3. tre

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Una volta saliti in macchina cala un silenzio tombale.
<<allora?>>
Attaccai parola io,ancora curiosa e in ansia di scoprire dove saremo andati.
<<dio! Ti hanno mai detto che sei impaziente?>>
<<si,molte volte. E divento anche nervosa se le cose non mi vengono dette subito>>
Lo minacciai,ma non ero seria. O meglio,succedeva davvero,ma non era quello il caso.
<<ti porto al sushi>>
Ammise.
Tirai un urlo di felicità.
<<davvero? Sisisisi! Grazie>>
Kenan mi sorrise,poi disse:<<non c'è di che>>con tanto di occhiolino.

Il tragitto in macchina fu abbastanza silenzioso.
L'unico rumore che rieccheggiava nell'auto era quello del mio telefono che non la smetteva di squillare a causa dei continui messaggi che mi inviava Noemi.

<<credo che dovresti rispondere sai>>disse Kenan.
<<non voglio>>
<<se l'ha detto a tuo fratello un motivo ci sar->>
Lo fermai.
<<no Ken. Non ne voglio parlare e lei non ne aveva il diritto.>>
Lui tornò con lo sguardo fisso sulla strada e deglutì rumorosamente.
<<non volevo risponderti male. Semplicemente non è facile. Lo so,in fondo,che l'ha fatto per il mio bene. Ma avrebbe almeno potuto chiedermelo... non so,consultarmi? Qualcosa del genere>>
<<e se lei tel'avesse chiesto tu avresti detto di si?>>
Rimasi in silenzio e scossi la testa in segno di negazione.
<<allora non tel'ha chiesto perchè sapeva cosa avresti detto. Vuol dire che ti conosce,Emma. E significa che l'ha fatto solo per te>>
Mi girai verso Kenan e lo guardai.
Sorrisi,come se fosse un ringraziamento.
<<grazie...>>dissi sottovoce.

La cena fu... carina.
Parlammo del più e del meno.
Mi raccontò della sua vita,di quanto lui viva e tenga al calcio,della sua famiglia e anche delle tradizioni del suo paese di origine.
Erano circa le 21 e 30 quando uscimmo dal locale.
La macchina era abbastanza vicino al sushi,ma vidi Kenan andare nella direzione opposta.

<<dove vai? Guarda che la macchina è di là>>
Dissi,indicando l'auto.
<<lo so>> sorrise. <<non fare troppe domande e seguimi,dai>>
Mi guardai in torno,poi mi affiancai a lui.

<<siamo arrivati?>>
Domandai per la 10 volta.
Erano circa 40 minuti che stavamo camminando in salita e non ce la facevo più.
<<sei una ragazzina stressante>>
<<e tu sei un ragazzino insopportabile>>
Ci guardiamo per poi scoppiare a ridere.
Lo squillare del suo telefono interruppe le nostre risate.
<<è tuo fratello. Fammi rispondere và>>

Kenan pov's

<<Dusan dimmi>>risposi al telefono un po' titubante.
<<mi avevi detto che per le 10 sarebbe stata a casa. Sono le 10 e 15. Dove cazzo siete?>>
Mi girai verso Emma che mi stava fissando interrogativa.
<<la sto portando sul monte dei cappuccini. Ti prometto che per le 11 e 30 sarà a casa>>
<<cosa?! 11 e 30? Tu sei pazzo Ken! Io non faccio più->>
Non gli lasciai finire la frase e attaccai la chiamata.
Tornai accanto a Emma.
<<che voleva?>>
<<niente,non ti preoccupare. Comunque siamo arrivati>>
Quando dissi quella frase ad Emma si illuminarono gli occhi. Si guardò in torno,incredula e stupita.
Conosceva questo posto?
<<siamo sul monte dei Cappuccini? Oddio Kenan non ci posso credere! Come ho fatto a non riconoscere la strada?>>
Sorrido,davanti al suo entusiasmo.
<<ci sei già stata?>>domandai curioso.
<<si,spesso. Amo questo posto mi aiuta a pensare. C'è una vista pazzesca>>
<<hai proprio ragione. È bellissimo qui>>

Involontariamente allungai il braccio per prendere la mano di Emma che si trovava accanto a me.
Sentii i brividi della ragazza,ma feci finta di niente e la costrinsi a seguirmi per andare a sederci su un muretto un po' più avanti.
Si sedette poco distante da me.

