di Ruggiero

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24
Il miglior cavallier, che spada a lato
e scudo in braccio mai portassi o porti;
il piú bello e gentil ch'al mondo stato
mai sia di quanti ne son vivi o morti,

sol per un'alta cortesia c'ha usato,
sta per morir, se non ha chi 'l conforti.
Per Dio, signor, venite, e fate prova
s'allo suo scampo alcun consiglio giova. —

[...]

34
— Signor mio (disse al fin), quando saprai
colui ch'io son (che son per dirtel ora),
mi rendo certo che di me sarai
non men contento, e forse piú, ch'io muora.
Sappi ch'io son colui che sí in odio hai:
io son Ruggier ch'ebbi te in odio ancora;
e che con intenzïon di porti a morte,
giá son piú giorni, usci' di questa corte;

[...]

36
Tu mi pregasti, non sapendo ch'io
fossi Ruggier, ch'io ti facessi avere
la donna; ch'altretanto saria il mio
cor fuor del corpo, o l'anima volere.

Se sodisfar piú tosto al tuo disio,
ch'al mio, ho voluto, t'ho fatto vedere.
Tua fatta è Bradamante; abbila in pace:
molto piú che 'l mio bene, il tuo mi piace.

[...]

38
Riman Leon sí pien di maraviglia,
quando Ruggiero esser costui gli è noto,
che senza muover bocca o batter ciglia
o mutar piè, come una statua, è immoto:
a statua, piú ch'ad uomo, s'assimiglia,
che ne le chiese alcun metta per voto.
Ben sí gran cortesia questa gli pare,
che non ha avuto e non avrá mai pare.

44
Non che di lei, ma restar privo voglio
di ciò c'ho al mondo, e de la vita appresso,
prima che s'oda mai ch'abbia cordoglio
per mia cagion tal cavalliero oppresso.

De la tua difidenzia ben mi doglio;
che tu che puoi, non men che di te stesso,
di me dispor, piú tosto abbi voluto
morir di duol, che da me avere aiuto. —

45
Queste parole et altre soggiungendo,
che tutte saria lungo riferire,
e sempre le ragion redarguendo,
ch'in contrario Ruggier gli potea dire;
fe' tanto, ch'al fin disse: — Io mi ti rendo,
e contento sarò di non morire.
Ma quando ti sciorrò l'obligo mai,
che due volte la vita dato m'hai?
 —

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