Dell'instabilità di Fortuna

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1
Quanto piú su l'instabil ruota vedi
di Fortuna ire in alto il miser uomo,
tanto piú tosto hai da vedergli i piedi
ove ora ha il capo, e far cadendo il tomo.
Di questo esempio è Policráte, e il re di
Lidia, e Dionigi, et altri ch'io non nomo,
che ruinati son da la suprema
gloria in un dí ne la miseria estrema.

2
Cosí all'incontro, quanto piú depresso,
quanto è piú l'uom di questa ruota al fondo,
tanto a quel punto piú si trova appresso,
c'ha da salir, se de' girarsi in tondo.
Alcun sul ceppo quasi il capo ha messo,
che l'altro giorno ha dato legge al mondo.

Servio e Mario e Ventidio l'hanno mostro
al tempo antico, e il re Luigi al nostro:

[...]

4
Si vede per gli essempii di che piene
sono l'antiche e le moderne istorie,
che 'l ben va dietro al male, e 'l male al bene,
e fin son l'un de l'altro e biasmi e glorie;

e che fidarsi a l'uom non si conviene
in suo tesor, suo regno e sue vittorie,
né disperarsi per Fortuna avversa,
che sempre la sua ruota in giro versa.

5
Ruggier per la vittoria ch'avea avuto
di Leone e del padre imperatore,
in tanta confidenzia era venuto
di sua fortuna e di suo gran valore,
che senza compagnia, senz'altro aiuto,
di poter egli sol gli dava il core
fra cento a piè e a cavallo armate squadre
uccider di sua mano il figlio e il padre.

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