Che ora è?
È l'ora
di trasformareRicordi di salsedine
Nel cementoDi doni
E perchéNon li accetti?
Non si può
RecuperareUna vita
l'infanziaSconosciuta
E la giovinezzaDi ritrosia
SemplicitàDi un bar e canti
Marinareschi in portiDi nebbie dei dubbi
silenzi
TicchettantiUn tentativo
di una giornata
Recuperare
Assenti rapporti
Paternità
non richiestaE il treno
Che non butta giù
Nella vitaMa richiama
alla realtà
Sospesa
Di un tempoCristallizzato
in ventiquattroreE i figli
Sono di chiLi cresce, non di chi
Tenta approcci
DeludentiPasseggiate
in circolo
nel vagareDi chi non ha
metaNella vita, fra i sentieri
( Ma dove, che la conoscenza
passa perRacconti
altrui )Del rimorso
Non lo conosci, non mi conosci
Ma un sorriso
Te lo regalo
( Non ricchezza
Ma il ricordoDi un orologio ).
Un ritorno
Di giochi
Condivisi
E il treno fischia, o forse resta
nella partenzacosì come
Il saluto
( Non addio ).
Che ora è?
Che ora, film del 1989 di Ettore Scola, è secondo me è uno dei film più belli e intensi interpretati da Massimo Troisi, forse uno dei meno conosciuti, forse dovuta all'impostazione teatrale, dato che tutto il film è incentrato sul rapporto fra Michele ( Troisi ) e il padre avvocato ( Marcello Mastroianni ), che non vede da anni, e il tentativo del padre di recuperare in una giornata passata con il figlio un rapporto che non hanno mai avuto.
E appunto l'impostazione teatrale, tutto il film si svolge nel porto di Civitavecchia, e a parte altre poche location ( il bar, la casa della ragazza di Michele e la stazione ) è tutto focalizzato su loro due e il loro vagare senza meta, e sui dialoghi.
Mastroianni scopre che non conosce il figlio, non lo ha mai conosciuto, non è entusiasta dei suoi ricchi regali tranne l'orologio del nonno ferroviere che lo riporta al gioco che il figlio faceva con lui, quello di chiedere "Che ora è" ( e da qui il titolo).Nel loro vagare di una giornata, mi ha ricordato la novella di Pirandello ( Una giornata, appunto ) in cui un uomo viene scaraventato da un treno e in un giorno vive tutta la sua vita, e qui il padre di Michele fa lo stesso, dopo esser sceso dal treno cerca di recuperare il rapporto con un figlio adulto che non vedeva da bambino, una vita intera in poche ore.
Film molto bello che consiglio vivamente, con un Troisi lontano dai suoi ruoli "comici" ( si fa per dire, a me i personaggi di Troisi, nella loro essere inadeguati, spiritosi e sarcasticamente ironici, mi hanno trasmesso una profonda malinconia ) per tuffarsi in un ruolo introverso è più serio.
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Cinemania
PoesiaIl cinema come modo di rapportarsi alla vita, poesie e flussi di coscienza