Capitolo Otto

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Mi sveglio sentendo qualcuno toccarmi i capelli.

Apro lentamente gli occhi: Kimberly è sdraiata accanto a me, ha un piccolo sorriso stampato sul viso e mi sta scrutando attentamente mentre gioca coi miei ricci come faceva prima.

La prendo per i fianchi portando il suo corpo più vicino al mio.

<<Quanto abbiamo dormito?>> Domando strofinando il naso sul suo collo inalando il suo profumo.

La mora ridacchia. <<Smettila! Mi fai il solletico!>> Mi posa una mano sulle labbra allontanando la mia faccia dal suo collo. <<Abbiamo dormito due orette.>>

Le prendo la mano baciandone il palmo.

<<Luke...!>> Kimberly arrossisce ritirando indietro la sua mano. <<Da quando sei così... così...->>

<<Così come?>> La provoco passandomi la lingua tra le labbra inumidendole.

La ragazza dagli occhi azzurri si copre la faccia con le mani e scende subito dal letto. <<Vado a... vado a controllare Leo.>> Dice di tutta fretta scappando via.

Ridacchio chiudendo di nuovo gli occhi e stiracchiandomi.

Ho dormito solo due ore, eppure mi sento così riposato.

In questi tre anni ho avuto molti problemi a dormire, soffrivo spesso di insonnia, e quelle rare volte in cui riuscivo a dormire cinque o sei orette non mi sentivo mai abbastanza riposato.

Kimberly mi raggiunge con in braccio nostro figlio. <<Mio fratello sta ancora dormendo come un sasso.>>

Mi sembra ancora un sogno.

E tutto è iniziato proprio in questa camera: la prima volta Kayden mi aveva lasciato da solo con sua sorella.

<<Vuoi andare da papà?>> Chiede dolcemente al bambino.

Quest'ultimo mi lancia un piccolo sguardo. <<Papà?>>

<<Si amore, il tuo papà.>>

Papà, questa parola mi scalda il cuore.

Kimberly appoggia Leon sul letto insieme a me, il bambino si sdraia e continua a fissarmi un po' prima di allungare le mani e aggrapparsi ai miei capelli.

<<Porca tro->> Non ho tempo di finire la frase che la mora mi tappa la bocca.

Mi tira uno schiaffetto sul braccio. <<Le parole!>>

<<Signorino le sembra un comportamento giusto questo?>> Sollevo Leon in aria rimanendo sdraiato.

<<Vado a fare qualcosa da mangiare a Leon, tienilo d'occhio per favore, ormai corre ovunque.>> Si lamenta Kimberly. <<E guai se dici parolacce davanti a mio... nostro figlio.>>

Sorrido. <<Va bene, ma come hai intenzione di ripagarmi?>>

<<Ripagarti?>> Boccheggia la mora. <<In che senso ripagarti? È anche tuo figlio!>> Incrocia le braccia al petto.

<<Si ma è molto difficile per me non dire parolacce...>> Sospiro tragicamente. Poi col dito mi indico le labbra facendole un'occhiolino. <<...ad esempio cazz->>

Kimberly spalanca gli occhi, e prima che possa finire mi da un bacio a stampo.

Leon inizia a piangere, e sua madre se la da subito a gambe.

Mi metto seduto e cerco di calmare Leon.

<<Perché stai piangendo?>> Chiedo disperato.

Il bambino dai capelli biondi mi rivolge uno sguardo imbronciato. <<Mama!>>

<<Vuoi andare da tua madre?>>

Il bambino annuisce subito.

<<Devi imparare a stare da solo anche con me sai?>> Domando solleticandogli un po' i fianchi.

Leon inizia a ridere.

***

Sono le undici e mezza di sera, e il campanello di casa Morgan suona.

Kimberly va ad aprire trovandosi poco dopo in mezzo ad un abbraccio. Jace, Erick e Asher la stringono, le scompigliano i capelli, le pizzicano le guance e la sollevano da terra contenti di averla potuta finalmente vedere.

<<Ragazzi calma!>> Ride lei sconfitta.

Asher le tira un buffetto sulla fronte. <<Calma un cazzo! Sei sparita per tre anni! E le nostre lettere dove le avevi lasciate?!>> Chiede a braccia conserte.

La mora piagnucola. <<Scusatemi dai per favoree(?)>> Fa gli occhi dolci cercando di intenerire i tre ragazzi che la stanno guardando con una nota di disappunto.

<<E non ci hai fatto conoscere nostro nipote!>> Grida Erick.

Jace si guarda attorno. <<Esatto dov'è?>>

Kimberly si massaggia le tempie sedendosi sul divano accanto a me.

<<Vostro nipote, Leon, sta dormendo.>>

Asher si butta sul divano sbuffando. <<Non è affatto giusto!>>

<<Lo vedrai domani, Kimberly e Leon non andranno da nessuna parte.>> Dico circondando le spalle della mora col mio braccio e lasciandole un bacio sulla fronte.

Quest'ultima arrossisce e si schiarisce la gola iniziando a fare domande sui ragazzi: cos'hanno fatto in questi ultimi tre anni, e del lavoro.

Kayden sbuca dalla cucina con delle lattine di birra in mano, le posa sul tavolo invitandoci a servirci.

<<Ma... dov'è Brian?>> Domanda Kim infilandosi in bocca qualche snack che le ha portato suo fratello.

Io e i ragazzi ci rivolgiamo qualche occhiata, ed è Erick a parlare per primo: <<Dopo che tu e Serina siete sparite Brian ci ha aiutato in tutti i modi a cercarvi...>> Dice abbassando lo sguardo. <<Però si vedeva che era troppo per lui, dopo un anno ha perso le speranze... Ha lasciato il nostro gruppo ed è partito, è andato da qualche parte in Australia.>>

<<Ci dispiace per Serina, ma capivamo a pieno le motivazioni di Brian...>> Continua Asher.

La ragazza rimane un attimo a bocca aperta.

Jace capendo subito cosa stesse passando per la testa della mora, interrompe subito i suoi pensieri: <<Serina lo sa già. E non è colpa tua Kim.>>

<<Scusate ragazzi ho bisogno di pensare un attimo...>> La ragazza si alza uscendo dalla porta principale.

I ragazzi la seguono con lo sguardo preoccupati.

<<Ci penso io.>> Dico alzandomi dal divano. <<Tenete d'occhio Leon.>>

Raggiungo Kimberly che è seduta sul portico a fissare la strada.

<<Per colpa mia Serina si è dovuta allontanare da Brian.>> Mormora giocherellando con il bordo della sua maglietta.

Le prendo una mano intrecciando le nostre dita. <<Kim non è colpa tua. Serina sapeva a cosa stava andando incontro. Ha scelto te invece che Brian, ma ha scelto lei. Non l'hai obbligata a partire con te, o sbaglio?>>

La ragazza scuote la testa.

<<Visto? È stata lei a decidere di seguirti. Hai proprio una vera amica.>>

Kimberly si lascia sfuggire un piccolo sorriso. <<Serina non è una mia amica. Lei è la mia anima gemella.>> Poi mi guarda. <<Grazie Luke.>>

<<Sai già come devi ringraziarmi.>> Le dico facendole l'occhiolino.

Kimberly ridacchia, dopodiché mi posa le mani sulle guance e mi tira verso di lei baciandomi.

My bestfriends sisterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora