Capitolo Quattro

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<<Luke aspetta->> Kimberly si stacca dal bacio con il fiatone, come se le mancasse l'aria.

La guardo accigliato. <<Non pensi che abbia già aspettato abbastanza?>>

La mora mi appoggia una mano sul petto cercando di allontanarmi, ma con scarsi risultati, mi scorre un brivido per tutto il corpo. Basta un suo tocco per farmi toccare il cielo con un dito.

Mi inumidisco le labbra.

<<È per il tizio di prima?>> Chiedo serrando la mascella.

È così? Dopo che non ho passato un giorno senza pensare a lei, è riuscita ad andare avanti con un altro?

Corruga la fronte. <<Eh?>>

<<È il tuo ragazzo? Te lo sei trovata dopo avermi lasciato solo con una lettera?>>

La ragazza sospira massaggiandosi le tempie. <<Quel ragazzo che hai appena preso a pugni è il babysitter di mio figlio.>>

Una vampata di calore inonda il mio viso. Mi passo le mani sulla faccia per coprire l'imbarazzo che sto provando in questo momento e nel mentre borbotto: <<Nostro figlio.>>

<<Non è questo il punto, vedo che dopo tutto questo tempo non sei cambiato per nulla.>> Dice andando a sistemare il tavolino che si era spostato e altre cose cadute a terra.

Cazzo!

È da tre anni che non tocco nessuno nemmeno con un dito, ho rinunciato ai miei incontri di boxe, sono una persona nuova!

Eppure ho mandato all'aria quest'immagine che mi sono creato in letteralmente cinque minuti.

Tutto per gelosia.

<<Sono cambiato invece. Davvero. È solo che dopo tre anni passati a cercarti... ecco è stato un colpo al cuore vedermi uno sconosciuto in casa tua. Ho pensato al peggio.>>

Kimberly mi lancia un'occhiata diffidente.

Ha appena finito di sistemare tutto.

Più la guardo e più mi viene da saltarle addosso. È peggio di una droga per me, non riesco a farne a meno di lei.

Soprattutto dopo essere stato in astinenza per tre anni.

È uguale a prima, il fisico snello e slanciato da modella, i capelli castani lunghi raccolti in una coda, il viso angelico, le labbra rosee e carnose, e quegli occhi...

Mi lecco le labbra guardandola mentre si piega a novanta per mettere via dei giocattoli in un'armadietto.

<<Non mi stai rendendo le cose facili.>> Mormoro tra me e me.

La mora mi lancia uno sguardo confuso. <<Hai detto qualcosa?>>

Scuoto la testa guardando altrove.

Kimberly sospira e si siede sul divano prendendosi la testa tra le mani. <<Come mi hai trovata?>>

La raggiungo sul divano sedendomi accanto a lei. 

<<Sono diventato il CEO di una compagnia di sicurezza elettronica. L'ho fondata con tuo fratello, e gli altri ci hanno dato una mano.>>

A sentirmi la ragazza dagli occhi azzurri rimane a bocca aperta. <<Sono felicissima per te Lucas.>>

Scuoto la testa. <<Kim, non me ne fregava un cazzo di fondare la LukTech. L'ho fatto solo perché in quel modo avrei avuto più possibilità di trovarti. Le tue lettere... Ho avuto modo di leggerle solo qualche giorno fa. Quello stronzo di Harvey le ha nascoste. Sia quelle che hai scritto a me sia quelle che hai scritto a tuo fratello.>>

<<Perchè Harvey avrebbe dovuto farlo?>> Domanda Kimberly sorpresa.

<<Non lo so. Dopo aver ricevuto le tue lettere ho contattato la Anonymous Letters e ho firmato un contratto con loro, gli ho detto che gli avrei rifatto il sistema di sicurezza per non far entrare hacker nei loro sistemi. E ne ho approfittato per cercare il tuo nome nel loro database e trovarti.>> Sospiro. <<Ora vuoi dirmi perché cazzo te ne sei andata? Così di punto in bianco lasciandoci solo due lettere?>>

Kimberly inizia a mordicchiarsi il labbro inferiore. <<George. Io e Serina l'abbiamo incontrato prima di andare in ospedale, e ci ha detto che facevate ancora parte del giro... Dopodiché alla visita ho scoperto di essere incinta. Non ero intenzionata ad andarmene via ma quando sono tornata a casa ho trovato un bigliettino.>> Alla mora si spezza la voce.  <<Il bigliettino diceva: "come reagirà Lucas a perdere un figlio e la sua ragazza?". Non me lo dimenticherò mai.>>

Serro la mascella e avvolgo Kimberly in un abbraccio.

<<Quindi quella stessa sera io e Serina ce ne siamo andate. In aeroporto abbiamo visto George, ci stava seguendo, voleva capire dove stessimo andando. Abbiamo dovuto chiamare la sicurezza per liberarcene e ce la siamo svignata.>> Dice tirando su col naso. <<Però dopo qualche settimana qui, ho ricevuto una lettera, da Anonymous Letters che diceva di rimanere dov'ero e di non tornare da te e Kayden, se volevo proteggere Leon.>>

Finalmente riesco a mettere insieme i pezzi del puzzle.

Ma chi è che mandava le minacce?

George è morto il giorno dopo che se n'è andata Kimberly, quindi è impossibile che sia stato lui.

Quindi chi?

La porta di casa si apre rivelando una chioma rossa.

Serina apre la porta con il piede tenendo in entrambe le mani delle buste della spesa, e tiene la sua borsetta coi denti.

Ma fa cadere tutto a terra appena mi vede.

<<Cosa->> Balbetta. <<Cosa ci fa lui qui? Come ci ha trovato? Dov'è Leon? Come minchia ci ha trovate?>>

Kimberly si alza subito asciugandosi velocemente gli occhi. <<Ser tranquilla, dopo ti spiego tutto.>> Poi si rivolge a me. <<Si è fatto tardi.>>

Annuisco alzandomi dal divano. <<Già... Allora io vado.>>

Mi dirigo verso la porta ma prima di uscire prendo Kimberly e l'abbraccio di nuovo.

<<Sono all'hotel dietro l'angolo se avessi bisogno di me. Mi sei mancata Kim.>>

La mora ricambia l'abbraccio e inspira prima di parlare: <<Anche tu mi sei mancato Luke.>>

<<Ci vediamo.>> Le stampo un bacio sulla fronte ed esco.

Appena sento la porta chiudersi dietro di me tiro un sospiro di sollievo.

Finalmente sono riuscito a parlarle. E finalmente so come sono andate le cose tre anni fa.

Ora non mi rimane che scoprire chi è il pezzo di merda che minacciava Kimberly.

My bestfriends sisterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora