ventiquattro. Abbiamo due vite separate e va bene così.

Abbasso lo sguardo per un momento, poi lo guardo di nuovo. «Non è questo il punto. Voglio che la nostra relazione resti equilibrata. Se accettassi, finiremmo per discutere ogni giorno. Preferisco trovare un lavoro adatto a me e alle mie competenze...»

Lui sospira di nuovo. So che non è convinto, ma non insisterà. «Va bene.» Dice infine, senza troppa convinzione.

Mi avvicino e gli sfioro il viso con una mano. «Non significa che non voglia essere coinvolta nella tua vita. Voglio solo che restiamo noi stessi.»

Lucas si rilassa leggermente al mio tocco, e sul suo viso spunta un piccolo sorriso. «D'accordo. Ti amo, sai?»

«Anche io Luke.» Ci abbracciamo, e appena i nostri nasi si sfiorano per darci un bacio, Leon si mette subito in mezzo, fulminando suo padre con lo sguardo.

Mi abbraccia le gambe alzando il testolino per guardarmi in faccia. «Mama! Mia!»

Scoppio a ridere prendendolo in braccio. «Sì Leo, la mamma è tua, ma è anche-»

«È più mia che tua.» Mi interrompe Lucas posando un dito sulla pancia di nostro figlio.

«No!!!» Il bambino si agita tra le mie braccia e sferra un piccolo pugno sulla guancia del biondo.

Afferro la mano del piccolo e lo guardo seria. «Leon Jace Morgan!» Tuono. «Non si fa! Chiedi scusa.»

Il bambino, ormai con le lacrime agli occhi, incrocia le braccia al petto rifiutandosi di ascoltarmi.

Quindi mi abbasso e lo poso a terra. «Okay. La mamma non ti abbraccerà finché chiederai scusa a papà.»

Lucas in tutto ciò, è a braccia incrociate con un sorrisino soddisfatto stampato in faccia.

Non so come farò con questi due. Sono uno più geloso dell'altro.

«Mama!» Si lamenta Leon scoppiando a piangere.
Cerca di abbracciarmi ma lo fermo.

«Leo, sai che alla mamma piacciono solo i bravi bambini. E tu adesso stai facendo il monello. Quindi chiedi scusa e ti abbraccerò. Va bene?» Domando dolcemente.

Il piccolo dai capelli dorati si sfrega gli occhi asciugandosi le lacrime. Poi si dirige titubante verso Lucas, afferra la stoffa del pantalone di lui tirandolo leggermente. «Cusa...»

Lucas si abbassa sorridendo. Poi gli lascia un bacio sulla fronte. «Sei perdonato, vai ad abbracciare la mamma.»

Leo mi si butta subito tra le braccia, e io ne approfitto per dargli un bacio sulla guancia. «Bravissimo amore!»

«E a me niente?» Mi provoca il biondo.

Alzo gli occhi al cielo e gli stampo un bacio sulle labbra.

«Non sapevo che il secondo nome di Leo fosse Jace.»

Annuisco. Persa nei miei pensieri. Non ho ancora visto Jace e non si è ancora fatto vivo.

Lucas mi stampa un bacio sulla fronte abbracciandomi. «Ne sarà felice anche lui.»

Sorrido. «Lo spero, mi dispiace così tanto di avervi abbandonato così-»

«Kim. Stai tranquilla, si risolverà tutto.»

Inspiro il suo profumo, dopodiché mi stacco. «Non farai tardi a lavoro?»

«Sono il capo, posso fare tardi quanto voglio.» Ammicca lui.

Scuoto la testa sorridendo. «Vai scemo.»

Lucas alza le mani in segno di resa e va a cambiarsi, mentre io prendo Leon facendolo sedere sulla sua sedia per fare colazione.

***

Mi siedo al tavolo con il laptop. Ho bisogno di fare una ricerca.

Apro il browser e scrivo il nome della persona che devo cercare.

Dopo pochi secondi, lo schermo si riempie di risultati. Scorro lentamente, con il fiato sospeso. Poi trovo quello che cerco.

Clicco sul link. Si apre un profilo social. L'immagine è sfocata, i dettagli sono pochi, ma è lei. Non ne sono sicurissima, ma tentar non nuoce.

Afferro il telefono e chiamo mia madre.

«Mamma, posso portarti Leon per qualche ora? Devo sbrigare una cosa importante.»

«Certo tesoro.» Risponde lei senza fare domande.
Chiudo la chiamata e guardo di nuovo lo schermo. C'è un indirizzo. Lo copio su un foglio.

Poi prendo una borsa, infilo il giubbotto e mi preparo a partire.

Dopo aver lasciato Leon dai nonni con un bacio sulla fronte, salgo in macchina.

Respiro a fondo e avvio il motore.

Parcheggio davanti a una casa modesta, con un piccolo giardino curato. Rimango ferma qualche secondo, poi esco dall'auto e mi avvicino alla porta.

Bussare mi sembra un gesto enorme. Lo faccio due volte, con le mani leggermente tremanti.

Passano alcuni istanti prima che la porta si apra.

Davanti a me appare una ragazza. È più piccola di me.

Mi squadra con aria confusa. «Sì? Posso aiutarla?»

Ciao ragazzi!!

Ecco a voi un nuovo capitolo! Scusate se non pubblico spesso ma sono molto impegnata in questo periodo.

Spero vi sia piaciuto il capitolo!

Baci!

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 30 ⏰

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