Commoventissima morte di Ercole Cantelmo

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Qual Ettorre et Enea sin dentro ai flutti,
per abbruciar le navi greche, andaro;
un Ercol vidi e un Alesandro, indutti
da troppo ardir, partirsi a paro a paro,
e spronando i destrier, passarci tutti,
e i nemici turbar fin nel riparo,
e gir sí inanzi, ch'al secondo molto
aspro fu il ritornare, e al primo tolto.

7
Salvossi il Ferruffin, restò il Cantelmo.
Che cor, duca di Sora, che consiglio
fu allora il tuo, che trar vedesti l'elmo
fra mille spade al generoso figlio,
e menar preso a nave, e sopra un schelmo
troncargli il capo? Ben mi maraviglio
che darti morte lo spettacol solo
non poté, quanto il ferro a tuo figliuolo.

8
Schiavon crudele, onde hai tu il modo appreso
de la milizia? In qual Scizia s'intende
ch'uccider si debba un, poi che gli è preso,
che rende l'arme, e piú non si difende?
Dunque uccidesti lui, perché ha difeso
la patria? Il sole a torto oggi risplende,
crudel seculo, poi che pieno sei
di Tïesti, di Tantali e di Atrei.

9
Festi, barbar crudel, del capo scemo
il piú ardito garzon che di sua etade
fosse da un polo a l'altro, e da l'estremo
lito degl'indi a quello ove il sol cade.
Potea in Antropofágo, in Polifemo
la beltá e gli anni suoi trovar pietade;
ma non in te, piú crudo e piú fellone
d'ogni Ciclope e d'ogni Lestrigone.

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