Fra le lacrime
E la miseria, dei bassifondi
Delle tristi circensi,
Si stende
La tragedia
Di un ghignoPerenne, cosa
Si fa per una risata
( E sotto
Il piantoChe non può
Sgorgare )
L'uomo è un lupo
Per gli altri uomini
Fra i mendicanti
E impiccagioni, un obolo
D'oro, come promessa
Di una mediocre e
Falsa, nobilità
Che a una tragedia risponde
Con una risata
( Non dagli spalti
Del teatro
Della vita )
E così finisce il mondo
Non con uno schianto
Ma con un sorriso
Immortale,
Scolpito
Nell'orrore
Dell'esposizione,
In un freak show
Di un triste
Clown.
Metafora della
Condizione, umana
Ridere, per non piangere
E la rabbia, che si trasforma
In rivalsa.
La pace
Solo nella cecità
Di chi non può
Sbirciare
L'orrore,
Ritrova, infine
L'amore.
( Nella morte
La vera
Serenità, con un sorriso
Vero, o falso
Il ghigno
Della nera signora
Ricopre
Tutti ).
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L'uomo che ride ( l'homme qui rit ) è un romanzo di Victor Hugo scritto dopo I Miserabili e Notre Dame de Paris, mentre si trovava in esilio per ragioni politiche, e per certi versi è la summa dei temi dei due romanzi piu famosi: siamo alla fine del '600 e un ragazzino, Gwynplaine, sfregiato da un sorriso perenne sul volto, viene abbandonato e poi cresciuto da un vecchio filosofo che viaggia in compagnia di un lupo, e così usa il ragazzino come principale attrazione nei suoi spettacoli itineranti.
Il ragazzo, una volta adulto, si scopre essere figlio di un nobile inglese, e così viene introdotto nel mondo della nobiltà, venendo prima usato come oggetto sessuale da una duchessa, e poi accolto fra gli altri nobili ma deriso da essi mentre racconta la sua storia tragica nei bassifondi della Gran Bretagna.
Insomma, torna dall'uomo che lo ha cresciuto e da sua sorella adottiva, una ragazza cieca che da bambino aveva trovato il mezzo alla neve, quest'ultima però muore così lui si suicida. Sipario, applausi e allegria. Insomma, i temi sono tanti: i reietti della società, i primi "freaks show", la nobilità a cui non frega un cavolo del popolo anzi lo deride, le tratte dei bambini e le sevizie su di loro per farne fenomeni da baraccone, e un amore tragico.
A parte il tono tragicomico con cui l'ho scritto, questo romanzo è stato il primo che ho letto di Victor Hugo, a un età piuttosto precoce, ero ancora alle medie e mia nonna me ne consiglio' la lettura, anche se leggerlo a dodici anni ricordo che mi turbo' parecchio.
E meno male che non vidi il film muto del 1928 diretto da Paul Leni ( nel film né Gwynplaine né la ragazza, Dea, muoiono bensì hanno un lieto fine ) quello si che mi avrebbe fatto venire gli incubi:
Vi ricorda qualcuno?
Esatto, il Gwynplaine del film di Paul Leni, interpretato da Conrad Veit, fu l'ispirazione visiva per il personaggio del Joker, creato da Bob Kane e Bill Finger negli anni 40 ( non sono un esperta di fumetti DC e in generale funetti di supereroi e similia, se qualcuno ne sa di più si faccia pure avanti).
E niente, devo ringraziare mia nonna per avermi fatto leggere, prima de I Miserabili, prima de Notre Dame de Paris, l'uomo che ride, un romanzo che lascia il magone, crudo e forse ancora più terribile nella sua descrizione delle miserie umane, degli altri due ( seppur meno conosciuto degli altri ).
E ovviamente ringrazio il DAMS per avermi fatto scoprire questa perla cinematografica ( da non fare vedere ai bambini mi raccomando ).
Buona lettura o buona visione.
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Cinemania
PoesíaIl cinema come modo di rapportarsi alla vita, poesie e flussi di coscienza