2- no one loves me

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Blake pov's

⛓️

Vi è mai capito di pensare che in questo fottuto mondo nessuno ci amasse?

Beh io si.

A volte mi limito a pensare che le persone non mi abbiano mai amato, facendomi sentire uno sbaglio.

Sentirsi non amati è una sensazione dolorosa, e posso capire quanto possa essere difficile. Ci sono molte ragioni per cui potrei sentirmi così, ma è importante ricordare che questi sentimenti non sempre riflettono la realtà. Spesso, le persone che ci circondano non esprimono l'affetto e l'apprezzamento che provano.

O forse sto solamente attraversando un periodo difficile che non ho mai superato.

Io mi sento costantemente non amato, mai lo sarò.

Ma a volte Xavier mi fa credere che le persone potrebbero amarmi più di quanto io lo creda, ma è necessario che io riesca a vedere e ad accettare quell'amore.

Xavier c'è da sempre, a lui basta guardarmi un paio di secondi per capire come in quel momento mi sto sentendo.

Mi giro nell'altra parte del mio letto mettendomi su un fianco, mentre il sole tramontava.

Dopo l'allenamento ero crollato sul letto e non mi accorsi nemmeno di quando mi addormentai. Avevo ancora le cuffie alle orecchie, mentre un altra canzone dei Chase Atlantic partiva.

Slow Down.

Non appena la canzoni finì, mi tolsi le cuffie ed entro in bagno per farmi una doccia ghiacciata.

L'acqua fredda scorreva sulla mia pelle, pizzicandomi come migliaia di aghi. Mi sentivo intorpidito, come se ogni goccia volesse lavare via tutto quel peso che mi portavo dentro. Chiusi gli occhi, cercando di mettere ordine nei miei pensieri, ma tutto ciò che sentivo era il ronzio della solitudine.

Uscito dalla doccia, mi asciugai velocemente, guardandomi allo specchio. Le gocce d'acqua scivolavano sul vetro appannato, deformando il mio riflesso.

Sembravo uno sconosciuto, con gli occhi stanchi e il viso segnato. Passai una mano tra i capelli, sistemandomi in qualche modo, ma sapevo che era solo una maschera.

Dentro, tutto era ancora un caos.

Mi vestì. Mi infilai una canottiera nera e un jeans sui toni del blu.

Presi il telefono e iniziai a scorrere distrattamente tra le notifiche, ma nulla sembrava catturare davvero la mia attenzione.

Era solo un altro modo per distrarmi da quella sensazione che mi mordeva dentro.

Fuori, il cielo si stava oscurando, e io mi sentivo come il riflesso di quel tramonto: in bilico tra la luce e l'ombra, senza sapere dove andare.

Esco dal bagno, ancora con lo sguardo fisso sul telefono. Ma sentì qualcosa o qualcuno toccarmi.

È Xavier.

Xavier mi guardò per un attimo, poi alzò un sopracciglio. «Sei davvero un disastro, lo sai?» disse ridendo mentre indicava la mia canottiera sgualcita e i capelli ancora bagnati che mi cadevano sul viso in modo disordinato. «Hai litigato con uno specchio, o cosa?»

Sbuffai, cercando di non sorridere. «Almeno io ho ancora i capelli», risposi, notando che Xavier aveva i capelli spettinati peggio di me.

Lui scoppiò a ridere, alzando le mani in segno di resa. «Touché. Ma io almeno non sembro appena uscito da un video dei primi anni 2000. Cos'è, ritorno dei pantaloni a vita bassa?»

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