Più la guardavo e più non potevo fare a meno di ammirare la sua bellezza. Capelli lunghi e lisci dal colore scurissimo le ricadevano ben oltre le spalle,occhi verdi che fissavano il paesaggio e quel naso alla francese le donava veramente tanto. Dal primo momento in cui l'ho vista entrare in quello spoiatoio ho pensato:"cazzo,questa mi farà perdere la testa".
Ma lei non deve saperlo.
Quindi ho ovviamente fatto finta di non provare niente.
Sono solo 5 giorni che la conosco e già mi fa provare cose che non avevo mai provato prima.

<<Kenan? Ei Kenan!>>
Emma mi risvegliò dallo stato di trans in cui ero entrato pensando a lei.
<<si Emma?>>
<<perchè?>>
Le mostrai la mia faccia confusa davanti alla sua domanda.
Perchè cosa?
<<perchè mi hai portato qui?>>
Presi un bel respiro,poi iniziai a parlare.
<<dopo aver ascoltato -involontariamente eh- il discorso tra tu e la tua migliore amica,suppongo,ho avuto un illuminazione.
So quello che stai passando perchè lo stesso giorno Dusan mi aveva parlato di questa cosa. Sono stato io a spingerlo a parlarti:senza di me probabilmente sarebbe ancora incazzato e pensieroso. Quando da bambino visitai Torino per la prima volta mi innamorai di questo posto. Avevo solo 9 anni,eppure mi aiutava a non pensare alla separazione dei miei genitori.

(NOTA AUTRICE: NON SO SE I GENITORI DI KENAN SONO DAVVERO SEPARATI. RICORDATEVI CHE È UN OPERA DI FINZIONE QUINDI TANTE COSE SARANNO INVENTATE DA ME. ANCHE I NOMI DI SUA MADRE E PADRE GLI SCEGLIERÒ IO PERSONALMENTE)

So per certo che quella che ha chiesto la separazione sia stata mia madre. Dopo solo due mesi si era già ricostruita la vita perfetta affiancata da un uomo poco più grande di lei. Mio padre è quello che vedo più spesso. Anche lui sta in Italia,mentre mia madre è rimasta in Turchia.
Quando sono stato scelto per giocare alla Juve,per me tornare qui è stato significativo. Dopo ogni partita o allenamento mi facevo questa strada,a piedi,e mi mettevo su questo muretto qui,a pensare. Rimuginare. A come ero stato in campo,a come mi ero sentito,a cosa avranno pensato i miei compagni,a quello che avrebbe potuto pensare l'allenatore. Pensavo a tutto,al passato,a quello che ormai era successo e non potevo più cambiare>>

Emma mi ascoltava silenziosa in attesa di scoprire di più sul mio conto.

<<spesso ripenso a cose già accadute,e mi ripeto continuamente:"perchè non è andata diversamente?" Poi,quasi un anno fa,ho smesso di venire qui. In questo posto. Era diventata una cosa tossica. A casa tenevo un diario che,dopo gli allenamenti,portavo qui e scrivevo tutti i miei pensieri. Penso che se lo facessi mai vedere ad una psicologa mi crederebbe pazzo. Stavo diventando troppo ossessionato dalla mia immagine e da quello che pensavano gli altri di me. Chicco è stato quello che mi ha aiutato più di tutti,mi è sempre stato affianco ed è stato lui a consigliarmi di smettere di venire quassù>>
<<posso immaginarlo>>prese parola Emma.
<<Chicco ha un cuore d'oro>>confessò sempre lei.
<<io... non so che dire Kenan. Grazie è l'unica cosa che mi passa per la testa. Grazie della tua presenza e del tempo che mi hai dedicato>>continuò.
<<possiamo rivederci altre volte se vuoi. Come amici. Ovvio>>
Emma sorrise.
<<certo. Non allarghiamoci troppo>>disse lei,avvicinandosi a me e tirandomi una leggere spallata,cosa che scatenò le nostre risate.
<<andiamo và,che sennò tuo fratello mi uccide. Nel vero senso sella parola>>
Emma sorride,e il suo sguardo non fa che ricordarmi quanto io sia cotto di lei.

Spazio autrice.

Si okok diciamo che Kenan ha ammesso i suoi sentimenti,ma prima che si mettano insieme ce ne vorrà ehhh😈

il filo che ci separa ||  KENANYILDIZDove le storie prendono vita. Scoprilo ora